Aquaman (Film 2019)


Adattamento cinematografico dedicato ad Aquaman, il supereroe dell'universo DC Comics creato nel 1941 da Paul Norris et Mort Weisinger. L'azione segue gli eventi di Justice League. Arthur Curry noto anche come il Protettore degli oceani Aquaman (Jason Momoa), esita a prendere il posto che gli spetta alla guida del regno sottomarino di Atlantide. Se nella sua prima avventura corale il giovane ibrido umano-atlantideo ha dichiarato di avere ancora “un casino di cose da fare”, il film da protagonista lo vede più maturo e meno spavaldo, intenzionato a mettere la forza sovrumana di cui è dotato, l'abilità di governare le maree e la capacità di nuotare a elevatissime velocità, al servizio dei più deboli. La sua lealtà tuttavia, è divisa tra gli abitanti della terra, che continuano a inquinare il pianeta, e il popolo subacqueo che progetta segretamente di invadere la superficie. Il supereroe spaccone e solitario dovrà scegliere con giudizio la strategia da adottare per garantire la pacifica convivenza tra le due parti. Accanto a lui ci saranno preziosi consiglieri come Mera (Amber Heard) e pericolosi nemici come il fratellastro Orm (Patrick Wilson) che mira al trono.

Che la DC non abbia saputo costruire un universo cinematografico coerente come quello della Marvel è notorio praticamente a tutti. A parte la parentesi di Wonder Woman, che ha convinto molti tra critica e pubblico, il resto delle loro produzioni è stato pesantemente affossato da problemi vari, tra dubbie scelte di trama e incoerenza generale (discorso diverso per quanto riguarda le serie TV, ma in teoria non fanno parte dello stesso universo, quindi passiamo oltre). Aquaman, uscito più di un anno dopo l'ultimo film DC (quella Justice League che ha fatto discutere molto e in cui appare per la prima volta il personaggio) mostra i segni di un cambio di direzione per quanto riguarda la qualità dell'opera, pur se non esente da difetti.

Partiamo dalla trama: cronologicamente si svolge un anno dopo gli eventi della Justice League (viene infatti citata la battaglia contro Steppenwolf), e già qui ammetto di avere storto un po' il naso, in quanto nel film precedente sembrava sottinteso che Arthur fosse già stato ad Atlantide e vi avesse conosciuto Mera, mentre qui ci viene spiegato che in realtà ha sempre evitato i contatti con gli atlantidei, ritenendoli responsabili della morte della madre, e lasciando di fatto il dubbio sul momento in cui i due si sono incontrati la prima volta (ma probabilmente verrà spiegato in un film successivo). Il fatto di essere però ambientato in un momento successivo ha fatto sì che nel film ormai il momdo sa dell'esistenza dei metaumani, lo stesso Arthur agisce praticamente alla luce del sole e in molti sanno chi è: una scelta che ha permesso di aggiungere simpatici siparietti che alleggeriscono un pò il tono generale della trama (la scena al bar con i teppisti che gli chiedono un selfie è entrata tra le mie preferite). Il film di per sé è un classico viaggio di formazione: il protagonista che parte per trovare il potere che gli permetterà di essere re, il cattivo che agisce per vendetta, la principessa che lo accompagna... tutti cliché del genere già visti altre volte, ma che qui vengono costruiti in maniera solida e tengono bene in piedi la storia. I (pochi) colpi di scena sono tutti abbastanza prevedibili da uno spettatore abbastanza scafato, ma compiono il loro dovere. Forse si sarebbe potuto tagliare qualcosa qua e la per renderlo un po' più snello come durata, ma in fondo due ore e mezza sono ormai la norma per i film di supereroi.



Spendiamo poi due parole sul cast: Jason Momoa ha incarnato il personaggio per la prima volta in Batman Vs. Superman: Dawn of Justice. Il look scelto per l'attore hawaiiano, in netto contrasto con l'immagine pulita del personaggio dei fumetti, coi tatuaggi, i capelli lunghi e la barba richiama origini tribali. Del resto non poteva essere altrimenti per colui che col personaggio del khal dei Dothraki, Khal Drogo, si è conquistato un posto nell'immaginario erotico delle spettatrici del Trono di spade e nel 2011 al cinema ha interpretato anche Conan il barbaro. L’ex consorte di Johnny Depp, la biondissima (e qui rossissima) Amber Heard, è Mera, compagna dell'eroe e regina di Atlantide: ruolo che sembra le abbiano cucito addosso (un po' come il suo costume di scena, attillato ai limiti dell'inverosimile). Per le due nemesi del protagonista la Warner ha scelto Yahya Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta e Patrick Wilson per il personaggio di Re Orm: il primo praticamente perfetto, copia sputata della versione fumettesca, il secondo convincente pur con qualche scivolone. Menzione speciale inoltre per Willem Dafoe, qui alla seconda prova in un film di supereroi (la mia generazione lo ricorderà per sempre per il suo Green Goblin nello Spider-Man di Sam Raimi) e Nicole Kidman, che sembra essere tornata indietro di dieci anni minimo.

Ottimi anche gli effetti speciali: i migliori sono ovviamente dedicati alle scene ambientate sul fondo dell'oceano, anche se l'uso massiccio tende a rendere le scene di combattimento in acqua più caotiche e concitate di quanto non fossero già. Buone anche le varie ambientazioni, dal deserto del Sahara alla nostra Sicilia (solo io mi sono sentito orgoglioso che la prima cosa buona del mondo degli uomini che ha visto Mera è stata l'Italia?).

Da appassionato di fumetti mi sento pero' di far notare una cosa: alcune delle location e delle creature più che ai fumetti originali sembravano ispirati al manga giapponese One Piece di Eichiro Oda. Impossibile non riconoscere nel mare nascosto, nascondiglio del tridente di re Atlan, la controparte cinematografica del cuore dei mari cercato dal personaggio di Sanji praticamente fin da quando è comparso nella storia. Anche altre creature, come i Brine e il lovecraftiano Karathen, pur facendo parte dell'immaginario marinaresco da generazioni, sembrano assomigliare più alle versioni fumettistiche che a quelle classiche. Si tratta di dettagli di poco conto, ma da appassionato mi fa piacere farli notare.

Concludendo, se il genere superoistico non vi ha mai convinto, difficilmente qui cambierete idea; se invece come me in dieci anni non vi siete mai persi un singolo film Marvel o DC e siete in attesa di Capitan Marvel, direi che il re degli oceani è un ottimo modo per trascorrere due ore e mezza in allegria.

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