La strana biblioteca di Haruki Murakami




Conoscete il detto: mai giudicare un libro dalla copertina?  Beh, io lo conosco e da tantissimo tempo non compravo un libro a scatola chiusa senza conoscerne la trama, soprattutto perché memore di alcune batoste avute in passato preferisco sempre almeno sapere qualcosa sulla trama. Mesi fa però, alla ricerca dei libri da prendermi per il mio compleanno mi sono imbattuta in quello che mi sto apprestando a recensire: La strana biblioteca di Haruki Murakami. Di questo scrittore ne ho sentite di tutti i colori, qualcuno me lo consiglia, c’è chi lo idolatra e per altri invece è solo una grande delusione. Sono sincera, mi sono capitati fra le mani i suoi libri, in libreria sono stata quasi tentata di comprarne uno, ma poi l’attenzione cadeva su altro, tanto che a un certo punto ho creduto che senza nemmeno averlo letto, fra di noi non ci fosse proprio feeling.

Poi è accaduta la cosa strana, senza nemmeno vedere chi fosse una copertina mi ha conquistato, mi ci è caduto l’occhio sopra e ho iniziato a sfogliare il libro. Dentro ho trovato delle illustrazioni meravigliose, e senza nemmeno leggerne la trama ho deciso che doveva essere mio. L’edizione italiana è illustrata da: Lorenzo Ceccotti, un disegnatore, illustratore fenomenale, ho fatto un giro sul suo sito internet, veramente molto bravo.
I miei undici euro, costo del libro, alla casa editrice Enaudi, insomma sono arrivati grazie a lui xD.
Ovviamente dopo aver sfogliato e coccolato il libro per giorni, senza iniziare a leggerlo, avrei atteso momenti più adatti, questo è rimasto per almeno un paio di mesi sul comodino nella mia stanza, mentre lentamente e faticosamente io andavo avanti con altre letture e lui pazientemente attendeva il suo turno. Fino a quando qualche settimana fa non ho deciso che era giunto il suo momento.
Ho comprato un libro molto particolare, lo stile, il modo in cui è scritto mi piacciono. Molto scorrevole e onirico, il tutto condito con delle immagini favolose, di questa avventura soprannaturale che affronta il protagonista. Non si comprende se sia la realtà o un sogno, o forse il modo del protagonista di rifuggire il dolore che sta affrontando per la perdita della madre, e per non provare dolore ha creato un’avventura, creature, una strana biblioteca che lo porta a non affrontare la realtà, ma piuttosto a distorcerla, come a distorcere il tempo e lo spazio.


Tornando a casa dopo la scuola, uno studente si ferma in una strana biblioteca. Certo, anche la sua richiesta è un po' strana. Chiede alla bibliotecaria qualche libro che possa soddisfare la sua ultima curiosità (è un bambino curioso, il nostro protagonista): la riscossione delle tasse nell'Impero ottomano. La bibliotecaria lo manda alla stanza 107. Qui l'aspetta un altro bibliotecario, ancora più bizzarro della prima: «Aveva la faccia coperta di piccole macchie nere, come tanti moscerini. Era calvo e portava occhiali dalle lenti spesse. La sua calvizie non era uniforme. Tutt'intorno al cranio gli restavano ciuffi di capelli bianchi ritorti, come in un bosco dopo un incendio». È davvero una ben strana biblioteca, questa! Il bibliotecario accompagna il bambino attraverso un labirinto di corridoi e stanze, finché non arrivano in una stanza dove riposa un piccolo uomo vestito con una pelle di pecora. E qui le cose si fanno brutte: il bibliotecario e l'uomo-pecora spingono il piccolo in una cella. Il bambino rischia di fare una fine terribile se non arrivasse in suo soccorso una ragazza sconosciuta... Una fiaba fantastica e immaginifica sul potere della lettura nel darci le chiavi per fuggire dalla prigione dell'infelicità.

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La strana biblioteca è un libro particolare, quasi onirico, dalle tinte cupe e inquietanti come lo sono alcuni personaggi, vedi il vecchietto che imprigiona questo ragazzo e gli ordina di leggere e imparare a memoria un libro perché in seguito avrebbe assorbito le sue conoscenze. Sono rimasta stupita di come l’autore del libro abbia trasformato una passione in un obbligo, come sia riuscito a incutere il terrore nella mente del protagonista, di questo ragazzo, tanto da fargli porre mille domande: riuscirà a leggere quel libro? Lo imparerà a memoria, ma soprattutto dopo che ci sarà riuscito cosa gli accadrà? Le parole dell’uomo capra sono vere? Il vecchio gli succhierà il cervello per acquisire ogni sua conoscenza?

La cosa meravigliosa di questo breve racconto, perché non è un vero e proprio libro, a parer mio sono i personaggi: il protagonista, sognatore, amante della lettura, assiduo frequentatore della biblioteca, desideroso di prendere in prestito libri particolari, differenti dal solito, da un giorno all’altro scopre una nuova stanza della biblioteca dove va di frequente. Incontra un vecchietto che lo trascina in un labirinto scuro e da qui ha inizio la sua avventura, oppure è un sogno? E attraverso questi lunghi momenti incontra strani personaggi, che poi questi siano veri o solo frutto della sua immaginazione non ci è dato saperlo, fatto sta che tutti sono particolari e  ben definiti. Si muovono nell'ambientazione creata lasciando un’impronta profonda, ma anche dolcezza, profonda malinconia, basti pensare all'uomo pecora, o terrore.
Questo primo incontro con questo scrittore è stato decisamente soddisfacente, ho apprezzato il libro, il suo modo di scrivere e anche la malinconia lasciatami addosso in queste torride giornate estive da quel breve racconto. Ora sono curiosa di affrontare altri suoi libri, sperando che possano lasciarmi altrettante, bellissime sensazioni.

Che libri di Murakami mi consigliate, sono curiosa di sapere cosa ne pensate voi di questo scrittore.

Commenti

  1. Non ho letto questo racconto, però questo uomo-pecora compare in altri due libri, Nel segno della pecora e Dance dance dance, quest'ultimo il mio preferito di Murakami finora. Non so se e in che modo questi due testi si colleghino a La strana biblioteca, ma sono connessi fra loro, nel senso che il secondo richiama vicende del primo; in Italia sono stati pubblicati in ordine inverso e mancano ancora parti della serie nota come Trilogia del Ratto, ma io ho letto prima Dance dance dance e comunque sono riuscita ad apprezzarlo anche senza gli antefatti, quindi mi sento di consigliartelo, assieme a Kafka sulla spiaggia: in tutti questi libri trovi un ammirevole mix di realismo, aspetti onirici, sovrannaturale... Murakami è così, molto particolare, o piace tantissimo o non lo si sopporta!

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    1. Ecco, questa cosa che l'Uomo pecora appare in altri libri non lo sapevo. Ora sono curiosa, e pensare che dopo aver comprato il libro ho fatto alcune ricerche, ma non ho trovato nulla di approfondito. Ora me li segno i titoli, grazie per l'informazione.
      Per quanto riguarda il suo stile, ho sentito pareri discordanti, molti lo osannano, lo amano, altri lo trovano talmente noioso da non riuscire a terminare i suoi racconti.
      Per quanto riguarda me, anche se la strana biblioteca mi è piaciuto, è troppo breve per potermi fare un'idea precisa. Proverò con altro e ne riparleremo su questi schermi <3.

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    2. Verissimo, ci sono pareri molto discordanti su questo scrittore, che, personalmente, sto apprezzando molto, anche per le sue sfaccettature (eppure Norwegian Wood, il suo romanzo più acclamato e gradito anche a diversi lettori che non hanno particolare feeling con Murakami, a me non è piaciuto). Secondo me Murakami dà il meglio nella fusione di realtà e sogno, quando carica le sue storie di simbologie attinte un po'all'immaginario occidentale e un po'alle credenze sugli spriti orientali... e il bello è che non si riesce mai a tracciare un confine netto fra gli uni e gli altri. Penso che Dance dance dance sia un buon testo per iniziare a capire di cosa si tratta, ti sconsiglio invece di partire da 1Q84, perchè bisogna dare fiducia a Murakami poco alla volta, finché non si è entrati nel suo mondo! Buona lettura! :)

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