Sons of 1969 di Rekishi





Salve, gente. Ammetto che non sono proprio un fulmine con le recensioni per questo blog, ma non posso farci nulla: mille impegni, mille cose da fare e quindi le recensioni arrivano quando ho la testa per concnetrarmi. Sono del parere che se le cose vanno fatte, bisogna farle per bene, altrimenti è inutile; e poi adoro chiacchierare, quindi spendere solo poche righe su argomenti che mi appassionano, quando invece posso scrivere tutto quello che mi passa per la testa, lo ritengo una vera eresia.
Comunque tornando a noi, prima di iniziare con la recensione voglio porre una domanda: Libri nati da fanfiction, cosa ne pensate? Sono buoni scritti, oppure una storia nata con dei personaggi di qualcun’altro dovrebbe rimanere tale?
In questi mesi, gironzolando su Internet, e su facebook ho notato che anche all’estero alcuni libri pubblicati sono nati proprio in questo modo, all’inizio perché il finale di un libro, di un film o un manga non piaceva, qualcuno apriva una pagina di word e creava un finale alternativo; ma è giusto che poi questi personaggi con un carattere già definito da qualcun altro prendano vita propria? 
La mia domanda nasce proprio dalla recensione qui di seguito; il libro che ho finito di leggere da poco, quello che dal mio scorso compleanno è sul comodino accanto al letto, nasce proprio da una fanfic su Naruto.
Ora, non starò a dire come sono entrata in possesso di questo libro, né altro; sappiate però, che ho letto, quando uscì la fanfic di Naruto e quando ho scoperto che l’autore lo ha pubblicato , ho fatto carte false per poterlo avere, curiosa di sapere come avesse sviluppato una storia già di per sé splendida.
Ecco qui di seguito le mie impressioni.


Sons of 1969






Titolo: Sons of 1969
Autore: Rekishi
Editore: MJM 
Prezzo: 13.00


Trama:

«Una volta una persona mi ha detto: “non importa quanto vivi, l’importante è come vivi”. È per questo che … - sorrise, fissando Sen. Un sorriso sincero come nessuno glielo vedeva in volto da anni. - … che vi invito a non lasciarvi abbattere dalle difficoltà. Saremo sempre maltrattati, abusati; ci prenderanno in giro e ci picchieranno, ma noi sappiamo vivere, rialzarci e difenderci. Non siamo soli, ragazzi. Ricordatelo: non siamo soli».

Ambientata in una Tokyo moderna, un gruppo di ragazzi affronta i problemi dell’adolescenza, dell’amore e della sessualità, come ognuno di questi insegue i suoi sogni e i suoi obiettivi. Troviamo Eisuke, appena trasferitosi nella grande città, e costretto alla fine a prendere coscienza della sua sessualità. Yuichi, al contrario, è l’opposto di Eisuke, vive tranquillo il suo essere gay, consapevole di averlo sempre saputo, protetto dalla sua allegria e dall’amore dei suoi genitori. C’è Sachiko, intrappolata in quel corpo di donna che non sente suo, e che sogna prima o poi di riuscire a fare quell’operazione a cui tanto ambisce; ed infine Yuki, sognatore e fragile, giorno dopo giorno combatte con i ricordi e con l’ombra della malattia che incombe su di lui.

Recensione:

Cosa dire di questo libro.
Era da un anno sul mio comodino coperto da altre letture lasciate indietro, tanto che mi ero quasi dimenticata di averlo. Non mi sono preoccupata di leggerlo subito visto che conoscevo la fanfic dal quale ha preso spunto. E già, questa bellissima lettura prima era una piacevole fanfic su Naruto. Ora al contrario si è trasformata in un meraviglioso libro, anche se devo essere sincera ci sono delle pecche, ma non sono di certo dovute all’autore.
Ma, andiamo con ordine, affrontiamo un punto per volta, altrimenti questa recensione diventa troppo caotica e confusionaria.
Dunque, come ho detto, la storia mi è piaciuta molto; il modo di scrivere dell’autore è fluido, corretto,  piacevole, anche se in alcune parti il libro è decisamente crudo: amplessi e scene di sesso vengono descritte dettagliatamente, ma non risultano volgari perché perfette nel contesto e nell’ambientazione dell’intero libro. 
Come ho detto, ho letto la storia anche sotto forma di fanfic, e anche in quella forma l’ho amata; stesso stile, stesso linguaggio crudo, un italiano impeccabile. Insomma, non era troppo dissimile dal libro.
A mio parere però, i primi due capitoli sono troppo frettolosi, per una fanfiction possono andare  bene, ma forse per una storia pubblicata alcuni avvenimenti li avrei allungati, magari aggiungendo alcuni capitoli; ovviamente sono solo pensieri personali, questa leggera fretta dei primi capitoli, che svanisce con l'andare avanti della storia, non toglie nulla alla trama; tutt’altro, leggendolo, si nota il maturare dell'autore nella scrittura. I personaggi, i loro pensieri e anche i diversi argomenti che affronta in sole 132 pagine, sono complessi e ben trattati. Argomenti che affrontati in maniera sbagliata, o troppo di fretta non sono di facile comprensione per tutti, e non parlo solo dei problemi di Eisuke, dei suoi dubbi, e della sua convinzione di essere eterosessuale. Più che altro parlo di quando vengono introdotti argomenti come  AIDS e la Disforia d’Identità di Genere; della seconda poi, devo ammetterlo sapevo poco o nulla, non avevo idea di cosa potessero affrontare le persone che ne sono soggette. Da quanto ho letto sia psicologicamente che fisicamente è una vera e propria tortura, si sentono fuori posto, sentono che il corpo che li rappresenta agli occhi del mondo, delle persone non è quello che realmente sono; allo stesso tempo soffrono perché il mondo, le persone che li circondano, amici, familiari e conoscenti li guardano con disprezzo, come dei fenomeni da baraccone, quando invece non lo sono.
Sons of 1969 affronta tutti questi argomenti; di fatti non è solo un racconto erotico a tematica omosessuale,  ma anche una storia d’amore, e molto altro ancora. Parla in modo accurato dei problemi di un gruppo di ragazzi, dei loro sogni e di come cercano in ogni modo di realizzarli.

Una nota negativa da dare a questo libro però c’è: non riguarda né trama né stile di scrittura, ma è da dare alla casa editrice che si è occupata dell’editing e della grafica; entrambe si sarebbero potute fare molto più accuratamente, evitando di lasciare in alcune pagine del libro i nomi dei personaggi come quelli della fanfiction. Non parliamo poi della copertina; ammetto che non è quella che conta, ma sono del parere che anche l’occhio voglia la sua parte.
Un minimo di accuratezza e mantenerla in linea con la storia, con l’ambientazione della storia non sarebbe stato sbagliato.
Detto questo, è un libro consigliatissimo, gradevole da leggere, qualcosa di differente e ben scritto.


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