Shadowshaper - Ombre di Daniel José Older


Trama:
La scuola è appena finita a New York e Sierra Santiago, un’adolescente portoricana, si prepara a trascorrere l’estate divertendosi con i suoi amici e lavorando al murale che sta dipingendo. Ma i suoi piani saltano quando i murales di Brooklyn iniziano a trasformarsi: i colori sbiadiscono, i volti piangono e cambiano espressione. Suo nonno Lázaro poi, duramente colpito da un ictus, riacquista lucidità solo per
qualche minuto per lanciarle un avvertimento: Sierra è in pericolo, deve trovare un ragazzo di nome Robbie e insieme devono finire il suo murale al più presto. Be’, New York sarà anche una città caotica, ma è chiaro che sta accadendo qualcosa di incomprensibile... Sempre più confusa, Sierra riesce a rintracciare il misterioso ragazzo e con il suo aiuto verrà a conoscenza di un importante segreto: lei è una plasmaombre, ovvero possiede il potere di veicolare gli spiriti degli antenati attraverso l’arte. Sfortunatamente, però, sembra che qualcuno sia sulle sue tracce, qualcuno disposto a tutto pur di sottrarle quel dono... Con l’aiuto di Robbie e dei suoi amici, Sierra dovrà imparare in fretta a manipolare l’arte magica in suo possesso, prima di perdere tutto ciò che ama. Un’avventura grandiosa. Un romanzo destinato a lasciare il segno.


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Buondì, quest’oggi prima di parlarvi del libro in questione inizierò subito con una mia digressione, ma chi legge quello che scrivo solitamente sa che i miei vaneggiamenti hanno sempre un motivo: anche se ci giro parecchio intorno, poi arrivo al punto.
Dunque, sono del parere che quando si scrive un libro bisogna farlo con cognizione di causa, non ho mai tenuto mistero di questo mio pensiero. I libri arrivano alle persone, volente o nolente insegnano e pertanto il messaggio che viene inserito deve essere gestito bene. Non si possono scrivere libri dove le donne accettano un fidanzato/amante/spasimante che è a livello di uno stalker, come non si può superare tutto con uno scusa e un ti amo. Lo so che i libri servono per evadere, per passare momenti piacevoli, ma quando si scrive un libro, che sia più o meno di intrattenimento, bisogna metterci la testa.


Il libro che mi accingo a recensire è inserito nel genere Young Adult, giovani adulti, un modo come un altro per chiamare gli adolescenti. Una fascia molto plasmabile della società che può imparare o meno da quello che legge e soprattutto può ricevere degli insegnamenti, che questi siano giusti o sbagliati dipende dallo scrittore e da come tratta determinati argomenti. In questo caso ho veramente apprezzato la decisione dell’autore di inserire dei protagonisti che negli Stati Uniti appartengono a minoranze, l’ho trovato interessante, e anche se il libro è uscito qualche anno fa, è appropriata per i tempi che corrono. Le persone dovrebbero leggere un po’ di più, magari imparerebbero a essere meno impaurite da tutto ciò che va oltre il loro naso. Magari potrebbero smettere di avere paura di quello che è differente.
La protagonista di questo romanzo fantasy, il primo di una trilogia da quanto ho scoperto su Goodreads, è una ragazza di origini Caraibiche; la sua famiglia arriva da Puerto Rico e lo stesso vale per il coprotagonista del romanzo.


L’elemento fantasy del romanzo attinge alla cultura Caraibica, al mix di culture che si trovano in quelle isole. La protagonista, Sierra Santiago, ha origini portoricane, un mix tra gli spagnoli che arrivarono sin lì occupando le isole, gli abitanti originali del luogo e i Taino, un popolo che raggiunse le isole arrivando dal Sud America. I Taino portarono con loro la loro religione e le loro leggende, leggende che si andarono a mischiare con quelle della nuova terra dove si erano trasferiti e con il tempo si sono mescolate a quelle spagnole, creandone di nuove ancora. Sono culture che si sono mischiate tra loro, ma alcune persone portano avanti e ricordano miti e leggende che c’erano prima della fusione: racconti trasmessi di generazione in generazione. Nomi di divinità, e poteri che solo in pochi erano in grado di usare. Poteri che poi venivano trasmessi di padre in figlio o figlia. Di generazione in generazione, fino a quando la famiglia di Sierra, che appartiene a queste persone, non arriva negli Stati Uniti, a New York. Un nuovo paese, un mix di culture, una terra dove loro sono una minoranza ed è difficile essere accettati. Così, man mano, il nonno della ragazza decide di non trasmettere alla più piccola delle sue nipoti questa conoscenza, i poteri dei plasmaombre.


Il libro inizia così, con Sierra circondata da strani avvenimenti, non pericolosi, ma cose che riesce a vedere solo lei. Osserva i murales della città man mano sbiadire, scomparire, alcuni piangere. La curiosità nasce in lei, fino a quando suo nonno, con parole sconnesse, dopo aver avuto un ictus, non le affida un compito. E così Sierra si mette alla ricerca delle sue origini, della cultura della sua gente, di quella magia che è sua per diritto di nascita, ma per fare tutto questo ha bisogno di aiuto, di una guida, di qualcuno che la indirizzi verso la giusta direzione.
Il libro ha un ottimo stile, scorrevole e ben scritto; alterna il fantasy, la magia e la cultura caraibica benissimo, inserendola in una città moderna come New York. Inserisce inoltre i problemi che possono avere degli adolescenti assieme a quelli culturali: Sierra e i suoi amici vivono in una zona dove ci sono per lo più immigrati, vengono visti in maniera differente, sospettosa, dai “bianchi” come li chiamano loro.


Ho apprezzato veramente questo romanzo, il modo in cui è scritto, la protagonista; solitamente non amo i personaggi femminili, eppure questa ragazza, fiera di quello che è e delle sue origini, mi è piaciuta tantissimo. Come ho apprezzato questo fantasy particolare e spero tantissimo di poter leggere i libri a seguire dello stesso autore.

Cinque piume per lui.



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