BlogTour Sofonisba. I ritratti dell'Anima di Chiara Montani - La condizione della donna nel '500

Buongiorno, Piume! Oggi abbiamo una nuova collaborazione con Thriller Storici e Dintorni per un nuovo Blog Tour, questa volta dedicato al romanzo "Sofonisba. I ritratti dell'anima" di Chiara Montani.



Sullo sfondo dell’Europa del ‘500, il romanzo di una donna coraggiosa, appassionata, anticonformista, innamorata dell’arte e della vita. Dicembre 1579. Sul ponte di una galea una donna veglia nell’oscurità. È sola, confusa e non ha più voglia di lottare. Neppure lei sa cosa la attragga tanto nel vorticare scuro delle onde sotto la chiglia, ma non può evitare di sporgersi. Poi un sussulto della nave, una caduta e una mano che la trattiene. Da qui ha inizio il viaggio che ripercorre la vita avventurosa di Sofonisba Anguissola, la prima artista al femminile che sfidò le convenzioni e conquistò una fama internazionale, lottando per affermare il suo ruolo e la sua identità. La vicenda porta Sofonisba dalla natia Cremona, nella Lombardia dominata dagli spagnoli, alle opprimenti atmosfere della corte madrilena di Filippo II, fino alla Sicilia dei viceré, intrecciando i colori dell’arte con pagine di storia, drammi, intrighi, avventure e amori. L’affresco è dipinto dallo sguardo della protagonista, dotata di una penetrante sensibilità nel cogliere l’animo umano e di una libertà di pensiero costantemente destinata a scontrarsi con i pregiudizi del suo tempo. Saranno armi sufficienti per affrontare le sfide che la vita le pone di continuo e per darle il coraggio di rivendicare infine il diritto di disporre del proprio destino? Storia, arte, bellezza ed emozioni si rincorrono fra le pagine di questo romanzo storico, che tratteggia la figura di un'eroina indimenticabile destinata, al pari di Artemisia Gentileschi, a occupare un posto d'onore fra le grandi donne della storia dell'arte.



La condizione della donna nella storia è da sempre un interessante tema di ricerca, perché ci porta a riflettere quanto il modo di vedere il sesso femminile fosse diverso e quanto sia cambiato nei secoli.
Molti passi sono stati fatti e molti sono ancora da fare, ma per quel che ci riguarda oggi analizzeremo la situazione in cui le donne si trovavano nel XVI secolo, epoca in cui il romanzo è ambientato.
Questo per aiutare a comprendere un po' di più il personaggio principale, Sofonisba, una donna sui generis per molti versi.
Fondamentalmente, le donne non godevano di molte libertà, soprattutto quelle che nascevano in una famiglia nobile.
Infatti, a mio parere, quando si fa storia di genere bisogna tenere in considerazione anche il ceto sociale di cui si sta parlando.
Per la nobiltà, era certamente più conveniente avere un figlio maschio. Il figlio maschio era fonte di orgoglio, perché perpetrava il nome della famiglia e contribuiva ad accrescerne il valore.
La donna, invece, non poteva trasmettere il proprio cognome ai figli e diventava quasi un peso per i genitori.
La famiglia aveva due opzioni davanti ad una figlia femmina: procurarle un buon matrimonio, spendendo comunque per la dote, oppure costringerla a prendere i voti, perché non avanzasse pretese sull'eredità. 
Sembra molto simile al destino che avevano i figli maschi: anche questi venivano fatti sposare (solitamente i primogeniti) o costretti a prendere i voti.
Tuttavia, la differenza sostanziale sta che la donna passava dall'autorità del padre a quella del marito, e per lei non c'era alcuna libertà con l'entrata nella vita adulta.
L'unica libertà che una donna poteva sperare di avere arrivava in tarda età, soprattutto per le vedove. Una donna che era già stata sposata e che aveva perso il marito, godeva appunto di più libertà, potendo disporre del suo denaro e potendo muoversi in società senza bisogno di essere accompagnata.
Sofonisba, la protagonista del romanzo, è una donna particolare per gli standard dell'epoca. Infatti, pochissime donne vengono ricordate oggi per essere state pittrici, letterate o artiste. Purtroppo, molto spesso alle donne era preclusa la possibilità di diventarlo, poiché venivano considerate indegne oppure si pensava che il loro unico compito fosse quello di assicurare la discendenza.
Questo, per fortuna, non significa che non ci sia stata nessuna traccia di stampo femminile fino ad oggi.
Ci furono donne che sfidarono la società del loro tempo per fare ciò che più amavano, aiutando anche il mondo ad evolversi.
Oltre a Sofonisba, che non ha mai del tutto rinunciato alla pittura, possiamo fare un esempio lampante un po' precedente, ma che inquadra perfettamente il tipo di donna non incline a sottostare alle regole della società.
Voglio citarvela, perché per una medievista come me è sempre stato un interessante punto di riflessione all'interno del panorama bassomedievale italiano: sto parlando di Caterina Sforza, stata signora di Imola e contessa di Forlì. Ciò che mi ha colpito fu la frase che pare aver detto a Cesare Borgia mentre questi minacciava di uccidere la sua progenie:

"Fatelo, se volete: impiccateli pure davanti a me. Qui ho quanto basta per farne altri!"

Questo è molto importante, non solo per la frase ad effetto, ma perché con questa frase Caterina rompe tutto ciò che la società crede debba essere una donna: ossia una madre in grado di assicurare la progenie al proprio marito. Caterina è pronta a sacrificare i suoi figli, pur di non cedere alle minacce. Certo, sottolinea il fatto che potrà averne altri, tuttavia è impensabile per l'epoca che una donna faccia un'affermazione del genere, in quanto appunto il suo unico scopo sia quelli di fare figli e proteggerli.
Caterina, Sofonisba e tante altre donne hanno avuto il coraggio di rimanere se stesse e di perpetrare i loro sogni, nonostante andasse contro la società.

Concludo questo intervento sperando di avervi incuriosito sulla protagonista di questo romanzo, tanto da incuriosirvi alla lettura.
Spero che vi piaccia tanto quanto è piaciuto a me!

Alla prossima recensione.

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