Black Dog Blues di Rhys Ford (Serie Kai Gracen vol. 1) Anteprima

Eccomi con una nuova recensione. Prima di parlare del libro però voglio fare un po’ una digressione o una chiacchierata con voi. Come avete potuto notare dalla copertina, dal titolo e dalla trama, il libro è un fantasy, si potrebbe definire anche urban fantasy e come tale ha molti elementi di questi generi, ad esempio gli elfi. Io vorrei parlarvi un po’ di questi prima di recensire per bene il libro.
Perché questo? Semplice, all’interno del romanzo vengono fatti alcuni cenni alla cultura degli elfi, a come sono suddivisi, ma nella rielaborazione della loro cultura, l’autrice lascia dei punti che mi hanno un pochino confuso. Non so, forse il fatto che gli elfi nascono dentro delle uova, secondo l’autrice, mi ha lasciato decisamente spiazzata. Contando che ho immaginato di tutto, da frittata di elfo, a zabaione di piccolo elfo e la mia mente ha degenerato tantissimo con questi pensieri.
Facendo una ricerca, ma anche grazie a chi ne sa un pochino più di me a riguardo, ho scoperto che nella cultura scandinava e anglosassone, come quella irlandese, elfi e fate appartengono tutti allo stesso popolo, a seconda del paese in cui si riferisce loro cambiano nome e comportamento, luoghi in cui vivono, ma a modo loro hanno anche molte caratteristiche simili. Ci sono leggende su di loro, storie e miti, uno più interessante dell’altro e tutta una cultura a seconda del luogo in cui ci si trova; l’autrice attinge un po’ da tutte queste nel creare i suoi elfi. Nell’aspetto assomigliano a quelli già reinventati da Tolkien, alti, belli, con un volto senza tempo; occhi leggermente a mandorla e le orecchie a punta. Ma lo scrittore britannico non è l’unico ad averli inseriti nei suoi scritti, modificandoli e usandoli come meglio preferiva e difatti la Ford ha attinto anche alla loro struttura sociale, molto simile a quella di Shakespeare. Lo stesso drammaturgo, In sogno di una notte di mezza estate, ne ha parlato, dando a questo popolo un tocco poetico, misterioso e quella struttura sociale che la stessa Ford ha dato agli elfi del suo libro. Una rigida gerarchia sociale, dove a comandare sono i re e le regine delle colline, in questo caso i signori dei vari clan. Da questa gerarchia, poi è passata in parte alla mitologia scozzese. In questa, come in quella norrena gli elfi si dividono in elfi della luce ed elfi delle tenebre, e sono divisi in due corti ben distinte: La corte Benedetta e La corte Maledetta; all’interno del libro queste vengono rinominate come Corte dell’alba e Corte del crepuscolo, ma il significato e gli atteggiamenti, come l’aspetto, danno indizi sul carattere degli di chi vi appartiene.
Come in ogni storia che si rispetti chi appartiene alla luce fa parte del bene e chi appartiene alle tenebre è soggetto al male. Magari non proprio in tutte le storie, ma in molti immaginano che sia così.
Sempre nelle leggende anglosassoni si pensa che la corte dell’alba siano gli elfi chiamati Tuatha de Danan della mitologia celtica. Secondo i miti questi sono un popolo di essere divini molto simili agli elfi, con le stesse caratteristiche fisiche, come le loro abilità. Bellissimi, abili nella caccia e dotati di magia. Amano cantare e la musica, leggiadri, quasi eterei, sono stati cacciati dal Paradiso per via della loro enorme conoscenza.
Eppure secondo le stesse leggende, elfi e fate non hanno sempre aspetti positivi, punti che nel libro della Ford si percepiscono. Se nella Corte dell’Alba c’è gelosia, intrighi e tanta ipocrisia, quello che viene fuori attraverso la descrizione di alcuni elfi scuri fa venire i brividi: sono malvagi e soggetti al sadismo, pronti a torturare, violentare e uccidere anche i loro stessi figli.
Il modo in cui ha usato gli elfi, elementi magici ma anche fantasy mi è piaciuto, ho trovato l’ambientazione del libro originale, anche se come ho scritto sopra ha preso spunto per le corti elfiche da cose già lette, mischiando un po’ tutto. La cosa che non ha spiegato è come mai gli elfi nascono dalle uova, ma penso che posso superare questo shock, cercando di cancellare ogni tipo di immagine che mi si è formata nella mente.
Dunque, dopo questo mio tergiversare e questo lazione abbreviata sugli elfi che non interessa nessuno, passo direttamente alla recensione. Non odiatemi perché  non ho il dono della sintesi <3.


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Trama:

L’elfo reietto Kai Gracen è convinto di aver esaurito il suo karma positivo quando uno Stalker umano vince la partita di poker in cui Kai è stato messo in palio e lo prende con sé. In seguito alla violenta fusione tra la Terra e l’Underhill, la razza umana e quella elfica si ritrovano a vivere in un mondo caotico e infestato da mostri, e gli Stalker sono gli unici disposti ad accorrere quando all’orizzonte si profilano oscure minacce.
Anche se difficile, quella dello Stalker è una vita che Kai ama: buone ricompense, qualche amico e, soprattutto, è priva di altri elfi che possano ricordargli il suo passato. E poi uccidere i mostri è facile, specialmente perché anche lui è un mostro.
Quando un signore dei sidhe di nome Ryder arriva a San Diego, a Kai viene affidato un incarico per la nuova Corte dell’alba. Sulla carta si tratta di una semplice spedizione lungo la costa durante la stagione degli amori dei draghi, allo scopo di salvare una donna umana incinta in cerca di protezione. Facile, veloce e, cosa più importante, remunerativo. Tuttavia Kai si trova invischiato in una faida familiare all’ultimo sangue dalla quale non ha alcuna speranza di sottrarsi.
Nessuno si è mai arricchito facendo lo Stalker. Anzi, pochi di loro arrivano alla vecchiaia, e sembra che Kai non farà eccezione.

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Non ho il dono della sintesi, credo che un giorno di questi vi ucciderò di noia, ma le introduzioni, come le mie lunghe digressioni penso che di tanto in tanto possano essere utili soprattutto per parlare al meglio del libro che mi accingo a recensire. Dunque, sopra ho fatto un piccolo riassunto sugli elfi, ma per un semplice motivo adoro chiacchierare; no, non è vero, volevo accennare alle diverse leggende a cui ha attinto l’autrice, parlare un po’ degli elfi e come a seconda dei diversi libri poi questi vengono reinventati e modificati ai fini della storia.
Dunque, da che parte cominciare per questa recensione? Io direi innanzitutto che ho apprezzato veramente il libro: anche se alcune cose mi hanno lasciato perplessa, la storia nel suo complesso mi è piaciuta; più che un fantasy lo si può definire un urban fantasy, e uno fra i più originali che ho incontrato ultimamente. Era tanto che non leggevo il genere, gli ultimi a cui mi ero avvicinata mi hanno fatto scappare a gambe levate e quindi con questo anche se curiosissima ero molto, molto titubante. Un urban fantasy con elementi m/m! La mia mente, non appena mi è arrivato, ha creato scenari porno trash che solo poche persone possono immaginare. Fortunatamente gli orrori della mia mente non si sono realizzati, per una volta ho avuto fortuna, ancora ringrazio qualsiasi divinità, conosciuta e sconosciuta.
Torniamo a noi, come ho accennato il libro mi è piaciuto; ha i suoi pro e i suoi contro come ogni lettura, ma nel complesso mi ha appassionato e divertito, ci sono le dovute dosi di dramma e angst e mi ha messo addosso tanta curiosità, difatti voglio leggere il seguito e scoprire se si ferma solo con il secondo o procede con una saga un po’ più lunga. Chissà!
Inizio col dire che tutta questa prima persona nei libri inizia a essere decisamente noiosa, ma la terza persona, che dal mio punto di vista rende un libro molto più completo e fa conoscere i personaggi in toto e non solo dagli occhi del protagonista, non piace più? Delle volte scrivere in prima persona serve per far entrare meglio nella mente del protagonista, riuscire a interpretarlo e immedesimandosi in lui, eppure in questo caso non è andata troppo in questo modo: Kai ha talmente tanti segreti, tante cose di cui non vuole parlare e rivelare di sé, che la prima persona diventa quasi inutile. Comprendo che far trasparire il suo dolore e il suo disagio è stupendo, ma rimane il fatto che tutto poi si interpreta dal suo punto di vista.
Fatto questo piccolo appunto, questo primo libro in alcuni casi sembra un lungo prologo, l’introduzione al personaggio di Kai, accenni del suo passato, di chi è, ma soprattutto come è arrivato nel mondo umano, visto che Kai è un elfo a tutti gli effetti, anche se fino a quasi oltre la prima metà non rivela mai a che corte appartiene. Non lo fa per segretezza, ma come potrete leggere lo fa perché lui, a discapito del suo aspetto, si ritiene umano a tutti gli effetti. Chi lo ha cresciuto era un uomo e come tale è stato educato: come uomo, ma soprattutto per diventare uno stalker.



Sullo stalker voglio fare una piccola parentesi. Dunque, ora come ora di questi tempo quando si usa la parola stalker, anche a tradurla in italiano il significato è molestatore. Non so se più o meno impropriamente, ma è il significato che le hanno dato. Quando ho letto la trama del libro, ho visto che il protagonista faceva lo stalker per mestiere mi sono fatta mille domande, ma sai si scrive di tutto, quindi perché non pagare qualcuno per molestare la gente? Ovviamente mi sbagliavo, in questo caso lo stalker ha un lavoro più complesso, da cacciatore di demoni, ad accompagnatore in luoghi pericolosi. Insomma fanno diversi lavori, ma soprattutto cacciano creature pericolose. Ora, io non so se la scelta di lasciare la parola in inglese sia voluta, se come termine ha anche un altro significato o semplicemente chiamare quelli che fanno lo stesso lavoro di cacciatori fosse troppo mainstream, di certo prima che arrivasse il libro mi sono fatta una marea di domande sul perché della scelta di questo termine.


Dunque, Kai è uno stalker e come tale fa un lavoro decisamente pericoloso, il libro inizia con lui che dà la caccia a dei cani selvaggi, giganteschi, che appartengono alla Corte del crepuscolo. Bestie feroci e pericolose che non possono andare in giro fra gli umani.
Da qui passiamo a un punto che ho apprezzato molto, o meglio sono due i punti che ho apprezzato del libro. Il primo è stilistico, anche se il libro è scritto in prima persona, mi piace molto come l’autrice inserisce le descrizioni: luoghi, avvenimenti, anche le scene d'azione, sono descritte veramente bene. Appassionano le ultime e ti incantano le descrizioni, secondo punto che per un verso è strettamente legato allo stile. Il mondo umano e quello degli elfi si sono uniti, o meglio si può dire si sono fusi in uno unico, pertanto in quella che era la città di San Diego, ma anche in tutta la California, ora in alcune zone spuntano parte dei luoghi che prima erano degli elfi e essendosi uniti i due mondi, ecco che umani e creature magiche si sono ritrovati a convivere assieme. Piccolo appunto, mi sarebbe piaciuto sapere come mai questi due mondi all’improvviso si sono uniti, cosa è accaduto.
Allo stesso tempo devo dire che ho apprezzato come è impostato il libro: anche se per alcuni versi sembra più un lungo prologo piuttosto che un libro a sé stante, dà l’impressione di essere l’inizio di qualcosa di più complesso. Infatti sia gli eventi che i fatti vengono spiegati e descritti un passo alla volta, con il giusto tempo e senza correre troppo, eppure rimangono tantissime domande in sospeso, come rimangono in ombra alcuni personaggi citati che, per alcuni eventi, hanno un ruolo fondamentale ai fini della trama. Essendo una serie, per ora composta da due libri, sono andata a gironzolare per il web, per vedere quanti fossero, suppongo che l’autrice abbia deciso di dare una risposta a tutte le domande con l’andare avanti della storia.
Anche se avrei preferito una visuale più completa da parte di tutti i personaggi, bisogna dire che il libro è completo anche solo attraverso il punto di vista di Kai; l’autrice mostra il mondo attraverso gli occhi dell’elfo, facendo vedere non solo la dualità di Kai, di come lui, anche pur essendo un elfo a tutti gli effetti, si senta un umano e cerchi di stare il più lontano possibile da quelli del suo popolo. Sempre attraverso di lui fa vedere come gli uomini siano diffidenti verso la razza del giovane stalker, portandosi dietro un odio, risalente a una guerra antica, per la razza umana. Bisogna dire che c’è sempre la paura per chi è diverso e trapela anche questa nelle pagine del libro, come la vita di Kai sia stata difficile nel mondo umano, di come sia stato vinto in una partita a carte e da quel momento inizia la sua nuova vita, come essere umano.
Il passato del ragazzo rimane misterioso per gran parte del libro; vengono svelate alcune cose, altre si intuiscono, eppure c’è una parte è che inclusa fra quelle domande a cui ancora non si ha una risposta: chi era sua madre, a che clan apparteneva? Come mai rispetto agli altri elfi è differente? All’interno del libro si dice che elfi della corte dell’alba e quelli della corte del crepuscolo possono avere figli fra di loro, ma questi prenderanno i tratti somatici di una o dell’altra corte, non esistono incroci, elfi che hanno la fisionomia di entrambe le corti. E qui per una lunga parte del libro ci si chiede cosa è Kai, a quale corte appartiene, ma soprattutto come mai i ricordi che ha della sua vita con gli elfi siano così terribili. Alcune di queste domande hanno una risposta, o meglio l’hanno almeno in parte, eppure a fine storia rimane un grande alone di mistero e il desiderio di saperne di più.
Lo stesso vale per le decisioni prese da Ryder, la missione per la quale ha assunto Kai, ma anche la decisione di creare una sua corte elfica a San Diego, lontano dalla sua gente, da sua nonna. Tutto questo non sembra avere una sorta di spiegazione: come Kai mantiene i suoi segreti, lo stesso signore elfico si sbilancia pochissimo con l’altro. Come se entrambi, anche se attratti l’uno dall’altro, non pensano, giustamente, che questa basti per potersi fidare.
Il rapporto fra Ryder e Kai mi piace, è complesso, in tutto il libro si studiano, il primo ha una sorta di curiosità verso l’altro: Kai è un elfo proprio come lui, eppure è così umano, così desideroso di non avere quell’aspetto, tanto da renderlo più che interessante ai suoi occhi e triste perché sembra che lo stalker voglia rinnegare le sue origini, la sua cultura e le credenze che hanno gli elfi.
Ryder desidera Kai nel suo letto, con il procedere della storia sembra volere qualcosa di più dal giovane stalker, si nota dal suo comportamento, da alcune sue azioni. Eppure anche, se entrambi provano attrazione l’uno verso l’altro, udite udite, in tutto il libro si scambiano solo qualche bacio: niente sesso, niente pagine e pagine dove non fanno altro che accoppiarsi come conigli anche nei luoghi più assurdi. La storia procede lungo il percorso scelto dall’autrice, dove il rapporto fra Kai e Ryder deve ancora consolidarsi. In questo primo libro si sono conosciuti, hanno iniziato a instaurare le basi per una fiducia reciproca, senza dichiararsi amore eterno. Sono contenta di questa decisione, dichiararsi amore dopo tre pagine, ma anche dopo mezzo libro avrebbe snaturato entrambi i personaggi. Kai odia avvicinarsi troppo alle persone, fidarsi di loro, in lui c’è una sorta di paura che lo tiene distante da tutti. Ryder è differente, lui prova attrazione per Kai, come ho detto lo vuole nel suo letto, perché bello e interessante. Non vuole fargli una dichiarazione e sposarlo. Poi c’è il punto in cui per gli elfi non c’è differenza con chi hanno una storia, o una relazione, per loro uomo o donna è indifferente. Per questo verso sono così advanced xP.


Il mondo tra il fantasy e il futuristico creato dalla Ford è pieno di personaggi molto particolari, forse i più classici o “normali” sono proprio i due protagonisti. Sia Ryder che Kai, anche se pur ben descritti e caratterizzati rientrano in un determinato cliché: il primo un ragazzo dal passato tragico e doloroso, che rifugge proprio questo passato con tanto di ricordi, che è in bilico fra due razze. Ryder è una versione di principe azzurro pronto a fare qualunque cosa per aiutare e salvare chi ama. Messi da questo punto di vista sono decisamente scontati, ma al tempo stesso molto complessi. Entrambi hanno una loro visione del mondo. Kai sembra scostante, desideroso di sopravvivere e fare soldi e tenersi lontano il più possibile dalle corti elfiche. Al tempo stesso ha un cuore grande, si preoccupa dei suoi amici, ma anche degli altri, anche se cerca di nasconderlo in ogni modo.
I personaggi interessanti del libro sono una serie di figure femminili che ruotano attorno a Kai e la cugina di Ryder. Ecco, per la prima volta in un libro ci sono delle donne con un carattere forte, ben distinto, in grado di difendersi. Donne che non piangono ogni due secondi per il loro triste destino, ma sono pronte a combattere, che queste siano umane o appartenenti agli elfi. La cugina di Ryder, Alexa, è un soldato, nata per comandare. Sin da subito, non appena Kai la vede si rende conto che è una donna forte e anche pericolosa, forse è più un guerriero lei di quanto non lo sia Ryder.
Poi ci sono le amiche di Kai, che esse siano semplici amiche, la vicina di casa o un’altra stalker. Hanno un carattere forte e un certo ascendente sull’elfo. Un ascendete che porta il ragazzo ad ammirarle e stimarle, a tenere loro come se fossero la sua famiglia.


Come avrete potuto notare ho decisamente apprezzato questo libro, con tutti i suoi pro e contro. L’ho trovato interessante, uno dei migliori urban che ho letto negli ultimi tempi e per chi mi conosce sa che il genere non è che mi appassioni troppo. Non è che non apprezzo le storie d’amore, ma in un romanzo non ci sono solo quelle e molte volte, quando i due protagonisti finiscono a letto, il resto della trama va letteralmente a spasso e si perde. Improvvisamente il romanzo verte sulla relazione fra i due protagonisti e lascia indietro tutto il resto, in questo caso non è accaduto; sarà che i due non hanno combinato nulla, potrò dirlo solamente leggendo il seguito. Per ora posso solo dire che è una lettura godibile, un buon libro che può tranquillamente rientrare nella schiera dei fantasy, di m/m ha poco e nulla, ma non è affatto un problema.
Black Dogs Blues è il primo romanzo di questa autrice che leggo, ma spero di poterne leggere altri scritti altrettanto bene e con lo stesso stile frizzante, allegro eppure per nulla frettoloso. Tutto avviene al momento giusto, senza affrettare gli avvenimenti. Veramente una lettura che mi ha sorpreso e per mille aspetti positivi, pertanto non posso fare altro che consigliarlo e dargli 4 stelle.

Ultima cosa, la copertina non mi è piaciuta per nulla ç_ç, ma sono complicata io. Devono trovare illustratori più bravi e con uno stile molto più dolce.


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