L'anima nel metallo di Harper Fox (Anteprima)


Trama:
Nichol Seacliff sta affrontando il momento più difficile della sua vita. È l’unico erede di un allevamento di pecore sull'orlo del fallimento sull'isola di Arran, un giovane uomo che si sente molto solo. I suoi unici compagni sono il burbero nonno Harry e tre cani pastore che non obbediscono ai suoi fischi.
Proprio quando sta pensando di mandare tutto all'aria, in una notte ostile durante l’infuriare di una tempesta, un estraneo fa irruzione in una stalla. Con i nervi già a pezzi, Nichol è pronto ad affrontare la situazione con il fucile, ma subito si accorge che l’intruso non ha cattive intenzioni. Cameron è un ragazzo che si è perso e sta scappando da un passato equivoco e pericoloso vissuto a Glasgow.
Man mano che l’inverno dell’isola si scioglie in un’estate meravigliosa, Cameron trova un posto non solo alla fattoria ma anche nel cuore di Nichol. Persino Harry non riesce a resistere al suo fascino. Ma Cameron non può liberarsi dalle ombre che lo seguono, e il terribile segreto che nasconde ha la forza di una marea impetuosa che potrebbe portare via e distruggere la felicità che ha appena trovato con Nichol.


Link acquisto: L’anima nel metallo


***



Buongiorno a tutti. Oggi vi parlerò del libro di un’autrice che non conoscevo e che è stata una vera sorpresa per me. Sono sincera, ad attirare la mia attenzione è stata l’ambientazione: ero curiosa di vedere come avesse incentrato un libro nell’isola di Arran che, per quanto bellissima, andate a googlarla, rimane un luogo con pochi abitanti, credo che a popolazione e mentalità possa essere come la piccola e isolata provincia italiana. Quindi vivere come ragazzo gay in un centro con così poche persone deve essere stato difficile, complicato e nel momento in cui si è avuta la possibilità, nonché quel desiderio di fuggire via, alla prima occasione lo si è colto subito. Però la vita di Nichol gli crolla addosso nel momento in cui è costretto a tornare, abbandonare il suo dottorato di ricerca, lasciare la grande città che è Edimburgo e tornare in quella piccola isola incentrata su fattorie e allevamenti di pecore. Abbastanza vicina alla terra ferma, perché Glasgow e tutta la Gran Bretagna sono lì, nei giorni limpidi si può intravedere la terraferma, eppure allo stesso tempo così lontana.
Avrei voluto fare una digressione, un piccolo paragrafo sull’isola di Arran, ma girando su Internet, tutte le informazioni di base si possono trovare su Wikipedia, poi sempre gironzolando alla ricerca di immagini e fotografie, ma soprattutto informazioni, ho trovato un articolo molto interessante: è una sorta di diario di viaggio, con tanto di splendide foto allegate, in cui una blogger parla del suo viaggio in questa splendida isola. La blogger in questione si chiama Ilaria Battaini e il suo blog Appunti di viaggio, l’articolo in questione che parla dell’isola di Arran invece potete trovarlo qui.
Ora che vi ho lasciato qualche piccola informazione sull’ambientazione di questo libro, passo alla recensione vera e propria. Partiamo con il dire che non conosco l’autrice, non ho mai letto nulla di suo prima di questo romanzo, ma soprattutto non ho idea se hanno pubblicato altro in italiano; superando la mia pigrizia sono andata a vedere cos’altro, la stessa autrice, aveva scritto e ammetto che sono molto molto interessata, spero tanto in altri suoi lavori tradotti.
Detto questo torniamo al libro, L’anima nel metallo; ammetto che mi sono chiesta per buona parte del libro come mai avesse questo titolo, alla fin fine da quanto stavo leggendo la storia è ambientata in una fattoria, in un allevamento di pecore. È un libro molto introspettivo, dove emozioni e descrizioni vengono fuori a ogni pagina.
L’autrice ha descritto quest’isola, la sua bellezza, il freddo e la pioggia, ma soprattutto la sua desolazione, il suo essere isolata da tutto il resto, come se fosse bloccata in un limbo senza tempo. Un luogo dove la maggior parte dei ragazzi, quelli della stessa età del protagonista, sono fuggiti, per luoghi più vivi, per la terraferma, per città più grandi. Chi è rimasto, sogna ancora di andarsene e chi è tornato, maledice ogni giorno il destino che sembra averlo riportato indietro. Eppure, in un certo qual modo, pur se un luogo freddo e solitario, pur se i ricordi di chi non c’è più perseguitano le intere giornate, la propria terra di origine, casa rimane casa. Un luogo dove tornare, un luogo che è lì ad attenderci quando tutto diventa difficile. Un posto dove ricordi belli e brutti si mischiano, in un connubio di emozioni e ricordi che man mano fanno salire la malinconia.
Per il protagonista del romanzo, Nichol, accade tutto questo: un incidente, un lutto, lo ha riportato indietro, lo ha riportato in quell’isola dalla quale pensava di essere fuggito per sempre. Edimburgo era diventata la sua nuova casa, con i suoi studi, i locali dove essere se stesso e tante opportunità. Arran sì è casa, ma è anche tornare indietro ed essere solo; solo con suo nonno che lo ha sempre disapprovato e in cuor suo pensa che sia morto il nipote sbagliato.
Per Nichol la vita sarebbe veramente un inferno se una notte di tempesta, all’improvviso, non arrivasse Cameron.
Cameron è come un gatto: impaurito, bagnato dalla testa ai piedi, mentre scappava nella notte, durante il temporale; è diffidente e guardingo, pronto ad andare via nel momento in cui viene scoperto. Cameron, pur rimanendo, è sempre pronto a fuggire, per non avvicinarsi troppo a chi lo sta ospitando, ma soprattutto perché la paura e il senso di colpa non fanno altro che perseguitarlo.
Il destino è stato ingiusto con il ragazzo, non gli ha permesso di continuare la scuola che amava, le sue doti per i numeri lo hanno portato a lavorare per persone poco raccomandabili, fino a quando tutto non è crollato e lui è fuggito.
Eppure, anche se da mesi non fa che convivere con il senso di colpa, considerandosi sporco e indegno di essere amato, Nichol in breve tempo prova attrazione per lui e con il passare delle settimane se ne innamora.
Completamente perso per l’altro, è disposto ad attenderlo, o anche solo a essergli amico. Nichol è pronto ad aspettare, anche se l’altro nasconde tanti segreti, tanti misteri belli e brutti.
Sì, perché Cameron è divorato dal senso di colpa, ma ha anche l’animo sensibile dell’artista, di colui che riesce a piegare il metallo, a forgiarlo creando opere magnifiche. Riversa la sua anima in quelle sculture che forse non tutti capiscono, vi inserisce la sua anima e anche quella di chi non c’è più, riportandolo alla mente, facendo in modo che questi venga sempre ricordato, ogni giorno, ogni volta che lo sguardo di qualcuno si posa su una delle sue opere.


Come ho accennato, è un romance classico, una storia d’amore, eppure la parte meravigliosa è lo stile dell’autrice, il modo in cui i sentimenti dei vari personaggi affiorano pagina dopo pagina, come li descrive, come descrive la loro malinconia e il dolore. Come riporta a galla ricordi che sembrano assopiti da tempo.
Per non parlare della caratterizzazione dei personaggi, il rapporto di odio e amore che c’è tra Nichol  e suo nonno, quell’essere così simili e al tempo stesso tanto diversi, da non riuscire a parlare, a comprendersi. Due epoche, due mondi separati, eppure alla fine, con dolore, con fatica, i due riescono ad arrivare a un punto d’incontro.


Anche se sto sproloquiando, questo libro mi ha catturato e lasciato senza parole: leggevo una pagina dopo l’altra e l’autrice mi trasportava lontano, in quelle terre fredde e meravigliose allo stesso tempo.
Leggevo e avvertivo il sibilo del vento, il rumore delle onde che andavano a infrangersi sulla scogliera e null’altro, non le voci delle persone o il rumore delle auto. C’era solo il suono del mondo, della natura e poi silenzio.
Credo che sia un libro degno di pubblicazione solo per via delle descrizioni, di come l’autrice riesce a portare il lettore in quel luogo, in una terra così lontana e differente da quella alla quale siamo abituati.


La trama per gran parte è molto lineare, diciamo semplice; il punto forte, come ho scritto, è l’introspezione dei personaggi, la loro caratterizzazione, solo verso la fine viene fuori un po’ di azione. Il passato di Cameron, quel senso di colpa che lo perseguita per le sue azioni alla fine arriva a bussare alla porta. Ma sono poco pagine, attimi di paura e dramma per poi risolversi tutto.
Come ho detto è un romance al cento per cento, una delicata storia d’amore, ma non solo è anche la storia e la crescita dei due personaggi principali e di coloro che gli sono attorno.
Crescono, maturano e alla fin fine sono costretti a smettere di scappare e iniziare a prendere decisioni come delle persone adulte.
Cameron scappava dal suo senso di colpa, dal passato e dalle azioni commesse, Nichol dalla sua terra e da quel nonno che per lui è stato un padre, qualcuno che lo ha cresciuto, ma allo stesso tempo che non lo capiva appieno.
Consiglio tantissimo questo romanzo, si merita cinque piume e credo, con questa recensione, di non avergli reso abbastanza giustizia, per capire tutti i sentimenti, quello che ho provato, le emozioni, bisogna leggerlo, lasciarsi trasportare ad Arran e osservarla con gli occhi dei vari personaggi.


Commenti