L’alchimista – Il destino de Gargoyle di Ekaterina Sedia

L’alchimista – Il destino de Gargoyle
di Ekaterina Sedia





Riappare dopo veramente parecchie settimane di assenza. Il blog va un pochino a rilento e anche le recensioni, ma non di sicuro le mie letture. Con quelle vado spedita, ma è il tempo a mancarmi per sedermi e lasciare un commento decente.
Ho poco tempo anche per riordinare le idee e decidere cosa scrivere di un libro, forse è anche per questo che dopo tanti appunti presi su Shining di Stephen King ancora non mi sono decisa a recensirlo. È un libro complesso, dove non mi sembra il caso di sproloquiare e basta, ecco perché rimanderò quella recensione a un periodo più calmo, quando avrò la testa e la giusta ispirazione per poterla scrivere.
Ovviamente non dico che le letture di queste settimane sia state brutte o inferiori, ma sono di tutt’altro genere, un mondo e un’ambientazione dove mi muovo meglio, il fantasy è decisamente un genere con cui interagisco senza problemi.
Ma anche del fantasy c’è genere e genere ed io sono rimasta molto incuriosita e affascinata da un genere che conosco poco.
Ammetto che il mio interesse è nato prima per alcune immagini trovate in rete, disegni di autori molto bravi, ma anche un modo di vestirsi. Solo in seguito ho scoperto che c’è anche libri steampunk, mondi creati completamente dall’immaginazione di un autore, o posti reali cambiati e modificati a piacimento, in cui si muovono macchine a vapore e automi.
Un mix fra una Londra vittoriana e un futuro non meglio identificato. E proprio queste immagini, ma anche le descrizioni di alcuni libri, mi hanno portato ad avvicinarmi al genere.
Visto che ho cercato in rete per curiosità titoli e quant’altro, alla fine ho iniziato con romanzo di un’autrice russa, scelto decisamente a caso, visto che non avevo idea di cosa scrivesse ed anche l’unico tradotto in italiano. Romanzo il cui titolo mi ha fatto conoscere Nelith, le ottime letture fantasy ultimamente me le consiglia sempre lei, dovrò farle una statua XD.


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Mattie, automa dotata di intelligenza, emancipata e abile alchimista, si trova nel mezzo di un conflitto fra Ingegneri e Alchimisti per il governo della città di Ayona, conosciuta come la Città dei Gargoyle per le statue che campeggiano sugli edifici e perché proprio da essi ha preso vita, quando ancora avevano il potere di plasmare la pietra. Mentre il vecchio ordine sociale e politico sta velocemente lasciando il posto al nuovo, Mattie viene a conoscenza di pericolosi segreti, segreti che possono mutare completamente gli equilibri del potere della città. Ma una tale situazione è inaccettabile per Loharri, il Tecnico che ha creato Mattie e che possiede - letteralmente -la chiave del suo cuore.


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L’alchimista è il primo libro del genere steampunk a cui mi avvicino e devo dire che mi ha colpito molto. Sono rimasta sorpresa non tanto dalla trama, anche se particolare, ma prima di tutto dalla protagonista, Mattie, non una ragazza, ma bensì un automa, ma quello che mi ha lasciato colpita è l’ambientazione.
Lo stile scorrevole della storia e le descrizioni, che per una storia di questo tipo devono essere magistrali, mi hanno aiutato a visualizzare un mondo diverso: un mondo fantasy, ma allo stesso tempo differente.
Una città dove sorge un grande castello, dove fra gli uomini si muovono automi, ma anche creature mitologiche come i gargoyle, e proprio in questo mondo, dove gli automi sono usati come dei servi, come oggetti che svolgono i lavori di casa e quelli di fatica, nonché i più pericolosi, si muove Mattie.

Mattie è un automa dalle sembianze femminili, ma rispetto a tutti gli altri che si muovono nel mondo creato da Ekaterina Sedia, è differente, il suo creatore l’ha costruita in modo particolare, è intelligente, pensante, in grado di provare emozioni e sentimenti, o meglio può comprenderli. Ma la cosa che la rende ancora più speciale è il fatto che Mattie ha preso in mano le redini della sua vita, è un automa emancipato, ha un lavoro e vive da sola. Anni addietro ha deciso di fare l’alchimista.
La trama della storia, come i personaggi ruotano tutti attorno a Mattie, anche se ognuno di loro giunge a lei in maniera differente, chi osservandola, come hanno fatto i gargoyle, per poi chiederle di trovare un mondo per non farli diventare di pietra.
Iolanda ha raggiunto Mattie tramite il suo creatore, Loharri, e forse per controllare lui, forse per fargli dispetto, la assume come alchimista, chiedendole pozioni e unguenti.

Loharri invece è il creatore di Mattie, anche se ha lasciato che si emancipasse, ha una sorta di morbosa attaccamento verso questa ragazza meccanica, tanto che continua ad avere una sorta di potere su di lei, la chiave con la quale la ricarica periodicamente, ma ha anche imposto nel cervello meccanico di Mattie il desiderio di vederlo ogni tanto, nel caso lei si opponesse corre il rischio di farsi del male e di disattivarsi.

Mi piace come l’autrice ha impostato il libro, attraverso gli occhi di Mattie, una creatura intelligente, una donna a tutti gli effetti anche se meccanica, ma al tempo stesso differente. Osserva il comportamento degli umani cercando ci comprenderli, osserva gli altri automi, ma si sente distante da loro.
Odia il suo creatore per il potere che ha su di lei, ma al tempo stesso lo ama per averle dato la vita e creata.
Vorrebbe staccarsi da lui, ma non ci riesce e questa sua gratitudine non è dovuta solo alle modifiche che lui gli ha imposto.
C’è una sorta di amore odio fra i due; un legame che verrà incrinato quando il cuore meccanico di Mattie batterà per qualcun altro.

E mentre Mattie impara a conoscere se stessa e gli uomini, eventi smuoveranno l’immobilità che per anni ha bloccato il suo mondo, la città in cui vive. Qualcosa sta cambiando a livello governativo, le persone desiderano un cambiamento, mente i gargoyle desiderano poter vivere una vita senza il terrore che da un momento all’altro possano mutare in pietra, ed è proprio in questi eventi in cui Mattie si troverà invischiata.
Eventi che la scuoteranno, fino ad arrivare ad un finale decisamente inaspettato…

Ho adorato questo libro, l’ho iniziato senza aspettarmi troppo, non per sfiducia, ma per non rimanerne delusa se non mi fosse dovuto piacere, ed invece è stata una piacevolissima lettura, forse unica piccola nota negativa sono capitoli superflui inseriti a mio avviso più per inserire i pensieri un po’ ripetuti di Mattie, le sue ansie, piuttosto che per vera e propria utilità.


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Ekaterina Sedia: è nato il 9 luglio 1973 a Mosca, in Russia, come Ekaterina Olanda. È cresciuta a Mosca e ha frequentato la Moscow State University,  a 21 anni, si trasferisce a Boston, dove ha lavorato come assistente di ricerca presso il MIT.  Ha successivamente frequentato la scuola di specializzazione in New Jersey presso la Rutgers University, dove ha conseguito una laurea in ecologia vegetale.  Sedia Attualmente è docente di ecologia vegetale e botanica a Stockton College e vive con il marito Christopher Sedia.












Commenti

  1. Ciao, che libro interessante, mi ricorda per certi versi il celebre film di Robin Williams L'uomo bicentenario e il romanzo La meccanica del cuore, entrambi diversi, ma legati da un filo conduttore, l'amore e un cuore meccanico capace di sussultare. Complimenti bella recensione, non vedo l'ora di leggere questo romanzo. :D

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    1. Ciao,
      de L'uomo bicentenario più che il film, preferisco il racconto di Asimov. La meccanica del cuore non l'ho ancora letto, però sono contenta che la recensione ti sia piaciuta e il libro ti abbia incuriosito.
      All'inizio mi ha fatto pensare, soprattutto il modo di provare sentimenti della protagonista, ma alla fine anche se è meccanico, anche se è una creatura non umana, è sempre in grado di amare.

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