“Da'
quell'amore ai vivi, si disse, e se lo disse ad alta voce dentro di sé; ma la
mia presenza era come una corda che lo legava e lo tirava indietro, e indietro,
e indietro. Fissò il ragazzino che teneva tra le braccia. «Chi sei tu?» si
sorprese a chiedere. «Da dove sei venuto?». Guardai mio padre e mio fratello.
La verità era molto diversa da quella che ci insegnavano a scuola. La verità
era che la linea tra i vivi e i morti, a quanto pareva, poteva essere opaca e
sfumata.”
Finalmente dopo
giorni in cui ho terminato Amabili Resti mi accingo a buttare giù questa
recensione; non ho idea del perché trovi così difficile scriverla,
probabilmente perché non è un lettura che ho scelto io, ma piuttosto decisa dal
gruppo di lettura di cui faccio parte, ergo non è il genere di libro che
sceglierei per passare una serata.
Penso che non si
possa annoverare fra i thriller o i gialli, più che altro è un romanzo con una
forte vena drammatica, ma non è solo questo. Sfogliando e leggendo alcune
pagine a caso, mi sono resa conto che era tutto un prima persona, una voce
narrante osserva quanto accade per poi raccontarlo in maniera più o meno
obiettiva, infarcendo tutto con i suoi pensieri, con i suoi ricordi. Già perché
colei che racconta e osserva e la vittima della storia, la bambina di
quattordici anni uccisa ad inizio libro. Tornando alla prima persona, come ho
scritto in diverse recensioni, non la amo in particolar modo; pertanto lette
questi stralci di ho storto un po’ il naso. Ero quasi propensa ad abbandonare
la lettura e non dargli nessun tipo di possibilità; alla fine poi mi sono
imposta di andare avanti, anche se il genere non era uno dei miei preferiti,
soprattutto per la vena drammatica; mi sono imposta di andare avanti anche se
la prima persona non la digerisco proprio, e alla fine ammetto che sono riuscita a giungere alla fine.
Amabili Resti
di Alice Sebold
Titolo:
Amabili Resti
Autore:
Alice Sebold
Editore:
E/O (collana Dal Mondo)
Prezzo:
14.00 euro
Autore
Alice Sebold:
Nata a Madison, capitale del Wisconsin, e cresciuta nei sobborghi di Philadelphia, nella cui
università suo padre insegnava lingua e letteratura spagnola, la Sebold intraprese gli studi universitari alla Syracuse di New York ed in seguito si iscrisse
all’università di Houston in Texas per specializzarsi in un corso post laurea
in scrittura creativa.
Nel 1999
pubblica il suo primo libro Lucky, dove parla della violenza subita ai
tempi dell’università; il titolo del racconto autobiografico Lucky, proviene dalle parole di un agente di
polizia che raccolse la testimonianza di Alice Sebold dopo la violenza subìta:
nello stesso posto, in precedenza, un'altra ragazza, dopo lo stupro, era stata
uccisa e smembrata, e l'agente osservò che la Sebold era stata «fortunata»
a uscirne viva; tuttavia questo racconto autobiografico è rimasto ignorato e
per la maggior parte sconosciuto, sino a quando la Sebold non ha raggiunto il
successo con Amabili Resti; quest’ultimo si impose nelle vendite senza
pubblicità, presenza dell’autrice in Talkshow, risultando quell’anno il più
venduto romanzo di esordio dai tempi di Via con Vento.
“Una parte di me
desiderava una vendetta immediata, voleva che mio padre si trasformasse
nell'uomo che non era mai stato: un uomo che la collera rendeva violento. È
quello che si vede nei film, che succede nei romanzi che legge la gente. Un
uomo qualunque prende una pistola o un coltello e va a caccia della belva che
ha sterminato la sua famiglia. Fa il giustiziere alla Charles Bronson e tutti
applaudono. Ma la realtà era questa: Ogni mattina papà si alzava. Finché durava
l'effetto del sonno, era l'uomo di sempre. Ma via via che riprendeva coscienza,
era come se un veleno filtrasse dentro di lui. A volte non ce la faceva nemmeno
a scendere dal letto. Restava lì steso sotto un peso enorme. Ma d'altra parte
solo smuovendosi poteva salvarsi e allora faceva, faceva, faceva, anche se
niente bastava mai. Si sentiva gravato dal senso di colpa, la mano di Dio lo
schiacciava dicendogli: «Tu non c'eri, quando tua figlia aveva bisogno di te»”
Trama
Susie,
quattordicenne, è stata assassinata da un serial killer che abita a due passi
da casa. È stata adescata, stuprata, fatta a pezzi e nascosta in cantina.
Il racconto è
affidato alla voce della stessa Susie, che dopo la morte narra la vicenda con
lo spirito allegro e senza compromessi dell'adolescenza. Dal luogo denominato
Cielo dove si trova, osserva il mondo, la sua famiglia e di come hanno
affrontato la sua perdita e man mano hanno continuato con la loro vita; allo
stesso tempo alterna il racconto, con i suoi ricordi, parlando di quelli che
erano i suoi sogni, quelle che le sarebbe piaciuto fare.
“Una sera al
vespro, mentre Holly suonava il sassofono e la signora Bethel Utemeyer si univa
alla musica, lo vidi: Holiday, che superava di corsa un morbido samoiedo
bianco. Aveva vissuto fino a tarda età sulla Terra e dopo che mia madre se
n'era andata aveva sempre dormito ai piedi di mio padre perché non voleva
perderlo di vista. Aveva tenuto compagnia a Buckley mentre costruiva il suo
fortino ed era stato l'unico ammesso sulla veranda quando Lindsey e Samuel si baciavano.
E negli ultimi anni della sua vita, ogni domenica mattina nonna Lynn gli aveva
preparato una crêpe col burro che gli metteva in terra, senza mai stancarsi di
guardarlo mentre tentava di tirarla su col muso. Aspettai che mi annusasse,
ansiosa di sapere se qui, dall'altra parte, fossi ancora la ragazzina accanto
alla quale si era fatto tanti sonni. Non dovetti attendere a lungo: fu così
felice di vedermi che mi saltò addosso e mi fece cadere.”
Recensione
La prima
domanda che mi sono posta dopo aver terminato Amabili Resti è stata: “Mi è
piaciuto?”.
Molto più
difficile è stato rispondere a questa domanda.
Una domanda semplice e legittima dopo che i è terminata una lettura; una domanda che tira fuori un sacco di ma…
Ci ho rimuginato
per settimane, ho riletto alcuni passi, e ogni volta trovavo difficile sia
rispondere a quella semplice domanda, che mettermi al pc e scrivere la
recensione.
Ho lasciato
passare un po’ di tempo, letto altre cose, scritto, fino a quando oggi ho
deciso che era giunto il momento di mettermi d’impegno. Posso dire di essere
abbastanza ispirata, di sapere cosa debbo scrivere, era anche ora.
Probabilmente mi si sono schiarite le idee, dopo che ho parlati di questo libro
con un’amica; non è stata una discussione profonda, niente d’impegnativo. Solo
poche battute, il racconto della trama, e i miei dubbi.
Eh sì, ne
ho avuti parecchi di dubbi, sia quando l’ho
iniziato, che quando, dopo averlo terminato dovevo accingermi a
scriverne la recensione.
Ora però, a
mente fresca, posso affermare che, sì, il libro mi è piaciuto, ovviamente non è
entrato nei miei preferiti, però mi è piaciuto, anche se non era quello che mi
aspettavo.
Posso dire di
essere rimasta stupita, ed è vero; mi ero immaginata il solito thriller, un
omicidio, le indagini e poi dopo il colpo di scena finale, ed infine l’assassino veniva
catturato. Banale come scaletta, ma di solito è quanto accade nei thriller.
Invece leggendo
Amabili Resti, non lo si può inserire nella categoria, adesso come adesso non
saprei nemmeno come definirlo, non ho idea a quale categoria appartenga.Ha una forte
vena drammatica, ma non è solo quello, dentro c’è altro, sicuramente un lato
soprannaturale, contando, che la voce narrante è la ragazza uccisa. Ha anche un lato psicologico e sociale, parla del dolore e della perdita; parla della società americana negli anni settanta.
Susie, la
protagonista, dopo la morte osserva la terra, il mondo, le persone che ha
conosciuto e che le sono state care. In quell’angolo di Cielo che le appartiene
guarda quella che sarebbe potuta essere la sua vita. Osserva la sua famiglia, i genitori affrontare la sua morte,
il padre combattere, per cercare in tutti i modi di scoprire il suo assassino;
la madre al contrario si rifugia in un mondo suo, lontano da tutti, si distacca
dalla persone che le sono attorno, marito e figli compresi. In lei, prigioniera del dolore e della solitudine, iniziano a nascere i rimpianti per quella carriera
che non ha avuto, sacrificandola per essere una moglie e una madre. Rimpiange una vita
che non avrà mai più; il dolore, i rimpianti, assieme a quella che è divenuta
l’ossessione del marito (lo scoprire l’assassino della figlia), la portano ad
allontanarsi persino dai suoi figli.
Di questo libro
abbiamo discusso anche in un gruppo di lettura su facebook (link del gruppo per chi fosse interessato), e lì, in molti hanno elogiato il padre di Susie, il suo modo di
combattere, di andare avanti per la sua strada, senza curarsi di quanto affermavano le altre persone; al contrario hanno “odiato” questa donna, questa madre, che
ha trovato un’altra via per affrontare e superare il dolore. E' scappata, personalmente non sono d’accordo con le sue
scelte, però ammetto che la domanda mi sorge spontanea, se fosse rimasta cosa
sarebbe accaduto?
Le hanno dato contro per il tradimento verso il marito, per aver abbandonato i
figli, ed anche per aver rinunciato a combattere e a cercare l’assassino di sua
figlia. L'hanno considerata una codarda e una traditrice, ma forse, dico forse, è
solo una donna che ha cercato di superare il dolore in un altro
modo. Non ha dimenticato la sua bambina, ma non ha voluto nemmeno affrontare la realtà.
Ma sarebbe stato
giusto farla rimanere? Sarebbe stata solo una presenza, una figura che man mano sarebbe sbiadita, diventando irreale per suo marito e per i due figli rimasti; sarebbe stata una presenza ma non avrebbe svolto il suo ruolo di genitore. Oppure è stato meglio, sia per lei, che per la famiglia il suo
allontanamento? L’iniziale sofferenza della famiglia Salmon, man mano è svanita
e tutti hanno infine trovato un equilibro.
Ma quel Susie scruta dal suo Cielo non è solo la famiglia, ma quel microcosmo che comprendeva
la sua realtà, amici, persone che conosceva, la scuola, i professori, i vicini
di casa ed anche il suo assassino. In queste pagine, questa ragazzina di
quattordici anni, con diversi salti temporali, vede il mondo cambiare, le
persone che conosceva crescere, realizzare i propri sogni, partire e tornare; e
mentre li osserva riflette, ricorda i suoi di sogni, i desideri che aveva
quando era ancora in vita. Le ritornano alla mente stralci della sua vita
quotidiani, e nascono dei rimpianti. Ma man mano, con lo scorrere del tempo,
anche lei si abitua alla sua condizione, tanto che mentre le persone che
l’hanno conosciuta, finalmente l’hanno lasciata andare, lei ha lasciato andare
loro.
Verso la fine mi
ha lasciato l’amaro in bocca, speravo sempre in una vena poliziesca dove il
cattivo finalmente venisse arrestato, ma non si può avere tutto dalla vita.
Come mi ha messo una malinconia il momento in cui Susie è tornata, solo per una
notte, per una manciata di ore, e in quel momento ha lasciato un nuovo ricordo
nelle persone, in quel ragazzo che sarebbe potuto diventare il suo ragazzo ai
tempi della scuola. E’ stato un attimo il suo passaggio sulla terra dopo tanti
anni, ma sono stata felice per lei, perché ha potuto dire addio almeno ad una
persona a cui ha voluto bene.
Il libro lo
consiglio, ovviamente no agli amanti dei trhiller classici, questo è tutta
un’altra cosa, di suspense non ce ne è molta, ma tocca nel profondo, racconta
quanto le persone possono essere forti e fragili. Racconta di persone comuni,
ognuna a modo suo affronta il dolore della perdita, di qualcuno che ci è stato
portato via all’improvviso, brutalmente.
Alice
Sebold ha scritto un piccolo capolavoro, forse non stilisticamente, alcune
parti sono un tantino confuse, poco scorrevoli. Questa poca scorrevolezza è
dovuta ad alcuni salti temporali o nei ricordi di Susie, che a parer mio sono
troppo affrettati e compaiono all’improvviso; ma sul versante dei sentimenti è
un libro particolare e toccante, sfiora l’animo di chi lo legge; anche se in
alcune sue parti è stato straziante come lettura mi è piaciuta, differente
dalle solite.
Ora, dopo averlo
analizzato ed essere riuscita a scrivere questa recensione, posso affermare che
sì, il libro mi è piaciuto.
Ciao Yu, mi sono appena unito ai tuoi lettori! Già, questo libro è piaciuto tanto anche a me.
RispondiEliminaConcordo sul fatto che, talvolta, sia appesantito troppo (il film è molto più scorrevole), ma è uno di quei libri che non si dimentica. Devo assolutamente rileggerlo, anche perchè sul mio blogghetto la recensione non può mancare proprio: è una questione di principio :D
Oh ma ciao.
EliminaCome ho scritto ci ho messo un po' a decidere se mi fosse piaciuto o meno questo libro, ma alla fine c'è stato un responso positivo. Sono contenta che non sia stata solo un'impressione mia questa pesantezza, alcune parti leggermente confusionarie; per quanto riguarda il film so della sua esistenza, ma non l'ho mai visto. Pensa che le persone con cui ho discusso del libro mi hanno detto che invece che è molto più pesante e confuso. Dovrò vederlo per farmi un'idea ^^.
Le questioni di principio sono questioni di principio, comunque sul tuo blog ci sono delle recensioni stupende, ne ho lette alcune XD.
Ciao Yuko! Sono contenta che questo libro ti sia piaciuto visto che era il primo del nostro esperimento del club del libro :)
RispondiEliminaDevo dire che su molti punti sono d'accordo con te, anche se io effettivamente sono stata molto severa nel giudicare la madre. Certo, leggere anche il tuo punto di vista mi ha fatto sorgere qualche dubbio e mi sono chiesta anche io, se fossi stata al suo posto, come avrei reagito. E' impossibile saperlo, e anche se una persona professa di reagire sicuramente come il padre, non può esserne sicura finché non lo prova sulla sua pelle! :D
Complimenti per questa recensione
Un saluto
Sere <3
Ciao,
Eliminainnanzitutto sono contenta che la recensione di sia piaciuta, e ti ringrazio tantissimo. Per quanto riguarda la madre, da occhio esterno, leggendo è semplice giudicarla, ma in determinate situazioni non si sa mai come la psiche di una persona potrebbe reagire. Affrontare il dolore è qualcosa di molto personale, non tutti siamo ugali; ma ovviamente non dico che lei debba avere un premio per quanto ha fatto, però se suo marito le fosse stato vicino, l'avesse compresa un pochino di più, entrambi non avrebbero sofferto meno, ma sicuramente si sarebbero consolati.
Ciao
Erika
Anche a me è piaciuto, ma non alla follia, in certi passaggi mi è mancata proprio quell'empatia che in una storia del genere è indispensabile.
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