L'erede della Luce di Luca Rossi



Dopo essere tornata indietro nel tempo per salvare l’isola di Turios e ricucire il tessuto temporale, Lil, in fin di vita, viene curata nell’antico villaggio dei suoi avi, la cui ribellione scatena la pesante rappresaglia dell’esercito reale. Rimasta sola e separata dalla sacerdotessa Miril, sua guida e compagna, si trova di fronte a una scelta impossibile: rinunciare alla propria vita e a quella di tutti gli abitanti del suo mondo salvando i rivoltosi o assistere impassibile al loro sterminio.
Intanto Miril è tenuta prigioniera nel Palazzo Reale dei nemici, dove tutti i suoi poteri sono inefficaci contro una magia ben più antica e potente della sua, e dove, per riguadagnarsi la libertà, dovrà superare una serie di prove mortali nelle quali il pericolo maggiore è rappresentato da se stessa.
Nel futuro, la bellissima regicida Milia attende mestamente la sua esecuzione nel regno stravolto dai cambiamenti della regina Aleia, capace in poco tempo di ridare lustro e importanza al trono e conquistare il popolo. La nuova Isk, però, è minacciata dagli sconvolgimenti messi in moto dal mago Aldin, tanto da costringere la sovrana a guidare una pericolosa spedizione nel passato.
Le modifiche temporali scatenano tuttavia degli effetti sempre diversi, portando Lil a spingersi ben oltre il limite nell’utilizzo dei suoi poteri magici, al punto da abusarne e attirare persino l’attenzione di chi detiene il potere assoluto sull’evoluzione dei pianeti. Nel nucleo centrale del governo della Federazione dei Mondi, il Presidente Molov non perde tempo a decretare la più grave delle punizioni per chi si è reso colpevole dell’uso di un potere che si credeva scomparso da millenni.


Eccoci tornati a parlare della serie I rami del tempo con il suo secondo volume, l'Erede della Luce.
Nello scorso romanzo eravamo rimasti in sospeso, in un finale ad alta tensione in cui non potevamo sapere cosa ne sarebbe stato dei nostri protagonisti.
L'Erede della Luce riprende esattamente dove I rami del tempo si era interrotto. Milia e Lin sono nel passato e cercano di rimediare a ciò che il mago Aldin ha combinato, mentre nel regno di Isk è salita al trono la regina Aleia, molto più lungimirante di quello che era suo marito, un re barbaro e crudele.
In questo volume devo ammettere di non aver trovato tutte le risposte alle domande che mi ero posta quando ho terminato il primo, eppure la narrazione mi è sembrata molto meno criptica.
Forse perché avevo imparato a conoscere i personaggi, forse perché con questo volume la storia entra nel vivo e si cominciano a capire più cose, ma la trama mi è sembrata meno fumosa rispetto a I rami del tempo.
Alcune cose sono ancora da svelare, certo, ma c'è un terzo libro da leggere e sono sicura che nel finale tutto verrà dipanato.
Tornando a questo romanzo in particolare, devo dire che mi piace molto l'idea che esistano rami del tempo.
Di viaggi nel tempo se ne parla in tantissime opere ed è davvero difficile trovare un modo innovativo di farlo: in quest'opera, l'autore paragona le diverse realtà temporali a dei rami.
Se si cambia qualcosa nel passato, il ramo temporale avvizzisce e muore per lasciarne posto ad uno totalmente nuovo. Tuttavia, il processo non è immediato come si può pensare: anzi, dà il tempo ai personaggi di rendersene conto e di porre rimedio (o almeno provarci).
Comunque, viaggiare nel tempo ha sempre i suoi rischi e anche chi cerca di rimediare alla fine potrebbe a sua volta provocare danni.
Altro fattore che mi ha stupita è stata la svolta fantascientifica che ha preso il romanzo: certo, sapevo che come genere gli era stato attribuito anche il fantascientifico, ma finora non avevo potuto leggerne gli elementi in prima persona.
Questa novità getta una nuova luce su tutto ciò che è successo in precedenza, creando una nuova serie di domande. Non vedo l'ora di leggere il terzo e ultimo volume per capire e scoprire tutto ciò che è stato lasciato in sospeso.
Tirando le somme, devo dire che ho apprezzato moltissimo questo secondo romanzo, anche se il primo ha avuto su di me un impatto emotivo più forte.
Forse era la novità che mi ha conquistata, oppure questo secondo volume risente un po' del fatto di essere un libro di passaggio tra l'inizio e la fine.
Ciò non toglie certamente valore all'opera, ma per ora il primo rimane il migliore, secondo me.
Direi che quattro piume e mezzo è il voto giusto!

Io vi do appuntamento alla prossima recensione e rimanete sintonizzati, perché presto arriverà l'articolo anche sul terzo romanzo di questa saga, Il segreto della sorgente.


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