Dune di Frank P. Herbert

Dune
di Frank P. Herbert






Arrakis è il pianeta più inospitale della galassia. Una landa di sabbia e rocce popolata da mostri striscianti e sferzata da tempeste devastanti. Ma sulla sua superficie cresce il melange, la sostanza che dà agli uomini la facoltà di aprire i propri orizzonti mentali, conoscere il futuro, acquisire le capacità per manovrare le immense astronavi che garantiscono gli scambi tra i mondi e la sopravvivenza stessa dell'Impero. Sul saggio Duca Leto, della famiglia Atreides, ricade la scelta dell'Imperatore per la successione ai crudeli Harkonnen al governo dell'ambito pianeta. È la fine dei fragili equilibri di potere su cui si reggeva l'ordine dell'Impero, l'inizio di uno scontro cosmico tra forze straordinarie, popoli magici e misteriosi, intelligenze sconosciute e insondabili.


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Anno nuovo, nuova recensione, credo di aver già esordito con questa espressione e sì, lo so che l’anno è iniziato da due mesi, siamo quasi a marzo, ma ci ho messo un po’ a finire il libro. O meglio ho volutamente farlo durare il più possibile, tanto mi stava piacendo.
Questa commento sarà un pochino differente dagli altri o almeno ci proverò. Prima di parlare del libro che ho appena terminato vorrei parlare del suo autore. Teoricamente dovrei farlo per ogni recensione, ma in questa ci tengo in particolar modo per un semplice motivo: ho avuto la conferma che ogni bravo scrittore mette un po’ di se stesso nelle sue opere e in quello che scrive, come vi mette i suoi pensieri e ciò in cui crede. Quindi prima di parlarvi di Dune come opera di fantascienza e come libro, voglio raccontarvi un po’ del suo autore: Frank P. Herbert.



Molti di voi si chiederanno come mai io stia recensendo un libro uscito ben cinquantadue anni fa e non una lettura un po’ più moderna, non so una nuova uscita che probabilmente attirerebbe un po’ più di pubblico. Bene, lo faccio per due semplici motivi: il primo perché è uno dei migliori libri che io abbia mai letto e secondo per i temi trattati che sono decisamente attuali, ma ovviamente approfondirò tutto più avanti.
Faccio una piccola parentesi prima di iniziare la recensione vera e propria; qualche settimana fa, non ricordo bene dove, ho letto i pareri di alcuni blogger che parlavano di recensioni e tutti affermavano che le preferiscono brevi; bene questa non lo sarà affatto. Io non ho il dono della sintesi e se un’opera mi è piaciuta in particolar modo tendo a parlarne a raffica, se questa invece non mi è piaciuta tendo a sfogarmi per ritrovare il buonumore. Quindi in poche parole se cercate un riassunto breve non lo troverete, sarà un lungo sproloquio che spaccerò per un commento serio xD.

Da quanto ho letto nella prefazione al romanzo, Dune è un libro molto particolare, un precursore del suo genere in quel dì del 1964. Ho sempre pensato che ogni scrittore veramente bravo riversi nei suoi scritti una parte di sé, del suo carattere, delle cose che gli piacciono e soprattutto quello in cui crede. Quindi la particolarità di Dune non è tanto la creazione di un mondo, partendo dalla religione, passando per un popolo fiero e misterioso quali sono i Fremen, arrivando all'intero ecosistema di Arrakis, con la sua spezia e i grandi vermi delle sabbie che popolano il suo deserto. La sua particolarità è quanto Herbert ha messo della sua filosofia personale, del suo credo fra le pagine del libro. Ha messo il suo animo ambientalista in Dune. Ha descritto come gli uomini possono combattere per le ricchezze di un pianeta e al tempo stesso sono in grado di sfruttarlo fino a portarlo quasi alla morte senza pensarci, senza nessun rimpianto: il loro unico obiettivo è il guadagno. Ovviamente all’interno del romanzo non tutti sono alla ricerca di potere e ricchezze e forse è proprio questo il motivo per cui il Duca di Caladan è tanto temuto e odiato. Il Duca Leto, piuttosto che sfruttare Arrakis, avrebbe cercato di risollevarne le sorti, di trasformare quel mondo desertico in altro e al tempo stesso mantenere la produzione di spezia, cosa che desiderano gli stessi Fremen, al contrario gli Harkonnen come dello stesso imperatore, il cui loro unico obiettivo è sfruttare il pianeta desertico fino all’osso per accumulare più soldi e più potere e per continuare a poter usufruire della Gilda e dei viaggi interspaziali. Difatti se la Gilda perdesse i suoi poteri di viaggiare, i pianeti non avrebbero più contatti fra loro, rimarrebbero isolati gli uni dagli altri nel vasto universo.



Molti avvenimenti a livello di trama si possono associare agli avvenimenti che accadono nel nostro mondo alla nostra terra e a come in molti tentino di sfruttarne le risorse uccidendola lentamente e facendo aumentare l’inquinamento. Tutti questi punti li si ritrovano all’interno di Dune, ma per quanto sia un libro complesso e come ho detto che fa riflettere, non è solo un trattato ambientalista, tutt’altro. Basti pensare a quelle che possono considerarsi sette, forme di religione accuratamente descritte e che manovrano in modi differenti i popoli e i loro governanti: la Gilda spaziale che domina i trasporti intergalattici e la Sorellanza Bene Gesserit che manipola le varie unioni, le varie discendenze delle case più importanti.

Ho amato profondamente questo libro, i suoi personaggi, tutti. Sia quelli positivi che quelli negativi; anche Paul, che non è propriamente fra i miei preferiti pur essendo il protagonista, ha mille sfaccettature e un’evoluzione nel carattere, nella sua crescita che sono spettacolari, così complete tanto che non le ho mai viste in nessun altro racconto. Persino in Harry Potter, dove il protagonista appare a 11 anni e la saga finisce che ne ha 17 non evolve quanto Paul Atreides. Quest’ultimo si trasforma, è già di per sé molto maturo per un ragazzo di quindici anni, per via della sua educazione e del suo rango, ma man mano diventa un uomo fiero, un vero Fremen e al tempo stesso una sorta di Messia per il suo popolo.


Lady Jessica poi è un personaggio favoloso, bella, elegante, eppure intelligente e forte. Ha l’addestramento di una Bene Gesserit e conoscenze profonde del mondo, delle lingue e della storia dell’umanità. Con i suoi poteri e il suo addestramento è in grado di comprendere molto meglio di chiunque altro l’animo umano, il carattere di una persona e soprattutto le sue intenzioni. Veramente un personaggio complesso, la compagna del Duca Leto, la sua amante e concubina. Lady Jessica è la madre di suo figlio, ma anche una preziosa alleata. Il Duca mai e poi mai penserebbe che possa tradirlo, che possa muoversi contro di lui perché entrambi sono innamorati l’uno dell’altra e il loro è un legame profondo. Un legame che ha portato questa donna ad andare contro gli ordini della sorellanza dandogli un figlio maschio anziché una bambina come le era stato ordinato. Con l’andare avanti della storia molte sfaccettature del suo carattere vengono a galla. È una donna forte, elegante, che mai e poi mai si farebbe mettere i piedi in testa, ma per un semplice scopo: suo figlio. Paul Atreides, il giovane duca. Jessica lotterebbe fino alla morte per lui, per proteggerlo e per ridargli quello che è suo di diritto, ma anche per tenere in vita la memoria del padre, il Duca Leto.


Un punto meraviglioso di Dune, oltre la descrizione e la creazione di questo mondo desertico, è la cultura della sua gente, del popolo dei Fremen.
I Fremen, il popolo del deserto, sono complessi, hanno una cultura antica e usanze che in alcuni casi rasentano la superstizione, eppure ogni loro decisione è presa per il bene della tribù. E tutti loro, nessuno escluso, hanno un sogno, il desiderio di trasformare Dune in un pianeta verde, in un giardino dove poter vivere di giorno e dormire di notte e non il contrario. Solo una parte sarebbe rimasta arida, una zona per il creatore e la sua spezia, ovvero per gli immensi vermi della sabbia che il popolo Fremen considera una sorta di divinità.
Più si prosegue con la lettura poi si rimane incantati da come Herbert ha strutturato la cultura Fremen, il loro modo di agire, ciò in cui credono. Il legame con l’acqua e con la spezia e di conseguenza i creatori è profondo, tanto da renderli un tutt'uno con il deserto in cui sono nati.
In alcuni casi li vedo come un popolo decisamente maschilista, soprattutto quando si sfidano e al vincitore va tutto quello che apparteneva al perdente, compresa la sua donna, che poi si può scegliere se tenerla come moglie o come serva, ma allo stesso tempo vengono considerate come oggetti, questo almeno per un anno, poi starà a lei decidere cosa fare della sua vita. Ma togliere la vita a un uomo porta anche degli obblighi, ci si deve occupare non solo della sua donna, ma anche dei suoi figli, educarli e crescerli, fare in modo che non rimangano senza una guida. Questo porta la tribù a essere un’unica comunità, un’unica grande famiglia dove tutti pensano a tutti e dove l’acqua è il fulcro della vita più che su ogni altro pianeta.
Eppure questo popolo che lotta per la sopravvivenza e per trasformare Dune in un immenso giardino non è così perfetto come sembra, anche loro hanno paura e hanno le loro superstizioni, tanto che si vede come le donne Fremen e i loro bambini trattano Alia, la figlia piccola di Lady Jessica e il Duca Leto. Lei è nata dopo la morte del padre, fra i Fremen ed è nata dopo che sua madre, bevendo l’acqua della vita, è diventata una reverenda madre. Ma impaurisce gli altri, questa piccola che ha soli pochi anni conosce cose che un bambino non dovrebbe sapere per molto tempo ancora. Lei è una donna con le conoscenze delle Reverende Madri nel corpo di una piccola di quattro anni.


Ho amato questo libro e nel momento in cui l’ho terminato è rimasto un vuoto dentro di me; mi mancano i personaggi, il popolo dei Fremen e le descrizioni di Arrakis come i pensieri dei personaggi principali che fluiscono attraverso le parole e fanno immergere in questo splendido racconto. Poi credo di essermi presa un enorme cotta letteraria, mi sono innamorata di Gurney Halleck: è un personaggio veramente complesso. Un guerriero rude con un passato tragico e ferite che porta sia sul corpo che  nell'animo. Ha giurato fedeltá al Duca Leto per riconoscenza e in seguito fra loro è nata un’amicizia. Dopo la morte del Duca questa fedeltà, ma anche senso di protezione si riversa su suo figlio e sulla sua Lady.
Gurney ha anche un lato poetico, da artista, tanto che preferisce suonare il suo balisé piuttosto che combattere. Le canzoni che intona sono tutte malinconiche, tristi, che fanno piangere, eppure perfettamente in sintonia con l’animo di quest’uomo. È un personaggio molto complesso e che mi ha catturato sin dal momento in cui è comparso e che evolve durante tutto il libro, ma non perde mai se stesso; anche quando Paul cambia e diventa una sorta di Messia, lui gli rimane amico, ma senza venerarlo, anche se la paura del nuovo Duca è che il suo atteggiamento possa cambiare con il tempo.


Mi sono soffermata molto sui personaggi di questo racconto e del come sono stati caratterizzati per un semplice motivo, perché loro sono il fulcro della storia, ma anche dello stile di Herbert. I loro pensieri fluiscono, le loro parole e i sentimenti e Herbert non fa tanto né quanto di riportarli su carta e donarli ai lettori. E così l’intero libro è qualcosa di stupendo; di tanto in tanto ho copiato alcune frasi, alcune citazioni, ma mi sono dovuta imporre di trattenermi perché ogni pagina, ogni descrizione, ogni pensiero è poesia pura, filosofia.
Parole che si leggono con piacere e che fanno emozionare e tremare allo stesso tempo.
Consiglio la lettura di questo libro, decisamente moderno anche se non è proprio un’ultima uscita. È perfetto sotto ogni punto di vista, proprio come Mary Poppins; è un gioiello della letteratura di fantascienza e presto recupererò anche quelli a seguire sperando che siano allo stesso livello del primo.



Per chiudere questo lungo sproloquio voglio consigliare oltre al libro anche il film di Dune, quello di David Lynch e che mi ha fatto scoprire questa mondo e questa fantastica storia. Amai a suo tempo il film e leggendo il libro mi sono resa conto di quanto, tranne alcuni tagli, sia molto in linea con la storia, atmosfere, ambientazioni e personaggi, quindi se ne avete voglia e tempo guardate anche quello.
Hanno fatto anche una miniserie, dove ci sono tutti gli avvenimenti del libro, e anche se fatta bene, non fa provare le stesse sensazioni del film di Lynch o del libro.
Ora la finisco e mi raccomando per chi non lo ha letto che recuperasse, è fantastico.

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