Review Party: Dimmi chi sei di Giacomo Assennato terza tappa del 3 luglio




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Trama:
Antonio è anziano e ha bisogno di liberarsi dal grande problema che ha in casa e che gli rende deprimente la vita; per questo, con molte titubanze, decide di recarsi in un centro di ascolto e lì, dopo vari tentennamenti, inizia a raccontare la sua storia.Con le sue parole gli anni scorrono, seduta dopo seduta, a partire dal 1961 fino a raggiungere il presente. Il libro è articolato in pianti temporali diversi; le vicende così fondamentali nella vita di Antonio non sono quindi raccontate, ma i vari momenti sono vissuti in diretta, in un altro "presente".Conosciamo quindi nuovamente Antonio, con il candore e l'innocenza dei suoi sedici anni, assistiamo al suo fondamentale incontro con Pietro, un diciottenne spavaldo e pronto alla vita, e alla nascita della sua bella amicizia con Filippo, un ragazzo di oggi che con la sua sincera vicinanza contribuirà a far conquistare equilibrio e una certa serenità ad Antonio.È il racconto di una vita vissuta tra momenti bui e tanta luce che si concluderà ai giorni nostri, con un evento atteso da sempre, qualcosa che è sempre sembrato irraggiungibile ma che alla fine si realizzerà e coronerà una storia d’amore unica.

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In questa prima settimana di luglio vi parlerò di un libro che mi ha veramente molto molto colpita. Ho conosciuto questo autore per caso, come ho scritto in un’altra recensione di una delle sue opere; per la prima volta di lui e dei suoi libri vi ho parlato con il romanzo Sapessi, Luca, potete trovare la recensione sul blog. Una storia toccante, commovente, stralci di vita, la crescita di un ragazzo e i ricordi ai quali è rimasto aggrappato. In quel romanzo c’era molto dell’autore, almeno così ho pensato: tanti ricordi, ma anche tanti rimpianti di un passato che non sarebbe tornato.
Se in Sapessi, Luca i due protagonisti sono giovani e hanno tutta la vita davanti, in Dimmi chi sei l’io narrante è Antonio, un uomo ormai arrivato alla vecchiaia, dopo aver affrontato una lunga vita, ma soprattutto periodi difficili. Un uomo che sente il presente pesare ogni giorno di più, difficile, e crede che per alleggerire quel dolore che si porta dietro debba raccontare la sua storia. O meglio, non solo la sua storia, la storia di lui e Pietro, l’uomo che ha amato per tutta la vita, dal giorno in cui si sono conosciuti e per sempre.



Tempo fa, non mi ricordo quanto, ho avuto un pensiero... ho scritto un pensiero sulla mia bacheca di FB, stavo riflettendo sulle ultime letture di questi mesi, ma anche su letture passate, rendendomi conto che, crescendo e con il passare degli anni, alcuni tipi di romanzi mi fanno rabbrividire, mi emozionano e mi fanno amare il mio paese e anche odiare, perché non tutti raccontano belle storie, storie con un lieto fine, ma allo stesso tempo parlano dell’Italia, parlano della nostra storia, delle grandi città, ma anche dei piccoli centri, di quei paesini sperduti dove tutti si conoscono, dove tutti sanno tutto degli altri. Di quei luoghi dove cresci con le persone, vai a scuola con loro per anni, con alcuni si creano legami indissolubili, anche se le strade e la vita portano in luoghi differenti; eppure, quando capita di incontrarsi di nuovo, sembra che il tempo non sia mai trascorso, di essere ancora bambini e ancora amici come un tempo, anche se la vita è trascorsa e i problemi pesano sulle spalle.
Ci sono luoghi così, amicizie così.



Dimmi chi sei è una storia delicata, scritta con maestria, con uno stile quasi poetico, toccante, che arriva al lettore come un fiume in piena insieme a tutti i ricordi di Antonio, alla sua felicità, al dolore, al rammarico e alla disperazione degli ultimi anni. Una disperazione carica di rimpianti, perché il destino è stato così ingannevole: come mai quella malattia non è capitata a lui, invece che a Pietro, quell’uomo così forte, così bello? La vecchiaia arriva per tutti, ma l’Alzheimer è un colpo di grazia, qualcosa che si porta via le persone, i loro ricordi insieme a ogni momento passato, fino a quando non ci si sente chiedere continuamente: ma tu, dimmi chi sei? Ma io ti conosco? E ogni volta a quella domanda è una pugnalata, un dolore assurdo, soprattutto per un uomo come Antonio che al mondo ha solo Pietro.
Quello che ho avuto la fortuna di stringere tra le mani è un racconto impostato su più piani temporali, dove a farla da padrone sono i ricordi. Tanti ricordi, di un passato lontano, di una vita intera. I ricordi felici di un amore, ma anche quelli angoscianti e spaventati della solitudine, del tempo che passa, della separazione, della paura di perdere chi si ama e soprattutto della malinconia del passato, di quel tempo che non tornerà mai più, anche se chi ricorda ha passato dei brutti periodi, momenti terribili, tristi, drammatici, ma con il passare degli anni, con la vecchiaia ogni ricordo, anche quelli brutti diventano preziosi.
Con il passare del tempo ogni ricordo, ogni momento passato con chi si ama è importante.



Non conosco personalmente l’autore di questo libro, eppure anche in questo caso sembra mettere tanto di sé in quello che scrive: ogni parola, ogni emozione, ogni cosa bella detta da Antonio sono sincere, vere, come se avesse riportato le frasi di qualcuno. Come se avesse raccontato la storia di persone a lui care.
Ogni pagina era un anno passato, uno di quei periodi che io ho visto solo nei film, nei ricordi dei miei genitori ancora bambini negli anni sessanta, dei miei nonni già adulti e al tempo stesso tutto era nuovo. Quanto scritto da Giacomo Assennato erano pennellate, piccoli stralci di vita, di momenti, in un’Italia lontana da quella che conosco, forse sempre la stessa, ma allo stesso tempo differente.
Vivere in un paesino di un migliaio di anime è difficile per chi è differente, ancora più difficile per chi è gay, anche se non lo ammette. Le voci, i mormorii, l’essere isolato come se si avesse una qualche malattia terribile e infettiva. Quell’essere differente che agli occhi degli altri ti rende meno uomo, qualcosa da dover cacciare via, da allontanare, da picchiare.
Come hanno fatto male quelle scene, quelle parole, la solitudine e poi le botte. Come ha fatto male vedere il padre di Antonio chiudersi in un silenzio e allontanare suo figlio, senza una domanda, senza una parola. Lo ha salvato da altro, ma quanto può essere stato doloroso per un ragazzo di sedici anni?
La storia di Antonio e Pietro non è solo una storia d’amore, ma è anche la storia della loro vita, scritta con maestria, facendo affiorare momenti felici e ricordi. La storia di un amore che è per sempre, per tutta la vita. Nel bene e nel male e anche contro ogni difficoltà, superandole insieme.
L’ho adorato, per stile, per ambientazione, ma soprattutto per le lacrime che ho versato nei momenti tristi, ma anche per i sorrisi che sono apparsi.
Ho apprezzato il modo in cui è stato strutturato, la trama e la storia di Pietro e Antonio, ma anche la caratterizzazione di Filippo, questo ragazzo entrato per caso nella vita di Antonio, quel figlio, quel nipote che fino a quel momento non avrebbe mai pensato di avere.
Filippo gli ha dato nuova speranza, ha fatto tirare fuori una parte del carattere deciso e autoritario che pensava di non avere.


Ho apprezzato tantissimo questo libro, questa storia che non è solo un racconto d’amore, ma molto di più: parla dell’Italia, della mentalità chiusa con cui ancora combattiamo in molte zone del paese. Parla di diversità e di difficoltà e poi sì, parla di un amore che è andato avanti negli anni, per tanti anni, anche se uno dei due si è ammalato.
Parla della vita, del tempo che trascorre, della vecchiaia che sopraggiunge e di come Antonio non ne ha paura, perché accanto a lui ha ancora l'uomo che ama.
Veramente un racconto dolcissimo e toccante; a parer mio dovrebbe essere su ogni scaffale delle librerie in giro per il paese. Perché sì, è romantico, ma insegna anche molto.
E ora la finisco qui perché altrimenti parlerei e parlerei ancora per ore.

Cinque piume per questo gioiello delicato che ho veramente apprezzato.






Commenti

  1. Tu potresti parlare e parlare ed io non finirei mai di leggerti... bellissima recensione. Grazie per aderito anche questa volta al Review Party per questo autore!

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    1. Oddio, questo è un complimento bellissimo <3
      Grazie e grazie per aver organizzato questo RP, ho potuto leggere dei libri meravigliosi.

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  2. Una recensione STRAORDINARIA, Yuko, veramente scritta con un cuore che ha assorbito tutta la storia e che ha voluto bene ai miei ragazzi e ai miei vecchietti. Grazie di cuore!

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    1. Grazie a te, ho veramente adorato questo libro. è di una dolcezza infinita e di una delicatezza infinita. Adoro i romanzi così reali, così veri e così ben scritti.

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    2. E ora la domanda: riuscirò mai a scriverne un altro così?

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  3. Una storia emozionante narrata benissimo

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  4. È vero, sembra quasi di conoscere Giacomo come un vecchio amico!

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    1. io credo che metta tantissimo di sé nei suoi libri. Sono di una dolcezza disarmante.

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  5. Mi fa piacere quello che dite. E' vero: c'è tantissimo di me nei libri che ho scritto. Qualcosa che ho vissuto, qualcosa che ho pensato, qualcosa che mi ha fatto soffrire o anche gioire. Se li leggete, pino piano riconoscete qualcosa di me sia in Matteo, che in Davide, che in Antonio... Siete stupende!

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