Sutphin Boulevard di Santino Hassell (Anteprima)



Questo fine settimana è tempo di recensioni. Ho letto due libri in anteprima e sono ancora lì a impazzire per sapere se li ho linkati nelle pagine giuste e non ho fatto confusione. Spero che non accada e, se dovesse essere accaduto, spero che qualcuno me lo faccia notare con tatto. Troppi libri, troppe mail, insomma una marea di cose da fare e poco tempo per farle.
Dovrei anche andare a cercare la cover e la trama di questo libro, arriverà il giorno che farò più confusione del solito, lo so.
Comunque, se la mia memoria non è andata proprio a spasso, questa nuova recensione è per un’anteprima della Dreamspinner press; non chiedetemi quando esce, ma dovrei essere ancora in tempo per una recensione in anteprima, almeno spero. Sono andata a controllare sulla mail, ho tanto tempo, il libro per la vostra gioia uscirà il 6 di giugno.
Quindi sono perfettamente nei tempi <3.
Bene, di seguito vi lascio la trama del libro e poi i miei soliti vaneggiamenti.


Sutphin Boulevard
di Santino Hassell


Trama:


Michael Rodriguez e Nunzio Medici sono amici da due decenni. Sono sempre stati sulla stessa lunghezza d’onda: da quando hanno deciso di fuggire dalle loro famiglie disfunzionali del quartiere della classe operaia di South Jamaica, nel Queens, fino a insegnare in una delle scuole più accessibili alla comunità LGBTQ di Brooklyn. O così credono, finché una notte soffocante passata a ballare li porta a un incontro inaspettato che cambierà per sempre la loro amicizia.
Ora, i tocchi distratti e gli sguardi prolungati trasudano tensione sessuale, e Michael non riesce a dimenticare cosa si prova ad avere addosso le mani del suo migliore amico. Quando i problemi sul lavoro e a casa si accumulano, Michael cerca una costante via di fuga nella naturale intimità e nella sorprendente affinità che lui e Nunzio condividono a letto. Quella soluzione così semplice, però, non è destinata a durare.
Quando il suo mondo comincia a sgretolarsi in un mare di tragedie e complicazioni, Michael sa di dover fare una scelta: rassegnarsi a percorrere la strada verso l’autodistruzione o accettare l’amore dell’uomo che è stato al suo fianco per vent’anni.


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***


Riappare!
Vi prometto che cercherò di non dilungarmi troppo con la recensione, lo so che di solito che siano positive o negative riesco a tediarvi in ogni modo. Mi chiedo se qualcuno riesca ad arrivare alla fine di questi lunghi sproloqui, ma non posso fare a meno di parlare e parlare e parlare. E siete fortunati che scrivo solo, se un giorno mi prendesse la follia di fare video recensioni sarebbe la fine, le più lunghe della storia e anche le più confuse.

Questo libro mi ha incuriosito tantissimo dal momento in cui ho letto la trama. Solitamente non è proprio il mio genere, le storie solo romance non sono quelle che mi appassionano di più, eppure c’era un punto che mi piaceva e mi incuriosiva, ovvero il rapporto fra i due protagonisti, questa amicizia che dura da vent’anni, da quando sono dei ragazzini e che man mano sfocia in altro. E io volevo leggere, capire come l’autore avrebbe gestito il rapporto fra i due protagonisti.
Ammetto che nelle storie mi piace quando due amici, migliori amici poi si scoprono innamorati tra loro. Mi piace la gelosia che uno dei due prova, quello che di solito se ne rende conto per primo, per non parlare dell’imbarazzo e della confusione provata da entrambi.
Adoro questi rapporti confusi, quando i due, che siano un uomo o una donna o due uomini sono imbarazzati, scambiano l’attrazione e l’amore per un profondo legame di amicizia e tutto questo perché per un verso hanno paura di buttarsi e rischiare, dall’altro c’è la paura di perdere la persona che hanno accanto. Per molti è meglio una lunga e duratura amicizia che una fugace passione che potrebbe interrompere ogni rapporto fra i due.
Ed è attorno al rapporto tra Nunzio e Michael che ruota questa storia, la loro amicizia, tutto quello che hanno affrontato negli anni e al tempo stesso i sentimenti che maturavano e crescevano senza che se ne rendessero conto o che volessero farli venire a galla.
Durante la lettura vengono a galla avvenimenti, piccoli aneddoti che i due protagonisti, soprattutto Michael, sembrano aver rimosso. Come sembra che non si siano mai resi conto del desiderio che hanno l’uno per l’altro, della voglia di andare oltre l’amicizia. Fino a quando una sera tutto va oltre, perdono il controllo e superano la linea di non ritorno.

Da quel momento tutto cambia, il loro rapporto sembra sgretolarsi, ma non per colpa di quanto accaduto, ma per quanto accade a Michael, il dover tornare a casa dopo la morte della madre. Il ritorno del padre violento a casa, che li ha abbandonati anni addietro, perché malato e desideroso di morire in quel luogo.
Michael è un insegnante, di solito riesce o prova a tenere tutto sotto controllo. Si è occupato della madre, e ora si occupa del fratello che sembra essere un eterno bambino ancora, un uomo di venticinque anni che ancora non si decide a voler diventare adulto. Con l’arrivo del padre, i brutti ricordi, l’astio, ma anche il senso del dovere si abbattono su di lui, fino a quando la sua fragilità emotiva non crolla sotto bottiglie di superalcolici dopo la morte del padre. Vuole non dover pensare, superare il senso di colpa per non essere riuscito a convincerlo a smettere di bere e a farsi curare. Michael desidera cadere nell’oblio e non dover pensare, in modo da non sentire dolore.
Tutta la parte introspettiva che ruota attorno ai problemi di Michael mi è piaciuta, è descritta molto bene. La sua consapevolezza di avere un problema e di non volerlo risolvere.
Non desidera nemmeno essere aiutato dai suoi amici o appoggiarsi a loro, spera solo che a un certo punto tutto passi, il dolore svanisca e fino a quando questo non accade attaccarsi alla bottiglia e non provare nulla. Peccato che tra una sbronza e l’altra ci sono i momenti del dopo sbornia, ci sono gli attimi di lucidità che lo fanno stare peggio, che lo fanno pensare e così precipita in un circolo vizioso, dal quale sembra non riuscire a uscire. Non vuole nemmeno chiedere aiuto a Nunzio, il suo migliore amico, cerca di tenerlo a distanza, perché oltre al dolore che prova il ragazzo lo manda in confusione, non riesce a comprendere quello che prova per lui o forse preferisce non ammetterlo.
E così precipita in questo baratro fino a quando non è costretto a dover risalire, dopo che suo fratello lo trova svenuto in bagno e chiama l’ambulanza.
Da qui inizia un difficile percorso per la riabilitazione, ma non solo per quella, per riuscire a stare finalmente bene con se stesso e fare i conti con il passato e anche con il presente e i suoi sentimenti, lasciandosi alle spalle il dolore e il peso di una famiglia disagiata di cui ha provato in tutti i modi a occuparsi.
Michael è un personaggio decisamente complesso, sembra il più maturo accanto a suo fratello e a Nunzio, ma al tempo stesso è anche il più fragile. Eppure, alla fine, cercando di affrontare tutto da solo, con solo una bottiglia di vodka con cui confidarsi, crolla anche lui.
Nunzio al contrario all’apparenza è il tipico ragazzo italiano, chiacchierone, poco serio, o almeno il ragazzo italiano come lo vedono in America. Ma anche lui nasconde un lato, non fragile, ma forte. Vuole bene a Michael, ne è innamorato ed è quello che ne è consapevole da molto tempo, eppure per lungo tempo non ha mai fatto una mossa verso di lui, non gli ha confidato nulla. Tutt’altro, gli è stato vicino quando le sue storie andavano male ed è rimasto il suo migliore amico.
Credo che quello che ha fatto bene alla relazione e anche all’amicizia fra i due è stato il distacco. Per lungo tempo, fino anche in età adulta hanno vissuto in simbiosi, come migliori amici, come fratelli. Hanno frequentato la stessa scuola, la stessa università e poi lavoravano nello stesso posto. Alla fine sembrava non esserci un distacco da dove finiva uno e iniziava l’altro e pertanto i loro sentimenti erano confusi.
Questa separazione obbligata alla fine è stata utile a entrambi, per la salute di Michael e anche per la loro storia e la loro amicizia.

Il libro l’ho trovato molto scorrevole, lo stile di scrittura non è fra quelli che preferisco, c’è tanta introspezione e la amo, ma poche descrizioni, ma alla fin fine la lettura è stata piacevole. Mi è piaciuto come si vedeva il quartiere da dove vengono Nunzio e Michael visto attraverso gli occhi del secondo. Un luogo che disprezza e al tempo stesso è legato anche se non vuole. Un quartiere periferico dove conosce tutti e dove tutti lo conoscono, degradato, ma da cui anche se se ne è andato vi è tornato perché c’era la madre e ora il fratello.
Una storia molto realistica almeno dal punto di vista di ambientazione e comportamento, il crollo e la disperazione di Michael.

Mi è piaciuto veramente, si merita quattro piume e sono curiosa di leggere i prossimi libri della serie, visto che ci saranno altri personaggi che al momento sono state solo delle comparse.

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