La fuga - Maze Runner 2 di James Dashner



Il Labirinto e i viscidi Dolenti sono ben poca cosa se paragonati alla lunga marcia che la malefica organizzazione denominata C.A.T.T.I.V.O ha pianificato per i pochi sopravvissuti che tiene prigionieri, i Radurai, attraverso la Zona Bruciata. La squallida landa inaridita da un sole accecante è sferzata da tempeste di fulmini e popolata da esseri umani che l'Eruzione, il temibile morbo che rende folli, ha ridotto a zombi assetati di sangue. Nelle due settimane in cui dovranno percorrere i centocinquanta chilometri che li separano dal porto sicuro, la loro meta, tra cunicoli sotterranei infestati da sfere metalliche affamate di teste umane e creature senza volto dagli artigli letali, i Radurai dovranno dar prova del loro coraggio e dar voce al loro istinto di sopravvivenza. In questo scenario di desolazione, superando le insidie di città fatiscenti e foreste rase al suolo, il viaggio verso il luogo misterioso in cui potranno ottenere la cura che salverà loro stessi e il mondo diventerà per Thomas, Brenda, Minho e gli altri un percorso di scoperta di sé, del limite oltre il quale è possibile spingere le proprie paure.


Buongiorno, Piume! Oggi torno a parlarvi di una saga urban fantasy.
Ho letto il secondo volume di Maze Runner, La fuga.
Come avevo già detto nella recensione al primo volume (che potete trovare qui), mi sono trovata un po’ spiazzata perché, nonostante sia scritto molto bene, questo romanzo è specifico per un target più giovane, e non riesco pienamente a sentirmi coinvolta.
In questo secondo volume, poi, non ho ben chiaro dove l’autore voglia andare a parare. So che manca ancora un romanzo per chiudere la storia, però in questo secondo romanzo non ho trovato nessuna risposta, se non ulteriori domande.
E questo mi porta a chiedere qual è il punto che vuole raggiungere l’autore, dove vuole portare i suoi protagonisti.
Mi sembra che gli eventi avvenuti finora non abbiano un filo conduttore ben chiaro, o forse sono io che non riesco a trovarlo.
Magari mi verrà un’illuminazione durante la lettura del terzo volume, ed è quello che spero, perché la qualità della scrittura e dello stile è davvero buona.
L’autore scrive bene e ha un lessico adatto agli adolescenti, ma che può essere godibile anche per gli adulti.
A differenza della trama, trovo che la scrittura sia completa, apprezzabile da qualsiasi target.
Quel che mi chiedo ora è se l’ultimo romanzo riuscirà a farmi cambiare idea su questa saga, se le permetterà di fare il salto di qualità e di essere apprezzata anche dagli adulti, oppure se rimarrà una saga per adolescenti pura e semplice.
Detto questo, mi sento comunque di consigliarla, per chi rientra nel giusto target. È una buona lettura, ha una trama interessante e sicuramente un ragazzo sotto i vent’anni può immedesimarsi meglio nei protagonisti descritti.
Unica nota un po’ meno positiva è il fatto che mi ricorda molto altre saghe con lo stesso tema, soprattutto questo secondo volume. Il primo aveva un guizzo di originalità in più che ho apprezzato, ma che speravo crescesse con l’andare avanti della saga e non che diminuisse.
Vedremo come sarà il capitolo conclusivo.

Alla prossima recensione!



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