Il caso dei libri scomparsi di Ian Sansom



Appena arrivato da Londra nella piccola cittadina di Tundrum, Irlanda del Nord, per ricoprire il suo primo incarico come bibliotecario, il giovane Israel Armstrong scopre che in effetti il suo posto non c'è, né la biblioteca, né i libri... E questo non è che l'inizio dei suoi guai. Nel giro di poche ore infatti perde vestiti, soldi, carte di credito, e forse anche fidanzata, s'imbatte in una serie di personaggi con i quali immancabilmente entra in conflitto, viene alloggiato niente meno che nella stia dei polli di una fattoria e si ritrova incastrato al volante di un vecchio furgone arrugginito che funge da biblioteca semovente, ma senza scaffali. Peccato però che i libri continuino a mancare: 15.000 volumi, per l'esattezza, scomparsi. Chi mai li avrà rubati? E perché? Ma soprattutto, ci sarà in quell'angolo di mondo dimenticato da Dio un posto decente dove poter bere un cappuccino decente e leggersi il giornale? Israel vuole delle risposte... Una commedia degli equivoci ironica, distaccata, dai toni surreali, con un cast di personaggi eccentrici sullo sfondo della provincia rurale dell'Irlanda del Nord; è la prima improbabile avventura di un eroe riluttante, che inaugura una nuova serie di romanzi intelligenti e scoppiettanti: le storie del bibliobus di Tundrum.


Buongiorno, cari lettori.
Oggi vi parlo di un libro che ho terminato qualche settimana fa, ma che ho veramente faticato a recensire.
Di solito non ho problemi a parlare anche di libri che non mi sono piaciuti, ma qui è difficile perché questo libro non mi ha lasciato molto.
Dopo aver letto qualsiasi romanzo, che mi sia piaciuto o meno, di solito rifletto sulle sensazioni che mi ha dato, siano esse positive o negative.
Qui nulla, mi ha lasciata completamente indifferente. Non l’ho detestato e non l’ho amato, una volta terminato ero esattamente allo stesso punto di quando l’avevo iniziato.
Questa, forse, è l’unica cosa che posso dire di questo romanzo. Mi dispiace un po’ farlo, ma devo essere onesta.
In realtà, una piccola emozione l’ho anche provata mentre leggevo, ed è irritazione: il protagonista proprio non è riuscito a starmi simpatico.
Aveva un’aria di superiorità che non mi ha permesso di affezionarmi a lui, e di conseguenza per tutto il libro non sono riuscita a provare alcun tipo di empatia.
La lentezza della storia non ha contribuito a ravvivare un po’ il tutto e sono arrivata alla fine arrancando, speravo di finirlo in fretta per passare ad altro.
Odio lasciare i libri a metà, per questo l’ho portato avanti fino alla fine, ma non è stato facile proprio perché non riusciva in alcun modo a catturare il mio interesse.
Il libro, però, non è scritto male: tengo a precisare che quel che ho detto finora è stata soltanto la mia impressione al romanzo, ma che per altri potrebbe risultare completamente diverso.
Infatti, sono davvero curiosa di scoprire che cosa ne avete pensato voi, se lo avete letto. Scrivetemi un commento qui sotto le vostre impressioni oppure suggeritemi un bel libro che mi faccia dimenticare questo.

Alla prossima recensione.


Commenti

  1. Peccato, la trama sembrava simpatica! :(
    Comunque ammiro molto la tua capacità di finire i libri anche quando proprio non riescono a convincerti: a parte rari casi, io ormai tendo a mollare i romanzi che non mi soddisfano a metà (o anche prima...) come se non ci fosse un domani! XD

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  2. Io quando trovo un libro che non mi piace dopo 100 pagine o giù di lì l'abbandono. Ci sono troppi libri da leggere per perdere il tempo dietro a un libro che non mi piace.

    Per quanto riguarda il libro ricordo che ai tempi mi piacque abbastanza, sopratutto per il tema dei bibliotecario detective che deve trovare dei libri scomparsi. Però bisognare dire che già dal secondo romanzo il personaggio aveva perso gran parte della sua originalità e il tutto si riduceva a un trito ripescaggio delle idee precedenti.

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  3. In effetti, la mia è una vera e propria mania, e sto cercando di smettere. La fissa di finire qualsiasi libro iniziato diventa, dopo un po’, controproducente.
    Però ho sempre la speranza che un libro si riprenda e mi dispiace lasciarlo lì senza dargli una seconda possibilità.

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