La casa in fondo al viale di Hollie Overton



L'inferno in terra, quale altra definizione per una stanzetta senza finestre di quaranta metri quadri in cui Lily è stata tenuta prigioniera da uno psicopatico, da un collezionista di donne? Ma per la prima volta, dopo otto lunghi anni, Lily non sente il clic del chiavistello che, ogni maledetto giorno, è stato la sua condanna. Terrorizzata di essersi sbagliata, la ragazza prova a forzare la porta, che è aperta. Aperta. Davanti a lei un freddo cielo di stelle, un bosco innevato, una notte spettacolare e silenziosa che le toglie il fiato. Corri Lily, non badare al freddo, segui la Highway 12, quella che porta a casa tua, alla casa dei tuoi genitori, sono soltanto dieci chilometri. E quando sarai lì grida forte: "Mamma, sono io. Sono tornata".

Sua sorella gemella adesso è cambiata, non indossa più il maglione per cui avevano furiosamente litigato, a sedici anni, il giorno prima del rapimento. Ora è una donna pericolosa e instabile che non ha avuto alcun scrupolo a mettersi con l'ex di Lily, un rancore sordo la possiede e la spinge fatalmente verso il rapitore della sorella che è stato arrestato e ora, in prigione, ha un piano per vendicarsi di Lily.
                                                                                                                                            

Buongiorno, Piume! Oggi il romanzo di cui vi parlerò può essere considerato un thriller psicologico, anche se effettivamente non saprei bene definire il genere, perché non era esattamente quello che mi aspettavo.
Ma andiamo con ordine.
Come avrete letto dalla trama, il romanzo parla di una sopravvissuta ad uno psicopatico, che l’ha tenuta segregata per anni. La donna, che nel frattempo ha avuto una bambina con lui, riesce a fuggire e a tornare a casa.
Tuttavia, gli anni non sono passati soltanto per lei, ma anche per tutti gli altri, e non trova tutto esattamente come l’aveva lasciato.
Elemento chiave è la presenza della gemella di Lily, che mi ha fatto riconsiderare un po’ il fatto che questo romanzo sia propriamente un thriller.
Infatti, sembra più essere impostato sul lutto, sull’instabilità mentale di coloro che hanno perso un familiare come è successo alla famiglia di Lily. Il non sapere cosa è successo, se Lily fosse viva o morta, se fosse fuggita di sua spontanea volontà o no… tutto questo ha portato la famiglia oltre il limite, e credo che alla fine fosse il focus del romanzo.
Dalla trama, un po’ ingannevole, sembra che la storia prenderà una direzione quando invece va da tutt’altra parte.
Tuttavia, a parte questo, è stato un buon romanzo. Non è troppo impegnativo e si legge in fretta: soffre un po’ di mancanza di mistero, perché effettivamente il lettore sa quasi tutto ciò che c’è da sapere e non avverte la tensione dell’indagine.
Per questo, sono tentata di pensare che il focus fosse come si sopravvive ad eventi del genere.
Alla fine il romanzo mi ha soddisfatta abbastanza, anche se le aspettative che avevo erano altre e questo un po’ ha influito.
Tuttavia, direi che merita il voto di quattro piume, perche comunque è scritto bene ed è stata una lettura interessante.

Alla prossima recensione!



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