Il ritorno delle furie di Richard K. Morgan



Da tempo immemorabile, Harlan's World - un pianeta ricoperto dagli oceani e con soltanto il cinque per cento di terra abitabile - è dominato da un'unica famiglia: gli Harlan, appunto. È questo il luogo in cui è nato Takeshi Kovacs e in cui l'ex mercenario è tornato. Ma New Hakkaido, la fredda, insensibile e labirintica capitale, è un posto molto pericoloso, soprattutto per Takeshi, che prima di diventare un soldato era un elemento di spicco nelle gang locali. Così, in un ambiente in cui si aggirano criminali e cacciatori di teste, predicatori religiosi e politici senza scrupoli, Takeshi affonderà in un vortice di intrighi e violenza, e dovrà confrontarsi con un nemico inaspettato: in una società che ha sconfitto la morte - la coscienza può essere digitalizzata e trasferita in un altro corpo -, Takeshi dovrà affrontare una versione di se stesso molto più giovane, forte e determinata. Una cosa soltanto è sicura: uno dei due Takeshi Kovacs deve morire...



Torniamo a parlare di Takeshi Kovacs! Vi ricordate di lui? Il protagonista di Bay City e Angeli Spezzati, ma anche della serie tv Altered Carbon.
Oggi vi parlo del terzo e, per ora, ultimo romanzo della trilogia: Il ritorno delle furie.
Per la prima volta, ritroviamo Takeshi in quello che è il suo pianeta natale, Harlam's World.
Questo libro, forse più degli altri, sembra realistico. Mi spiego meglio: ci sono termini, di cui Morgan fa largo uso, coniati da lui stesso come Quellismo e Neoquellismo, che rendono il romanzo molto più realistico di quanto possa essere un romanzo fantascientifico (almeno per quanto mi è capitato di leggere finora).



Questo perché, oltre alla fantascienza in sé creata da Morgan, ne ha fornito un background compatibile con la storia reale. Inventare correnti di pensiero, inventare una serie di istituzioni come ha fatto Morgan è sì tipico della fantascienza, ma nelle sue opere raggiunge un livello superiore. C'è un tentativo di rendere la narrazione ancora più credibile, come se avesse letto un libro di storia e poi avesse semplicemente continuato a narrare, rimanendo fedele a quanto era accaduto fino a quel momento all'umanità. Mantenendo insomma una coerenza narrativa con gli eventi reali della storia umana.
Tratta, insomma, la storia come se fosse un personaggio, facendolo evolvere, ma allo stesso tempo mantenendolo fedele a se stesso.
Questo libro mi sta piacendo di più di Angeli Spezzati, forse perché ritroviamo un po' quella componente noir che era tipica di Bay City, il primo della saga.



La cosa che più mi è piaciuta è il fatto che ci fossero di nuovo due Takeshi Kovacs: era già accaduto in Bay City, ma qui avviene in maniera totalmente differente.
Ho trovato geniale che la versione più giovane di Takeshi, assoldata per ucciderlo, abbia effettivamente accettato di ammazzare il se stesso futuro senza farsi troppi problemi.
Morgan riesce sempre a stupirmi.
Kovacs è un protagonista fantastico, proprio per il suo essere antieroe. È un uomo che, nonostante possieda comunque dei sentimenti (anche se cerca di nasconderlo), non riesce comunque a metterli al primo posto. 
Morgan non gli dà mai una sorta di redenzione, non lo rende mai "buono": eliminando la parte oscura di Kovacs, rovinerebbe il suo personaggio, lo renderebbe meno interessante e meno innovativo di quello che è così. Per questo sono felice che Kovacs, nei tre libri in cui è protagonista, rimane sempre fedele a se stesso: uno spedi, una macchina di morte addestrata in ogni modo possibile, temuta da chiunque in ogni mondo governato dal Protettorato.



Vi consiglio fortemente di recuperare questa trilogia, se non lo avete ancora fatto. Come ho scritto nella recensione ad Altered Carbon, la serie tv tratta dal primo volume, spero vivamente che Netflix decida di trasporre anche gli altri due libri.
Se avete qualche saga che tratta argomenti simili da consigliarmi, sono tutta orecchie.
Continuando la mia scia di letture fantascientifiche, vi anticipo che presto uscirà la recensione su "Ma gli androidi sognano pecore elettriche?", romanzo di Philip K. Dick da cui è stato tratto il famosissimo film Blade Runner.

A presto.


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