Strada senza ritorno di K.A. Merikan


Ciao a tutti. Oggi vi parlo di un libro uscito qualche tempo fa sotto il marchio di Quixote Translation: Strada senza ritorno, di K.A. Merikan.


Trama:
Zak. Tatuatore. Indipendente. Non ama avere relazioni.
Stitch. Motociclista fuorilegge. Rifiuta la propria sessualità. Non ama condividere ciò che è suo.
Il giorno del divorzio di Stitch, la personificazione della lussuria entra nel bar dove lui sta festeggiando. Pieno di tatuaggi e piercing, sfacciato, e bello come il peccato, Zak è l’erezione che Stitch ha atteso per tutta la vita. Tutto quello che Stitch desidera è poterne assaggiare anche solo un morso. Quello che segue invece è un banchetto sensuale dopo il quale nulla sarà più come prima. Costretto a nascondere la sua nuova relazione al mondo intero, Stitch cerca di mediare tra famiglia, club e criminalità, ma è solo questione di tempo prima che diventi troppo difficile. Zak si trasferisce a Lake Valley in cerca di pace e tranquillità, ma quando cade tra le grinfie di un Hound of Valhalla, la sua vita diventa tutto meno che semplice. Per poter stare con Stitch, il sogno erotico di Zak, deve tornare a nascondersi. Per quanto quella relazione sia infuocata, i segreti, il doversi nascondere, la violenza, la gelosia e l’atteggiamento bigotto della città colpiscono Zak nel modo peggiore. Quando fingere di non sapere cosa fa il suo uomo diventa impossibile, Zak deve decidere se la vita con un motociclista fuorilegge è davvero ciò che vuole. Quando la vita del club e le questioni sentimentali entrano in conflitto, tutto quello che rimane nelle vite di Zak e Stitch è il caso.

Non è stato affatto facile leggere questo romanzo. È uscito da tempo e, se all’inizio il problema era che non riuscivo a ritagliarmi un attimo di tempo per cominciarlo, quando finalmente sono arrivate le vacanze e ho aperto il pdf ad ogni pagina controllavo quanto mi mancasse per arrivare in fondo.
Questo perché, purtroppo, non sono mai riuscita ad inquadrare appieno i personaggi, in particolar modo Stitch. Per tutto il romanzo mi sono chiesta che idea avesse l’autrice sui motociclisti e solo alla fine qualcuno mi ha spiegato qual è la concezione americana dei motociclisti: bande fuorilegge che rubano, spacciano e commettono altri reati minori.
Forse questa mancanza di consapevolezza di cosa sia una banda di motociclisti in America non mi ha fatto apprezzare il romanzo, ma sicuramente non è l’unica ragione.
Stitch è troppo violento per i miei gusti, se fossi stata in Zak lo avrei denunciato per minacce e stalking, invece dopo la prima aggressione sono finiti a letto insieme e da lì inizia una specie di relazione.
Ho trovato tutta la storia un po’ forzata, dal fatto che tutto il mondo di Stitch sembra omofobo (la parte finale mi ha fatto veramente chiedere se quelli erano veramente amici di Stitch, perché veramente mi è parsa una cosa esagerata) e che quindi lui ha paura di uscire allo scoperto, anche quando si rende conto che probabilmente è gay e non solo attratto da Zak.
Così ho trovato molto fuori contesto un evento che accade nel finale e che secondo me ha poco senso: non solo non ho ben capito il perché sia successa una certa cosa, ma ho anche trovato strano il comportamento di Zak dopo tale evento. Non ha fatto una piega, non è rimasto per niente sconvolto e ha pensato solo a come aiutare Stitch a nascondere il fatto.
Da come finisce il romanzo, si può quasi pensare che sia una specie di prologo, anche se cercando non credo che sia mai stato scritto un seguito (non ho visto nelle opere delle due autrici un altro volume con lo stesso sottotitolo, ma magari mi sbaglio).
Credo sia un’opera abbastanza vecchia delle autrici, perché avevo letto altro scritto da loro ed era decisamente meglio.
Per me questo romanzo non merita più di tre stelle: può piacere a chi legge romanzi dove c’è una scena di sesso ogni due pagine, ma personalmente non l’ho apprezzato al cento percento.


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