Whyborne & Griffin #1: Widdershins di Jordan L. Hawk




Trama:
Uno studioso solitario. Un detective privato. E un libro d'incantesimi che potrebbe distruggere il mondo intero.
L'amore è pericoloso. Fin dalla tragica morte dell'adorato amico, Percival Endicott Whyborne ha spietatamente soppresso qualunque sentimento per altri uomini. Preferisce trascorrere le sue giornate a studiare lingue morte nel museo dove lavora. Così, quando l'affascinante ex-Pinkerton Griffin Flaherty lo contatta per tradurre un libro misterioso, Whyborne vuole solo finire il lavoro e sbarazzarsi del detective il più in fretta possibile.
Griffin ha lasciato la Pinkerton dopo la morte del suo partner. Si è messo in proprio, e ora deve investigare sull'assassinio di un giovane benestante. Unico indizio: un libro in codice un tempo appartenuto alla vittima.
Il progredire delle indagini fa avvicinare i due uomini, e il fascino dissoluto di Griffin rischia di far crollare il ferreo autocontrollo di Whyborne. Ma quando la coppia scopre le prove dell'esistenza di un potente culto determinato a dominare il mondo, Whyborne è costretto a scegliere: rimanere da solo e al sicuro, oppure rischiare tutto per l'uomo che ama.

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Le mie recensioni ultimamente non sono mai in anteprima; mi deprimo un pochino per questa cosa, ma non posso farci nulla. Ho avuto un po’ da fare in queste settimane, cose che non si potevano assolutamente rimandare.
Ora, sorvolando sugli affari miei che non interessano a nessuno, partiamo con la recensione vera e propria. Dal momento in cui hanno mostrato la cover del libro, io me ne sono innamorata. Credo che il mio cervello abbia resettato ogni pensiero coerente e mi abbia detto: "Leggilo, è stupendo, ti piacerà tantissimo". Quando poi ho letto la trama, quei pochi neuroni funzionanti si sono azzerati e mi sono messa a controllare la newsletter in continuazione, sperando che arrivasse la mail della Triskell in cui ci chiedevano se volevamo recensirlo. Ho anche fatto un pochino la prepotente con le altre ragazze del blog, dicendo che l’avrei recensito io e nessuna discussione. Sono veramente pessima, lo so.



Comunque, dopotutto questo il libro è arrivato e io ero in piena modalità fangirl anche se non lo avevo ancora iniziato, ma erano bastate la trama e la copertina a conquistarmi.
Parto col dire che adoro questo genere di ambientazioni: epoca vittoriana con un misto tra il giallo, l’horror e il soprannaturale. Poi hanno inserito qualche elemento egizio e io mi sono persa completamente, quindi sicuramente la recensione non sarà propriamente obiettiva. Cercherò di fare del mio meglio, ma la razionalità potrebbe perdersi man mano che vi parlerò di questo libro.
Anche se sono in ritardo per la recensione in anteprima, il libro l’ho letto abbastanza in fretta, mi ha assorbito sin dalle prime battute. Come ho detto, periodo e ambientazione, con queste tinte tra l’horror e il giallo, mi piacciono sempre, mi affascinano, tanto che mi piacerebbe leggere molto altro di questo genere.


Il mio ritardo nel commentarlo è dovuto al momento in cui dovevo fare la scheda del libro, o meglio sono andata a fare copia incolla per la trama; per curiosità ho voluto leggere cosa ne pensavano altre lettrici e così ho fatto una piccola ricerca. Come ogni libro ci sono pareri contrastanti, alcuni che mi hanno lasciata perplessa e quindi, giusto per sicurezza, credendo di non aver compreso fischi per fiaschi, l’ho riletto, cercando di non farmi prendere dall’esaltazione.
Quindi ecco la colpa del mio ritardo; non devo leggere le altre recensioni prima di scrivere la mia, anche perché quando sono tanto entusiasta di una lettura, se leggo dei pareri totalmente contrastanti mi domando se non ho capito la trama, oppure mi sono esaltata troppo. Ma soprattutto se nella recensione ho scritto una marea di cretinate.
Comunque, sto divagando veramente troppo, quindi parto col dire che una nota dolente del libro è l’unico pov, quello di Whyborne, che dal mio punto di vista è un personaggio interessante, ma sembrerò ripetitiva: adoro i pov alternati, una visuale più completa di quanto sta accadendo. Anche con i pov alternati si può mantenere un velo di mistero e svelare i personaggi, il loro passato, i loro segreti poco a poco. Questa forse è l’unica pecca che ho trovato nel romanzo, ma penso che si tratti più che altro di gusti personali.
Passando oltre, credevo che la storia, essendo ambientata in periodo vittoriano, fosse in Inghilterra, e invece non è così: ci troviamo in una piccola cittadina degli Stati Uniti, in un luogo non meglio specificato. Ho fatto alcune ricerche, ma penso che la città di Widdershins, nome che dà anche il titolo al libro, sia inventata. L’autrice ha costruito questa città, le ha dato una storia, un passato, una serie di antiche famiglie e un fondatore morto da più di duecento anni, pronto a tornare in vita per conquistare la città e poi il mondo intero, con creature provenienti da un portale che dà su un’altra dimensione. Messa così sembra un po’ una trama confusionaria, con tanti spunti, eppure non lo è; i vari tasselli della storia si scoprono uno alla volta, attraverso le avventure dei due protagonisti, attraverso le loro indagini, per poi arrivare a un finale che per un verso è un tantino scontato, ma il come ci si è arrivati, come la storia è stata raccontata mi è piaciuto e mi ha conquistato.



Sempre a Widdershins c’è un grande museo, uno dei più conosciuti degli Stati Uniti d’America, un museo dove uno dei due protagonisti lavora e trova rifugio dagli occhi del mondo. Ed è proprio in questa città che la storia ha inizio: un giallo, un horror, ma anche una storia d’amore e l’inizio di un’avventura molto più grande.
Widdershins è un libro dalla trama avvincente, in alcuni casi forse non particolarmente originale, ma che mi ha preso sin dalle sue prime battute. Un libro che intreccia gli avvenimenti passati dei personaggi al presente e che lega i protagonisti in modo indissolubile anche se non vogliono a quello che sta per accadere. Ma la trama si snoda pian piano, con il procedere della lettura, in una sorta di scoperte e avvenimenti emozionanti a ogni nuovo capitolo. Come, a mio parere, si intreccia benissimo l’attrazione e il legame che si crea tra Griffin e Whyborne, anche la storia d’amore è legata indissolubilmente alla trama, anche se ammetto che dopo la prima metà del libro l’autrice ha inserito un po’ troppe scene di sesso; alcune potevano essere benissimo eliminate, ma de gustibus.
L’intreccio tra giallo e horror è qualcosa che apprezzo tantissimo: sono generi che si adattano in maniera perfetta al periodo vittoriano, che esso sia ambientato a Londra o in una cittadina costiera degli Stati Uniti, cupa e fredda. È l’ambientazione perfetta per una storia del genere, per far muovere i personaggi in strade buie, osservati da creature mostruose e in attesa che qualcosa di terribile stia per scatenarsi su di loro. Mi piace il senso di oppressione che il libro riesce a dare al lettore, almeno è quanto accaduto a me durante la lettura.
La trama del libro è scorrevole, intricata, avvenimenti del passato dei vari personaggi si collegano a quanto sta accadendo nel presente, legando tutti i personaggi e gli avvenimenti in maniera perfetta.
Whyborne, uno dei protagonisti, sembra essere trascinato in questa indagine, contro il suo volere, da Griffin che gli chiede di aiutarlo, ma non è così: lui è strettamente legato a quanto sta accadendo, la sua famiglia lo è.
Lo stesso Griffin si porta dietro un passato doloroso, di paura e tradimento e di avvenimenti che sono in un certo modo collegati a quanto sta accadendo nella cittadina di Widdershins.
La trama di questo romanzo è veramente avvincente, l’atmosfera cupa poi aumenta le sensazioni che fa provare, quell’angoscia e il brivido di paura le proviamo attraverso gli occhi di Whyborne. Il modo in cui è caratterizzato questo studioso, tutte le sue insicurezze si riflettono sul modo in cui racconta e affronta gli eventi, pertanto anche sul modo in cui è raccontata la storia. I momenti di ansia, di paura, sono accentuati dalla sua di paura, da quel senso di inferiorità e incapacità che prova in ogni momento. Questa cosa mi è piaciuta perché, per quanto non ami in particolar modo in personaggi deboli, Whyborne ha una sorta di evoluzione, di crescita. Il suo senso di inadeguatezza, la paura, il senso di colpa man mano si trasformano, facendolo finalmente crescere e sbloccandolo da quell’età adolescenziale alla quale è rimasto aggrappato per troppo tempo.



Griffin al contrario è molto più misterioso, lo si conosce solo attraverso gli occhi di Whyborne, pertanto vediamo un affascinante uomo avventuroso ed elegante, eppure sotto c’è molto altro: il suo passato, i segreti, i momenti bui della vita di questo ex agente Pinkerton. Griffin non è l’uomo forte e impavido che vede Whyborne, ha anche lui le sue debolezze, le sue paure, le ombre che lo svegliano di notte attraverso terribili incubi.
Un personaggio che ho apprezzato, anche se è solo secondario, è Christine: una donna forte, che lotta ogni giorno per sopravvivere nel mondo di uomini in cui lavora e dove nessuno la prende sul serio, come se lei non potesse fare l’archeologa. Una donna che combatte ogni giorno per essere considerata una scienziata e non una donna capricciosa.
Veramente un personaggio ben delineato ancora tutto da scoprire.
Tirando le somme, Widdershins è un libro avvincente è ben scritto, un mix tra storia e soprannaturale che mi ha fatto innamorare da subito, dalla sua trama, dalla copertina che è stupenda. Ma soprattutto è l’intera storia che mi ha conquistato, facendomi immergere in una splendida avventura che mi ha lasciato quel senso di malinconia nel momento in cui ho girato l’ultima pagina, sperando di poter aver presto un altro libro di questa autrice tra le mani. Perché Widdershin è una finestra su un mondo passato, un mix tra lo storico e il soprannaturale. Una splendida avventura movimentata, ma allo stesso tempo mi è sembrato un lungo prologo, una lunga presentazione su un’avventura ancora più grande, su mille altre avventura che aspettano Whyborne e Griffin.
Libro consigliatissimo che si merita cinque piume.






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