L'agenzia di Daniela Barisone e Juls SK Vernet

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Trama: 
L’Agenzia non esiste. O almeno, non in questo piano dell’esistenza. Tutto, dalla scrivania a cui lavori, alla sedia su cui sei seduto e al tiramisù della Luisa che mangerai in mensa non esiste in questo mondo. Nemmeno la penna con cui scrivi o il caffè che berrai. Questo è quanto Daniele Baroni si sente dire il primo giorno all’Agenzia dal suo capo, Alessandro Russo.

Tra corridoi che cambiano forma, archivi infiniti, un motel al centro dell’universo, pesci volanti e orrori cosmici da altre realtà, Daniele e Alessandro scopriranno che a legarli non è solo il lavoro, ma anche l’attrazione e il sentimento.

Questo almeno finché Daniele non verrà risucchiato nella tana degli orrori e Alessandro farà di tutto per raggiungerlo e salvarlo. Per farlo, avrà bisogno solo di una scatola di fiammiferi e un kit di cortesia del Sesto Motel. O almeno, questo è quanto afferma il Custode.
Ding. Ding. Ding. Diiiiing. Diiiiing. Diiiiing. Ding. Ding. Ding.


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Pochi settori sono ammantati di pregiudizio come il self-publishing.

Se lo chiedete a me (ma non me lo state chiedendo) il motivo potrebbe essere perché si confonde il risultato col mezzo: è vero, moltissimi romance M/M pubblicati in self sono prodotti amatoriali e pieni di difetti, ed è un peccato perché la via dell’auto-pubblicazione, al contrario, potrebbe e dovrebbe essere il terreno della sperimentazione.

Il self-publishing potrebbe consentire agli autori (anche quelli che pubblicano regolarmente con case editrici) di proporre lavori diversi dal solito, magari puntando su quei generi su cui l’editoria tradizionale non investe oppure, al contrario, per proporre al proprio pubblico di riferimento lavori più personali.

Ci si potrebbe rivolgere (e qui penso a un esempio internazionale come il collettivo Guilt|Pleasure) a nicchie di pubblico specifiche, magari proponendo storie dalle tematiche più adulte, con un certo grado di violenza, storie anche qui su cui un editore avrebbe remore a investire.

Senza contare la possibilità di pubblicare scritti a quattro mani o anche (e qui giuro che arriviamo al vero oggetto della recensione) alla creazione di collettivi.

Il 2019 ha visto il debutto, in tal senso, del progetto Lux Lab: una serie di autrici, con esperienze di vario tipo in ambito editoriale, ma che comunque nascono in seno a quella grande fucina di talenti che è stata l’esperienza del fandom, che hanno deciso di mettersi assieme per dare vita a un’etichetta indipendente.

In poche parole: l’indie come dovrebbe essere, e non è un caso che la capofila del progetto, Daniela Barisone, provenga proprio, oltre che dal fandom e da varie esperienze editoriali, dal mondo fumetto indipendente, dove di collettivi e di progetti corali ce ne sono e anche di interessanti (uno su tutti: Samsara).

Per quel che ha mostrato finora il Lux Lab, tra titoli già usciti e annunciati, ci troviamo di fronte a un’offerta piuttosto variegata di cui oggi andremo ad analizzare quello che forse, al momento, è il lavoro più interessante (sottintendendo sempre il “secondo me”).

Perché dico questo? Perché L’agenzia è una storia di fantascienza, ma ha anche la leggerezza tipica della commedia, e di base resta sempre un racconto erotico M/M.

Insomma: riesce nell’impresa non facile di mescolare tre generi diversi, il tutto in un romanzo snello e di lettura scorrevole.

Le autrici attingono a vari elementi della cultura pop, che mescolano tra loro per creare, comunque, una storia originale che vede come grande punto di forza l’ambientazione italiana.

Avete capito bene: un erotico M/M di fantascienza ambientato in Italia.

Potrebbe sembrare una roba sbilanciatissima sulla carta, ma invece vi assicuro che funziona.

Ed è anche il primo capitolo di una serie che vedrà romanzi ambientati in varie città d’Italia: questo primo capitolo, infatti, è ambientato a Milano, che non è solo un semplice fondale ma sembra quasi protagonista assieme ad Alessandro e Daniele, mentre è stato annunciato un secondo volume ambientato, invece, a Venezia.

E tornando ai personaggi: come sono, questi protagonisti?

Come per la trama: attingono dal più classico degli stereotipi (il caposquadra disilluso e in cerca di riscatto, affiancato dalla recluta inesperta e ingenua), ma il lavoro delle autrici li modella rendendole figure a tutto tondo, sfaccettate e in grado, alla fine, quasi di ribaltare i ruoli.

Ci sono anche un paio di personaggi “di contorno” molto belli: il padre di Daniele, certo, ma anche il misterioso Custode.

Di cosa?

Lascio a voi il compito di scoprirlo tramite la lettura.

C’è freschezza, in questo libro, dovuta alla volontà delle autrici di divertirsi in primis, e far divertire poi chi legge.

È un voler coinvolgere il lettore nel loro gioco, trascinarlo in una dimensione parallela per alleggerirgli la testa per il tempo della lettura, e ci riescono benissimo: come ho già detto è un libro scorrevole, divertente, con una trama insolita e un’ambientazione ben congegnata, con il giusto equilibrio tra parte di fantascienza e parte sentimentale/erotica.

Se cercate un libro diverso dal solito, questo è il titolo che fa per voi.


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