Vita di paese di Maria Caterina Basile



È possibile fare ritorno in una terra-miraggio, rimasta nell'attesa di un futuro che pare non compiersi mai e trovare finalmente se stessi? Damiano Pellegrino, trentacinquenne simbolo di una generazione in viaggio, ci prova, affrontando e vincendo una difficile sfida.


Molto spesso, quando arrivano delle richieste che raccontano un po' la realtà del Sud Italia, sono la prima a farmi avanti e a propormi come recensore.
Questo perché, nonostante siano tanti anni che vivo altrove, ho un'idea abbastanza precisa di come si viva al sud, sopratutto in un paesino piccolo, senza contare che provengo all'incirca dalla stessa zone di cui si parla in questo romanzo.
Ecco perché Vita di Paese mi ha fatto riaffiorare tanti ricordi e sensazioni che credevo sopiti dentro di me.
Nonostante sia un romanzo breve, concentra in pochi capitoli una questione che secondo me è molto interessante: andare o restare? E, soprattutto, se si è andati, cosa vuol dire il tornare?
Mi spiego meglio: il protagonista è uno dei tanti che se n'è andato a cercare la sua fortuna altrove, in questo caso in Svizzera.
Eppure, a trentacinque anni fa ritorno al suo paese natale, alla ricerca di se stesso e di uno scopo nella vita.
La poesia di questo romanzo mi ha fatta riflettere tantissimo, sulle scelte che compiamo, sulla vita e sulla piega che vogliamo che prenda.
Possiamo pensare che ritornare al paese d'origine sia una sconfitta, oppure possiamo pensare che sia una rinascita.
Sta al protagonista decidere quale delle due strade prendere, quale dei due lati della medaglia ha deciso di prediligere.
Vi consiglio questo romanzo?
Sì, assolutamente. Io, che un po' mi sento orfana della mie origini e un po' mi sento parte di ciò che ho trovato altrove, mi sono rivista completamente nel protagonista.
E rivedermi in lui, vivere certe cose dal suo punto di vista, leggere i suoi pensieri nero su bianco mi ha fatta riflettere tantissimo su molte cose che non avevo mai considerato.
È stata una lettura molto illuminante.
Altra nota di merito è lo stile dell'autrice, a metà tra l'introspettivo e l'onirico. Seguiamo la storia entrando letteralmente nella testa del protagonista: non solo vediamo tutto con i suoi occhi, ma sentiamo i suoi pensieri e sogniamo i suoi sogni. Viviamo attraverso lui un'esperienza a 360 gradi, che ci immerge completamente e ci fa veleggiare tra i pensieri come veleggia Damiano.
Come avrete intuito, sono rimasta entusiasta e colpita da questa lettura, e spero che anche a voi piacerà ed ispirerà almeno un po' di quanto ha fatto con me.
Se conoscete l'opera, se l'avete già letta e volete dirmi cosa ne pensate, lasciatemi un commentino qui sotto, che sono curiosissima di scoprire i vostri pareri.
Se siete incuriositi e volete leggerlo, in alto nella recensione troverete il link per acquistarlo.

Alla prossima recensione.




Commenti