Queen Unseen di Peter Hince




Trama:

Immaginate di essere al fianco della più grande band della storia del rock mentre è in tour in giro per il pianeta e si esibisce nelle maggiori città di tutto il mondo. Peter Hince non ha avuto bisogno di immaginarlo: per più di un decennio ha condotto una vita che gli altri potevano solo sognare, lavorando a capo della crew di tecnici dei Queen. Nel 1973 i Queen erano il gruppo spalla dei Mott The Hoople, di cui Peter era un roadie. All'epoca, i Queen si dovettero accontentare di comparire per secondi nel programma della serata e il mondo non aveva ancora potuto accorgersi dell'esuberante talento di Freddie Mercury. Peter cominciò a lavorare a tempo pieno per i Queen proprio mentre registravano "A night at the opera", l'album che li avrebbe lanciati sulla scena musicale internazionale. In questo libro intimo e affettuoso, Peter ripercorre gli eventi salienti dei suoi anni con la band. Era con Freddie quando scrisse "Crazy Little Thing Called Love", era responsabilità sua assicurarsi che filasse tutto liscio quando Mercury si esibiva sul palco ed era lui che spesso si trovava a stare dietro ai famosi capricci della rockstar. Partecipava anche alle feste a base di sesso, droga e rock'n'roll che facevano inevitabilmente parte della vita on the road al fianco di una rockband. Sono stati scritti molti libri sui Queen e su Freddie Mercury, ma questo è il primo raccontato da chi ha vissuto tutto dall’interno.

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Questo libro mi è stato regalato per il mio compleanno, nel 2014. Sono quasi tre anni che sonnecchiava nella mia libreria, in attesa che venisse il suo turno di essere letto. Non so perché ci ho messo così tanto.
A volte, alcuni libri mi fanno paura. Perché so già che li adorerò, che vorrò arrivare presto alla fine, ma che allo stesso tempo vorrei che non finissero mai.
E questo era sicuramente uno di questi libri.
Sono fan dei Queen da quando ne ho memoria: mia madre mi ha trasmesso questa passione da quando ero in fasce e non ricordo un momento della mia vita in cui io non abbia amato follemente la loro musica.
È stata la colonna sonora della mia infanzia, della mia adolescenza e continua tutt’ora ad esserlo.
Però, ho sempre vissuto tutto in maniera forse un po’ distaccata. Freddie Mercury è morto nel 1991, io avevo appena due anni.
Per quel che io ricordi, ho vissuto tutta la vita consapevole che il mio cantante preferito fosse morto prima ancora che io potessi anche solo capire quanto l’avrei adorato.
Leggendo questo libro, sono stata catapultata in un mondo molto diverso da quello in cui ho vissuto io. La bellezza e la sregolatezza degli anni Settanta e Ottanta è evidente in ogni singola pagina. Un modo di vivere la vita, la musica e l’amore completamente diversi.
Leggendo queste pagine, ho finalmente potuto vedere i membri della mia band preferita sotto un’ottica completamente diversa, ho potuto assaporare come sarebbe stato essere una loro fan nel pieno del loro successo. Peter Hince, roadie di Freddie Mercury e John Deacon, ha vissuto in prima persona tutto questo, e permette a noi lettori di rivivere con lui questa esperienza, entrare nel dietro le quinte, scoprire aneddoti, ricordi, avvenimenti.
Devo ringraziare sia chi mi ha regalato questo libro sia l’autore, perché per me è stato veramente illuminante leggerlo.
Terminato il libro, ho avuto una sorta di epifania. Non ho mai vissuto la morte di Freddie Mercury come un evento tragico, perché per me è sempre stato morto. Invece, leggendo questo libro, ho capito quanto la sua morte sia un enorme vuoto, artisticamente parlando. Era un genio, che avrebbe potuto continuare a dare tantissimo al mondo. Sarei potuta andare a vederlo cantare, e sarebbe stata l’esperienza più bella della mia vita. Magari, prima o poi avrebbe cominciato a perdere il suo smalto, avrebbe cominciato a non essere più quello di una volta, ma sarebbe stato lì a cantare per il suo pubblico, anche ora che avrebbe avuto settant’anni.
Invece, è scomparso fin troppo presto, lasciando nel mondo un vuoto incolmabile. E finora non me n’ero mai resa conto.
Meglio che mi fermi, prima che questa recensione diventi solo uno sproloquio su me che sono in piena crisi nostalgica.
Tornando al libro, penso che per tutti i fan dei Queen, ma anche del Rock in generale, sia un libro imperdibile, che racconta i retroscena di vivere e lavorare per una delle più grandi rock band nel pieno del loro successo.
E mentre ascolto nelle mie cuffie Bohemian Rhapsody, rivivo i momenti salienti del libri, e anche le canzoni sembrano avere un suono tutto nuovo, con questa nuova prospettiva.
Fatemi sapere con un commento cosa ne pensate, se lo avete letto. Ma anche se avete intenzione di farlo.
Fatemi sapere se anche a voi ha fatto tornare indietro nel tempo, in una spirale dei ricordi dolce e amara allo stesso tempo.


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