Una stanza piena di gente di Daniel Keyes



Il 27 ottobre 1977, la polizia di Columbus, Ohio, arresta il ventiduenne Billy Milligan con l'accusa di aver rapito, violentato e rapinato tre studentesse universitarie. Billy ha vari precedenti penali e contro di lui ci sono prove schiaccianti. Ma, durante la perizia psichiatrica richiesta dalla difesa, emerge una verità sconcertante: Billy soffre di un gravissimo disturbo dissociativo dell'identità. Nella sua mente «vivono» ben 10 personalità distinte, che interagiscono tra loro, prendono di volta in volta il sopravvento e spingono Billy a comportarsi in maniera imprevedibile. 


Eccomi oggi a recensire una lettura che per me non è stata tanto facile. E questo non perché il romanzo non mi sia piaciuto, ma perché è tratto da eventi reali.
Una stanza piena di gente racconta infatti gli eventi reali che hanno portato alla cattura di Billy Milligan e alla scoperta delle sue numerose personalità, tutte distinte e consapevoli.
La difficoltà non è nella lettura in sé: anzi, l'autore ha uno stile molto scorrevole e un linguaggio abbastanza semplice. Ho trovato azzeccata la scelta dello stile linguistico, perché ha reso di immediata comprensione la psicologia del personaggio di Billy, non facile da riportare sulla carta.
Si capisce benissimo, grazie alle spiegazioni dell'autore, quali siano le varie personalità, quali siano le loro particolarità e perché Billy non è del tutto consapevole di quello che succede dentro di lui.
No, la vera difficoltà nel leggere stava proprio nel fatto che tutto ciò che viene raccontato è successo per davvero.
Molto spesso, quando leggo provo la sensazione di estraniarmi dal mondo: non importa cosa accada nel libro che ho preso in mano, sono consapevole che tutto ciò che succede (bello o brutto che sia) rimane in quel libro e non si mescola con la realtà.
Per mio gusto personale, leggo pochissimi romanzi che raccontano eventi realmente accaduti e spesso questi romanzi partono da un evento reale per poi modificarlo o romanzarlo.
Faccio un esempio: ho amato la Trilogia del Secolo di Ken Follett perché, nonostante parlasse di eventi reali, ha comunque creato personaggi dal nulla e ha un po' romanzato le vicende. In ogni caso, sui romanzi storici non ho mai avvertito particolare fastidio riguardo alla mescolanza di realtà e fantasia.
Qui, il sapere che tutto ciò che leggevo corrispondeva ad eventi reali mi ha un po' turbata, soprattutto dal punto di vista psicologico.
Nonostante tutto, l'ho trovata una lettura molto appagante e interessante: come ho già sottolineato, lo stile dell'autore è semplice e non appesantisce una lettura già gravata del tema di cui tratta.
Vi do un consiglio: se volete leggere questo libro, vi conviene non informarvi troppo sulla vita di Milligan. Il romanzo racconta per filo e per segno tutti gli eventi della vita del ragazzo, non inventa nulla. Cercando informazioni rischierete di rovinarvi la lettura, sapendo già come andranno a finire le cose.
Se l'argomento vi piace, vi consiglio anche il film Split (che io vedrò a breve) che è stato liberamente tratto proprio da questo romanzo e dalla vita di Milligan.
Come votazione do quattro piume, un po' per le ragioni citate sopra e un po' perché mi aspettavo qualcosa di più. Mi è piaciuto, per carità, ma quando ho finito di leggerlo non ho sentito quella tipica sensazione che si prova quando si finisce un capolavoro.
Voi lo conoscete? L'avete letto? Fatemi sapere la vostra opinione lasciandomi un commentino qui sotto!
Alla prossima recensione.





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