Intervista a Grazia Di Salvo autrice di Breathe

Altra intervista per il blog, questa volta a una ragazza molto molto speciale e veramente brava. Ho adorato il suo libro e ci ho pensato un po’ prima di decidermi se chiederle di essere intervistata. Cercherò di essere il più discreta possibile. Parlo dell'autrice di Breathe, qui potete trovare la recensione al suo libro. Diamo un benvenuto a Grazia Di Salvo su Piume di Carta <3, e qui il link d'acquisto per il libro.


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1- Ciao, Grazia, e non posso fare altro che dirti di essere felicissima che tu abbia accettato di fare questa intervista. Spero di riuscire a essere veramente il più discreta possibile nelle domande che ti farò. Dunque, parlami del tuo rapporto con la scrittura, quando hai iniziato a scrivere e come?

Ciao, Yuko, e grazie mille per questa splendida intervista! Sei sempre un tesoro.
La risposta base alla tua domanda è, come prevedibile: da quando ne ho memoria. Lo so, tutti rispondono così ed è ovvio che uno inizi a scrivere... quando impara a scrivere.
Fin da piccolina, però, mamma mi riempiva di libri e libri, io leggevo e continuavo a fantasticare e crearmi la mia storia nell’universo degli altri. Prima di essere avviata al tema scolastico mi divertivo a creare fumetti, dopodiché ho iniziato a scrivere pseudo fan fiction orribili sull’universo di Harry Potter. Alle medie sono passata al lato romance della vita: ho quaderni altrettanto orribili pieni di avventure in cui le protagoniste eravamo io e le mie amiche con le nostre cotte adolescenziali. Poi ancora fan fiction sui miei cantanti preferiti.
Al liceo ero un’appassionata di letteratura italiana e latina e, visto che adoravo (e adoro tutt’ora) disegnare, passavo le ore di lezione più noiose (non si fa!) a creare storie a fumetti sulla Divina Commedia e sui poeti latini. Ho continuato per tutto il liceo, mi aiutava a ingannare il tempo in attesa di frequentare l’accademia.
Poi, quattro o cinque anni fa, ho iniziato a scrivere seriamente la mia prima storia originale seria, un fantasy. A quel tempo non sapevo ancora che era il progetto che avrebbe dato il via definitivo a tutto. L’ho fatta leggere ad alcune compagne d’accademia, poi ad altre amiche che mi hanno spinta alla pubblicazione. Non è stata la prima che ho mandato per la valutazione a una casa editrice, ma è quella che mi ha ricordata una parte di me che al liceo avevo un po’ accantonato.

2- Ho letto il tuo libro, Breathe è una storia splendida, come ti sei avvicinata alla letteratura e ai romanzi M/M più o meno erotici e soprattutto come mai hai deciso di scrivere questo genere?

Grazie di cuore. Come sai, sono davvero felicissima che ti sia piaciuto!
Al liceo ero un’appassionata di manga yaoi, ma mi sono avvicinata al genere letterario del romance M/M in particolare grazie a un’amica che, quando ha letto la storia che stavo scrivendo in accademia, mi ha consigliato di provare a leggere alcuni titoli della Dreamspinner Press. Ho iniziato con i migliori (Marie Sexton, TJ Klune, Damon Suede e Kate Sherwood, che sono autori a cui sono molto affezionata ancora oggi) e poi non ho più smesso!
Per la scrittura attingo molto dai generi che leggo, come tutti, credo. Anche se i miei due romanzi sono entrambi romance, io nasco come scrittrice di fantasy (a cui poi ho unito l’MM), perché per tutta l’infanzia e l’adolescenza ho letto quasi esclusivamente di quel genere. Quando mi sono avvicinata al romance M/M ho provato a scrivere qualcosa anche su quel versante e, visto che mi sono trovata bene, ho continuato.

3- Secondo te che differenza c’è fra una storia d’amore het e un romanzo M/M a livello sia di lettrice che di scrittrice, cosa ti fa preferire uno piuttosto a un altro?

Questa è una domanda a cui non so mai rispondere, ma nel corso degli anni mi sono fatta una mia idea più o meno sensata. Nel mio caso, credo che sia la componente maschile. Non sono mai andata d’accordo con i personaggi femminili, perché purtroppo ne ho trovati davvero pochi di convincenti. Mi piace leggere di uomini, mi affascinano e mi piacciono anche le dinamiche di coppia.
Credo che, nel caso dei romanzi MM, dipenda anche da un tema che mi è molto caro: l’accettazione di se stessi e l’accettazione da parte degli altri. Che non va inteso per forza nell’ambito di omosessualità, ma proprio come giudizio delle persone sulle persone. È un tema che negli M/M, per forza di cose, viene a galla spesso.
Ho un rapporto complicato con le storie d’amore het. Ne ho lette alcune davvero belle, ma vado sempre alla ricerca di qualcosa in più, o sul fronte dell’azione e dell’avventura o su quello dell’introspezione. Insomma, se devo leggere una storia d’amore etero deve prima di tutto commuovermi o essere di genere movimentato, e poi avere personaggi convincenti.
Come anche negli MM, d’altronde.

4- Grazia e le traduzioni? Ti piacciono, è una passione o solo un lavoro? Ma soprattutto, cosa provi quando un libro tradotto da te piace tanto? Dopotutto per renderlo bello e leggibile il traduttore deve cercare di mantenere lo stile, ma deve metterci anche un po’ di sé?

Nel mio caso, per ora, è solo una passione. Non credo di avere le competenze giuste perché diventi un lavoro a tempo pieno, visto che non ho ancora tantissima esperienza e non ho studiato traduzione editoriale, ma per ora sono semplicemente contenta e grata di poter fare una cosa che mi piace tanto e poter imparare sempre più cose su questo lavoro. Trovo affascinante come un traduttore possa “adottare” la storia e i personaggi di un’altra persona e dargli una nuova voce, rendere tutti i più piccoli dettagli su quello che legge e giocare con la lingua, con i modi di dire e con espressioni che a volte sono anche poetiche, in modo che tanta gente possa amare l'opera come è stata amata in altri Paesi.
È quello che mi piace della traduzione: che fa sì che le persone possano capirsi tra loro e condividere l’amore per qualcosa. Non solo permette di conoscere la differenza culturale tra i vari Stati (che adesso come traduttrice percepisco ancora di più), ma unisce la gente; trovo che sia meraviglioso.
Io non credo di essere brava, ho tanto da imparare e nelle mie traduzioni non c’è mai soltanto la mia voce, ma anche quella di tutte le persone meravigliose che lavorano con me e che mi danno una mano con i passaggi più difficili da rendere. Per questo, quando un libro che ho tradotto viene apprezzato provo tante cose diverse.
Per lo più ci sono la gioia e la soddisfazione. Sono quasi più felice di quando piace un libro mio, forse perché ho poca autostima e, dato che adoro tutti i libri che ho tradotto finora, sono contenta che anche gli altri apprezzino un’opera che ho amato. Leggo le recensioni con una punta d’orgoglio quando vedo che la storia è piaciuta, mi affeziono alle autrici anche se non le conosco e mi sento felice per loro, forse perché da un lato capisco cosa si prova e dall’altro, appunto, si parla di libri che adoro e che ho analizzato tanto da entrare nei personaggi come se fossero anche miei. Se poi viene menzionata positivamente anche la resa italiana mi prendo un attimo per pensare “menomale, forse ho fatto un buon lavoro”, e poi mi chiedo se siano felici e soddisfatte anche tutte le persone che hanno lavorato con me.
Insomma, un sacco di enormi viaggi mentali!

5- Avevi mai pensato che un giorno avresti pubblicato un libro, oppure è stata una sorpresa? Nel senso era un sogno pubblicare, qualcosa che hai sempre desiderato?

Non avrei mai creduto che sarebbe successo a me. Ho sempre pensato che mi sarebbe piaciuto diventare una scrittrice, ma vedere questo sogno un po’ utopistico realizzato? Io? No, assolutamente, io non sono abbastanza brava.
Eppure con la giusta spinta ho comunque tentato di mandare il mio primo romanzo per la valutazione. Per fortuna sono sempre stata una persona che ci prova. Sono sempre pronta a prendere un rifiuto, posso rimanerci male, ma lo accetto con facilità perché per me è sempre un modo per migliorare e capire cosa sbaglio (sbagliando si impara, no?), quindi ho pensato che tanto valeva tentare.
E poi è andata a finire che sono davvero un’autrice. Oh, cavolo!

6- La Triskell, collabori con loro, pubblichi con loro. Come ti trovi con questa casa editrice che è relativamente giovane?

Momento smielato.
La amo, nel senso vero del termine. Amo la loro linea editoriale, amo il lavoro che fanno, amo loro che sono sempre gentili, corrette e oneste (non ho termini di paragone ma, da quel che so, purtroppo, non è per niente ovvio che sia così). Con loro mi sento a casa. Sono state dei veri angeli con me, sia nel lavoro che dal vivo ai vari eventi a cui ho partecipato. Amo il fatto che il mio nome abbia l’onore di essere in copertina assieme alla scritta “Triskell Edizioni”, amo poter collaborare con loro e imparare sempre più cose, la considero una fortuna enorme e non so cos’ho fatto per meritarla, davvero.
La Triskell mi ha fatta crescere e mi ha anche salvata, in un certo senso, riportandomi a una realtà che stavo dimenticando. Per me ha un valore professionale, emotivo e affettivo enorme, e mi sento davvero grata per l’opportunità che ho, nel mio piccolo, di farne parte.

7- Forse arriviamo alle note dolenti, parliamo un po’ di Breathe? Come è nato, come sono nati i personaggi e soprattutto a quale dei due sei più legata?

Parliamo un po’ di Breathe! È nato da un mio periodo buio di qualche anno fa, quindi ammetto di non ricordare molto dell’inizio di tutto e di come sono nati i personaggi. So che c’era Nathan che aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse a superare il lutto e i suoi attacchi di panico, così gli ho dato Nate.
Li amo tutti e due perché mi hanno aiutata tantissimo, ma forse Nathan è più il cocco di mamma, proprio perché è da lui che è iniziato tutto, era lui che volevo proteggere a tutti i costi. E poi ho finito per farlo con entrambi quando ho capito quanto anche Nate ne avesse bisogno. Ha senso? :)

8- Io adoro i personaggi secondari delle storie, li amo e credo di essermi interessata tantissimo a Cody e Jake, cosa li lega? Nate sembrava aver intuito qualcosa, ma poi passa tutto in secondo piano. Sono così belli assieme, parlami un po’ di loro due.

Eheh! Sono contenta che ti piacciano tanto. Essendo secondari pensavo che sarebbero passati un po’ inosservati, invece sono lieta che siano stati notati. Anche perché si sono dati un gran daffare per farmi scrivere di loro!
Per quel che posso dire per ora, Cody e Jake hanno un rapporto un po’... complicato. Vengono da due realtà culturali diverse: Jake è completamente disinibito, mentre Cody non è dichiarato. Entrambi hanno bisogno del sollievo che l’altro può dargli, perché entrambi hanno un sacco di problemi e segreti a cui far fronte e da soli non possono farcela. Quando ho scritto Breathe non immaginavo che si sarebbero trovati bene insieme, mi hanno stupita.

9- Progetti futuri? Di qualsiasi tipo, scrittura, traduzione e quant’altro.

Attualmente sto lavorando alla traduzione di Spencer Cohen 3, che mi distrugge pian piano l’anima. In senso buono. È un libro meraviglioso, la prima volta che l’ho letto mi ha lasciata completamente prosciugata di tutto, e spero tanto di riuscire a renderlo bene.
Per quanto riguarda la scrittura... ne ho tanti. Ho qualche spunto per la storia di Sam e Travis da Breathe e confesso di aver abbozzato qualcosa, giusto per vedere come va. Me la sto prendendo comoda con loro perché sono due personaggi complicati da rendere e soprattutto da vivere. Sento anche il bisogno di tornare un po’ al fantasy, e in contemporanea sto lavorando a un fantasy contemporaneo che, come al solito, ancora non ho capito da che parte fare andare a livello di trama. Si vedrà!
Per quanto riguarda future pubblicazioni, invece, a breve inizieremo a lavorare sull’editing dell’altro fantasy di cui parlavo qualche domanda fa, che mi terrorizza e mi elettrizza allo stesso tempo perché, come si sarà capito, è un progetto a cui tengo tantissimo.
E poi più avanti, mooolto più avanti perché ho firmato il contratto da poco, arriverà il secondo volume di Breathe, quello su Cody e Jake ;)
Non vedo l’ora!

10- Ultima domanda e poi svanisco nel mio cantuccio, perché i lettori dovrebbero comprare il tuo libro? Cerca di convincerli trovandogli tre pregi, non valgono proposte indecenti, corruzione e appuntamenti con i protagonisti xD.

Quindi niente politico “biscotti per tutti”? Oh...
Allora penso che opterò per “i protagonisti sono degli adorabili idioti”, “profuma deliziosamente di angst” e “c’è il lieto fine!”. Vale? xP
Non so mai come rispondere a una domanda del genere, perché sono del tipo “se vi piace la trama dateci un’occhiata!”. Sono indecente a vendermi, mi sento una persona terribile quando devo parlare bene di qualcosa di mio, perché ho sempre l’impressione di credermela… Oltre al fatto che, per carenza d’autostima, faccio proprio fatica a pensare a lati positivi o negativi dei miei libri.

Beh, in caso, se vi piace la trama dateci un’occhiata! Eheh.

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