Il padrone (Free Men vol. 3) di Kate Aaron


Trama:
Essere salvati è stato solo l’inizio.
Otiz giace in rovina. Come signore della regione, Lysander sa dove si collocano le sue responsabilità. Ha l’obbligo verso i sopravvissuti di ricostruire le loro case e le loro vite. Ma che ne sarà della sua casa e della sua vita?
Kai ha bisogno di aiuto. Il danno inflittogli va oltre le cicatrici di quando è stato torturato, ma guarirlo potrebbe richiedere a Lysander più di quanto lui sia in grado di dare. Di una cosa è certo: Tam e Kai non saranno mai più messi in pericolo a causa della sua posizione, anche se salvarli significasse liberarli.
Tutto quello che Lysander vuole è essere lasciato in pace. Riprendersi dagli orrori subiti per mano dei suoi nemici. Ma con la pressione che si accumula da ogni angolo, la pace è l’ultima cosa che può trovare. Soffocato dal senso di colpa, comincia a perdere il controllo. Come può tenere tutti i pezzi insieme, quando dentro sta crollando?

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Il padrone è il libro che chiude la serie Free Men, il terzo. Qui potete trovare il link delle recensioni a Lo schiavo e a Il soldato.



Come ho accennato un po’ sopra questo libro è il terzo della serie Free Men, quello che chiude il cerchio e risponde a molte domande lasciate in sospeso nel secondo.
La vita di Tam, Kay e Lysander sembra essere tornata alla normalità, più o meno. Otiz giace in rovina e Lysander, pieno di sensi di colpa, è convinto che i due ragazzi che ama, i due uomini che lo rendono felice, starebbero molto meglio senza di lui. Pronto a donargli la proprietà in cui sono stati felici non appena rimessa in piedi, giorno dopo giorno combatte con i ricordi della prigionia, con il dolore delle torture. Le torture di Lysander però non sono fisiche, non gli è accaduto quello che hanno fatto a Kai, no, le sue sono state psicologiche, parole e affermazioni che lo hanno spaventato, che si sono fissate lì nella sua mente, pensando che i suoi due amanti, gli uomini che ama, non lo perdoneranno mai, non lo ameranno, saranno sempre in pericolo.



Il terzo libro della serie non è come mi aspettavo; sono sincera, il mio preferito rimane quello con il pov di Tam. È quello che ho sentito più vicino all’autrice, come se riuscisse a gestire meglio il personaggio di Tamelik, la sua caratterizzazione e anche i suoi sentimenti.
In tutti e tre i romanzi, Tamelik è sempre il personaggio che spicca di più, quello con più sfaccettature di carattere.
Lysander compare di più, rispetto agli altri due libri; c’è molto di lui, dei suoi pensieri, la sua introspezione, eppure non è riuscito a catturarmi come personaggio. L’ho trovato troppo spento, troppo arrendevole. Comprendo che la situazione, quello da cui sono usciti, e il senso di colpa lo abbiano segnato, eppure, essendo il padrone, colui che dovrebbe decidere anche per gli altri due, dovrebbe avere più forza, più carattere. Sì, Lysander è un uomo, e dietro si porta un grande segreto, un patto sancito anni addietro, eppure continua a essere troppo arrendevole, dandosi colpe che non ha.



Le scene erotiche sono molto piacevoli, decisamente intense, molto hot, ma mai troppo spinte; le ho adorate, anche se sono scene a tre che non tutti apprezzano. Tam lo amo; è un personaggio intenso, in alcuni casi sembra molto una drama queen, eppure come ho accennato sopra è il personaggio meglio caratterizzato, quello più complesso. Lo adoro, perché pur essendo più grande di Kai, in alcuni casi si comporta come un bambino viziato, qualcuno di molto giovane e debole, incapace di affrontare il mondo e bisognoso di protezione. In altri momenti è intelligente, molto, sveglio, intuitivo e combattente. Ha mille sfaccettature e dal mio punto di vista forse avrei fatto raccontare tutti e tre i libri sotto il suo punto di vista: sicuramente sarebbe venuto qualcosa di differente da quello che aveva in mente l’autrice, eppure lui avrebbe reso tutto molto più complesso.



Una cosa che ho apprezzato dell’intera serie, ma che si nota molto di più in questo romanzo, è il legame nato tra i tre protagonisti. Un legame che va ben oltre padrone/servo. Lysander ama Tam da sempre, prima come un figlio, in seguito come un amante e, pur avendo preso decisioni per lui, scelto quale sarebbe dovuto essere il suo futuro, facendogli scegliere Kai, uno schiavo, qualcuno per tenergli compagnia, si è legato anche a quest’ultimo.
I tre hanno caratteri completamente opposti, e in questo romanzo si nota più che negli altri; io come personaggio e come pov adoro quello di Tamelik, però anche attraverso gli occhi di Lysander, ma anche attraverso le descrizioni dell’autrice, mi sono accorta che Tam non è indifeso e bisognoso di protezione come pensa il suo padrone. Ha un carattere molto più forte, meno incline a spezzarsi rispetto a quello di Kai, che apparentemente sembra più forte, un soldato forgiato dalle battaglie.
Ho apprezzato questo modo di descrivere i personaggi, caratterizzarli, parlando di loro; sembra che l’autrice abbia creato  uno specchietto per le allodole, qualcosa che facesse confondere sul carattere dei personaggi; come se il loro aspetto, la fragilità e la delicatezza di Tam facessero credere al lettore che lo fosse anche caratterialmente, mentre l’aspetto di Kai e il fatto che fosse stato un soldato lo portassero a essere più forte, pronto a prendere decisioni. Eppure non è così, i personaggi di questo romanzo sono molto molto più complessi di quello che ci si aspetti, hanno varie sfaccettature che il lettore riesce a vedere solamente in questo terzo libro.
Sono sincera, è stata una lettura interessante; l’intera serie lo è stata, un romance puro, con questi elementi fantasy, questa cultura, e anche tutti questi misteri che iniziano a rendere la storia un vero intreccio, chiedendosi cosa Lysander nasconda di così importante, come mai un luogo tanto isolato sia al centro di intrighi politici, sotto gli occhi del nemico.
L’intera serie mi è piaciuta e sono veramente curiosa di leggere altro di questa autrice.

Quattro piume.


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