Gravity (film 2013)



Gli astronauti Ryan Stone e Matt Kowalsky lavorano ad alcune riparazioni di una stazione orbitante nello spazio quando un'imprevedibile catena di eventi gli scaraventa contro una tempesta di detriti. L'impatto è devastante, distrugge la loro stazione e li lascia a vagare nello spazio nel disperato tentativo di sopravvivere e trovare una maniera per tornare sulla Terra.

Gravity è un film del 2013 diretto da Alfonso Cuarón con Sandra Bullock e George Clooney. Il film ha vinto ben sette oscar: miglior regia, miglior effetti speciali, miglior fotografia, miglior montaggio, miglior colonna sonora, miglior sonoro e miglior montaggio sonoro.
Ero molto restia a vedere questo film, non perché pensavo fosse brutto, ma perché temevo che mi avrebbe fatto venire un attacco d'ansia.
Ed effettivamente ci sono andata vicina. Sono sicura che se lo avessi visto al cinema sarei scappata dalla sala con il batticuore.
Non perché faccia paura, ma il livello di tensione è talmente alto che per una persona come me sarebbe stato davvero difficile vederlo sul grande schermo.
Gravity è un film particolare: sullo schermo vediamo soltanto due personaggi, ma in realtà soltanto uno di questi è visibile per tutto il film.
La solitudine e la disperazione è uno degli elementi principali di questa pellicola, come se il resto non bastasse a far venire l'ansia.
Non ho problemi di solito in film ambientati nello spazio, ma ciò che mi fa paura davvero sono le situazioni palesemente senza speranza. Le situazioni dove non sembra esserci via d'uscita se non all'ultimo.
Per questo, Gravity non è stato un film per niente facile da vedere.
Tuttavia, vederlo a casa, rilassata sul mio letto, ha contribuito ad allentare un po' la tensione e a farmi apprezzare tutto il lato tecnico di questo film, nonché la straordinaria recitazione di Sandra Bullock.
Il film è stato realizzato meravigliosamente: era così perfettamente confezionato da farmi venire i brividi.
Ciò che ho apprezzato più di tutto è stato l'uso del suono, perfettamente calibrato e in sincrono con le immagini, che contribuiva a creare l'atmosfera.
Non so se riuscirei mai a rivederlo, ma sono contenta di averlo fatto almeno una volta.
Mentre scrivo, mi sto rendendo conto che in realtà non è tanto ciò che succede ad avermi fatto provare tutta quell'ansia, quanto la solitudine della protagonista.
Per quasi tutta la pellicola, Sandra Bullock è sola e dispersa nello spazio aperto: anche se razionalmente sapevo che era soltanto un film, non è stato per niente facile.
Se cercavo di immedesimarmi in lei, la situazione mi appariva così terrificante che sarebbe stato meglio mantenere un distacco emotivo, invece che provare a mettersi nei panni della protagonista.
Poi, io in generale sono una fifona, quindi non faccio testo. Sono sicura che molti riusciranno a godersi questo film più di me.
Per questo vi consiglio di vederlo: certo, se siete come me siete stati avvisati su ciò che vi troverete davanti, ma consolatevi: ne varrà la pena, perché il modo in cui il film è stato realizzato è davvero unico e sarebbe un peccato perderselo.

Almeno una volta nella vita andrebbe visto.



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