Rosso Sangue (Gold and Iron Vol. 1) di Lily Carpenetti e K. Elise


Dopo aver perso sul campo il suo partner lavorativo, Edward Davis guarda la vita con occhio cinico e la affronta a muso duro, passando le sue giornate tra lavoro e incontri occasionali con ragazzi più giovani, che non lo mettano in condizione di impegnarsi.
Nel bel mezzo di un caso complicato, viene piantato dall'ennesimo collega, che viene sostituito dal figlio di un politico, appena approdato alla sezione omicidi. Dopo l'iniziale diffidenza, il detective dovrà ammettere che David Briggs è molto di più del raccomandato che credeva e che i meriti sul campo non sono l'unica attrattiva dell'uomo.
Lo svolgimento delle indagini prosegue a pari passo con la crescente attrazione tra i due, fra incomprensioni e momenti di estrema vicinanza. Come l'acciaio e l'oro del distintivo che portano, i due si scopriranno opposti e complementari.
Ma il detective Davis capirà la forza di questa nuova unione quando sarà sul punto di perdere Dave e si getterà al salvataggio del collega. La circostanza estrema riuscirà a scuotere le sue convinzioni e predisporlo più positivamente verso un'eventuale frequentazione. Non una vera e propria relazione, ma qualcosa che gli si avvicini molto.



Devo ammetterlo, quando ho iniziato questo libro ero un po’ prevenuta. Mi spiego meglio: non pensavo che sarebbe stato un brutto libro, anzi la trama mi aveva ispirata parecchio. Invece pensavo che, anche con questa bella trama, sarebbe stato un libro fotocopia di tanti altri che avevo già letto e che parlavano del medesimo argomento.



Mi sono dovuta ricredere. Il libro è scritto molto bene: come dicevo, il tema non è nuovo, eppure viene raccontato in modo tale che non risulti mai banale o noioso. Nonostante la storia tra i due protagonisti sia centrale, mi è piaciuto molto che la parte delle indagini avesse il suo giusto spazio e non fosse soffocata dalla parte romantica.
Infatti, il caso che seguono i due detective viene molto approfondito e, sebbene la storia non sia focalizzata sulle tecniche investigative quanto più sui protagonisti, ha comunque un ruolo non da poco nella narrazione.




Per alcuni versi mi ha ricordato i romanzi di Connolly (più precisamente la serie con protagonista Bosch, poiché sono gli unici che ho letto di questo scrittore), dove le tecniche investigative passano in secondo piano e la narrazione gira intorno al protagonista.
I due personaggi sono ben caratterizzati e si muovono bene all’interno della storia: mi piace il modo in cui interagiscono l’uno con l’altro.
L’unico difetto che mi sento di commentare è il fatto che a metà romanzo avevo già indovinato l’identità dell’assassino, e non è stata una grande sorpresa quando poi è stata svelata. Questo però è soggettivo e sicuramente non diminuisce la piacevolezza della lettura. Devo dire che nonostante tutto sono rimasta col fiato sospeso fino alla fine, rimanendo comunque intrigata dalla storia fino alla conclusione.



Mi è anche piaciuto un altro elemento: nonostante la passione divampi praticamente subito tra i due protagonisti, nessuno dei due giura amore eterno all’altro. Purtroppo, molto spesso in questo tipo di romanzi si raccontano amori sbocciati nel giro di qualche giorno (o anche meno) che il più delle volte risultano poco credibili. Non è questo il caso: la passione sboccia immediatamente tra i due protagonisti, ma è la conoscenza reciproca che li avvicina sempre di più. È una cosa che ho particolarmente apprezzato.
Tirando le somme, questo è un libro che mi ha soddisfatta parecchio, che ha certamente qualche difetto ma che si è rivelato una lettura piacevole e coinvolgente, che consiglio a tutti quanti.



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