Less di Andrew Sean Green




Problema: sei uno scrittore fallito sulla soglia dei cinquant'anni. Il tuo ex fidanzato, cui sei stato legato per nove anni, sta per sposare un altro. Non puoi andare al suo matrimonio, sarebbe troppo strano, e non puoi rifiutare, sembrerebbe una sconfitta. Sulla tua scrivania intanto languono una serie di improbabili inviti da festival ed editori di tutto il mondo. Domanda: come puoi risolvere entrambi i problemi? Soluzione: accetti tutti gli inviti, se sei Arthur Less. Inizia così una specie di folle e fantasioso giro del mondo in 80 giorni che porterà Less in Messico, Francia, Germania, Italia, Marocco, India e Giappone, riuscendo a frapporre migliaia di chilometri tra lui e i problemi che si rifiuta di affrontare. Cosa potrebbe andare storto? Tanto per cominciare, Arthur rischierà di innamorarsi a Parigi e di morire a Berlino, sfuggirà per un pelo a una tempesta di sabbia in Marocco e arriverà in Giappone troppo tardi per la fioritura dei ciliegi. In un giorno e in un luogo imprecisati, Less compirà i fatidici cinquant'anni: questa seconda fase della vita gli arriverà addosso come un missile, trascinando con sé il suo primo amore e anche l'ultimo.


Quando mi hanno consigliato questo libro, mi è stato presentato come "Mangia, Prega, Ama" in versione gay. Non avendo mai letto o visto "Mangia, Prega, Ama", in realtà non sapevo cosa aspettarmi esattamente.
Per questo ho iniziato Less senza avere la minima idea della trama: mi sono ritrovata catapultata in un romanzo molto intimo, che incentra tutta la sua trama sul desiderio di fuga del suo protagonista.
Arthur Less è uno scrittore e anche molto bravo, ma il suo talento non sempre è riconosciuto come merita. Per questo si trova ad aver bisogno di soldi, anche se non è certo il suo problema principale.
Arthur fugge da un invito ad un matrimonio: non può andare, perché sarebbe compatito in ogni singolo momento, ma non può rifiutare, perché sembrerebbe rancoroso e comunque verrebbe compatito.
La soluzione che trova a questi due problemi è la medesima: accettare ogni proposta che gli è stata fatta e che lo porti fuori dagli Stati Uniti.
Così, i lettori iniziano il viaggio assieme ad Arthur, imparando a conoscerlo man mano che le pagine scorrono. La sua vita viene a poco a poco snocciolata, mentre tra una parte e l'altra Arthur ricorda gli eventi salienti che l'hanno condotto fino a quel momento.
E questi viaggi avventurosi sono quasi terapeutici, per lui. Lo mettono di fronte ai tanti errori che ha fatto, a sentimenti che non pensava di provare, a ciò che negava perfino a se stesso.
Il viaggio di Arthur non è solo un viaggio fisico ma è anche simbolico; è il viaggio che compie all'interno della sua anima per venire a patti con se stesso, con il suo vero io.
Ne uscirà cambiato, anzi, non cambiato per davvero, ma certamente più consapevole di se stesso e dei suoi desideri.
Non vi dirò il finale, ma è stato davvero la ciliegina sulla torta di un romanzo fantastico, un modo perfetto per concludere la storia.
Ve lo consiglio? Assolutamente sì, è uno dei migliori romanzi che abbia letto negli ultimi tempi, e può potenzialmente piacere a chiunque.
Ovviamente, per me merita il massimo dei voti.

Alla prossima recensione.


Commenti