Road to Oscars: The post



Impedire la pubblicazione di documenti top secrets serve a proteggere la nazione oppure è semplicemente un bavaglio alla libertà di stampa? The post, tratto da una storia vera, racconta la pubblicazione dei Pentagon Papers prima dal Times e poi dal Washington Post, scatenando l’ira dei vertici e mettendo alla berlina tutte le bugie pronunciate sulla guerra del Vietnam.



The post è un film di Steven Spielberg, interpretato da Meryl Streep, Tom Hanks, Sarah Paulson, Bob Oderkirk, Tracy Letts, Bradley Whitord, Bruce Greenwood, Matthew Rhys.
Oltre alla nomination per miglior film, ha ricevuto la nomination per la miglior attrice protagonista a Meryl Streep.
Questo film, almeno per quanto mi riguarda, può essere diviso in due parti. La prima metà è piuttosto lenta, e in un primo momento pensavo che questo film non mi sarebbe piaciuto così tanto.
Ci mette un po’ a carburare e ad entrare nel vivo.
La seconda metà invece è stata molto emozionante e piena di suspense, bilanciando la prima parte.
The post racconta eventi realmente accaduti e pone una domanda fondamentale: quando un governo è autorizzato a silenziare la stampa? È davvero nel diritto di un governo decidere cosa i giornali possono o non possono pubblicare? Ciò non porterebbe a una dittatura?
Il film si pone questo interrogativo quasi fin dal primo momento.



Pubblicare i Pentagon Papers, una raccolta di documenti top secrets che provano che il governo sapeva che la guerra del Vietnam era persa in partenza, costituiva un grave rischio per qualsiasi giornale.
Il governo, infatti, sosteneva che avrebbe potuto costituire un rischio per i soldati ancora al fronte. Al contrario, le testate giornalistiche affermavano il loro diritto alla libertà di stampa, asserendo che solo i regimi totalitari controllano l’informazione.
Alla Corte Suprema spetterà la decisione finale.
Dopo aver visto questo film mi chiedo come mai Tom Hanks non sia stato candidato come miglior attore, perché ha svolto un lavoro magistrale e l’ho adorato fin dal primo minuto in cui l’ho visto sullo schermo.



Altra recitazione senza pari è ovviamente quella di Meryl Streep, che per quanto mi riguarda potrebbe anche recitare l’elenco del telefono e riuscirebbe comunque a emozionare qualsiasi persona.
Mi è piaciuto un sacco anche Bob Oderkirk, che adoro particolarmente soprattutto per il ruolo di Saul Goodman in Breaking Bad e Better Call Saul.



The post è un film fantastico, che analizza l’importanza dell’informazione e della libertà di poter informare. Il fatto che racconti eventi reali è ancora più importante, perché sono quel tipo di storie che andrebbero conosciute un po’ da tutti, e devo dire che Spielberg ha fatto davvero un ottimo lavoro. Nonostante la prima metà ci metta un po’ a partire, alla fine la seconda parte compensa del tutto le mancanze della prima.
La scena finale, poi, è qualcosa di sublime (non vi dico altro, andatelo a vedere!).

Piccola noticina (e qui mi ricollego anche alla recensione di Lady Bird, visto che non ho menzionato questa cosa quando ho parlato del film).
In questo film ritroviamo Michael Stuhlbarg, l’attore che interpretava il padre di Elio in Chiamami col tuo nome. Ma Stuhlbard non si è fermato qui: ha recitato anche in The Shape of Water - La forma dell’acqua, altro film candidato alla statuetta di miglior film. Quindi, questo attore è presente in ben tre dei nove film della lista.



Allo stesso modo, Timothée Chalamet, che interpreta proprio Elio in Chiamami col tuo nome, ha una parte non da poco in Lady Bird.

Dopo questa interessante curiosità, io vi saluto e vi do appuntamento alla prossima recensione.

A presto.

Se vuoi vedere le recensioni agli altri film candidati, clicca qui: Road To Oscars


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