The danish girl di David Ebershoff



Che cosa succede quando vedi la persona che ami cambiare radicalmente sotto i tuoi occhi? Tutto nasce da un semplice favore che una moglie chiede a suo marito durante una giornata qualsiasi. Siamo a Copenaghen, inizi Novecento: entrambi stanno dipingendo nel loro atelier, lui realizza paesaggi velati dalla nebbia del Nord; lei ritrae su enormi tele i ricchi committenti della borghesia cittadina. Proprio per completare uno di questi lavori, il ritratto di una nota cantante d'opera, Greta domanda al marito di posare in abiti femminili. Da principio Einar è riluttante, ma presto viene completamente sedotto dal morbido contatto della stoffa sulla sua pelle. Via via che si abbandona a questa esperienza, il giovane entra in un universo sconosciuto, provando un piacere che né lui né Greta avrebbero mai potuto sospettare. Quel giorno Einar ha un'autentica rivelazione: scopre infatti che la sua anima è divisa in due e forse lo è stata sempre: da una parte l'artista malinconico e innamorato di sua moglie, dall'altra Lili, una donna mossa da un prepotente bisogno di vivere…


Oggi sono qui a recensire un romanzo che mi è stato regalato, ma che già di mio ero curiosissima di leggere.
Non ho visto il film da cui è tratto, mia terribile mancanza, ma ora sono ancora più decisa a recuperarlo il prima possibile.
Sto parlando di The Danish Girl, che sicuramente avrete sentito nominare per la presenza di Eddie Redmayne, un attore straordinario, e per Alicia Vikander, che ha vinto l'Oscar proprio grazie alla sua interpretazione in questo film.
Non avendolo visto, non so dirvi quanto romanzo e film siano simili, per cui rimanderemo questo discorso a quando farò la recensione del film.
Per ora voglio parlarvi del romanzo, anche se non è per niente facile.
Il tema trattato, quello della transessualità e della disforia di genere, è ancora oggi un tema delicato. Devo ammettere che io stessa non ne so abbastanza per parlarne, quindi mi baserò semplicemente su ciò che mi ha trasmesso questo libro.
Devo ammettere che, in alcuni punti, il libro mi ha permeata di tristezza: il protagonista non sempre è sicuro di stare bene, di essere normale. Anche alcuni dottori a cui si rivolge trovano che il problema sia nella sua testa, che sia in qualche modo pazzo. Purtroppo, questo può instillare un dubbio in una persona fragile, farla sentire in qualche modo sbagliata.
Nel passato, la tendenza ad dare la colpa alla malattia mentale per tutti quei comportamenti che sforavano da quelli comuni era altissima. Tuttavia, il libro è anche una forma di speranza, perché mostra invece persone che sono riuscite ad andare al di là di ciò che è normale, di ciò che è consuetudinario.
Soprattutto Greta, la moglie di Einar/Lily: ho trovato questo personaggio straordinario. Nonostante tutto il dolore che anche lei prova, non è mai venuta meno nel suo sostegno verso il marito. Anzi, è stata lei a spingere perché prendesse consapevolezza di sé e del suo vero essere. Certo, per lei non è stato facile un singolo istante, ma ho trovato la sua forza d'animo straordinaria.
Il libro mi ha lasciato dentro un sacco di emozioni contrastanti: la storia appare fin da subito velata da una malinconia struggente, che permea le pagine e coinvolge il lettore. La malinconia di Einar, che si sente come sdoppiato. Quella di Greta, che deve fare i conti con l'arrivo di Lily e tutto ciò che comporta.
È sicuramente un romanzo che mi ha fatta riflettere su cosa vuol dire davvero non sentirsi adeguati nel proprio corpo, e questa sensazione non fa che aumentare la malinconia di cui vi parlavo.
Sono riuscita a non commuovermi, ma è stato quasi un miracolo. Temo che il film mi farà crollare.
A voi è piaciuto? Ditemi i vostri pareri.

In attesa della visione del film, ci vediamo alla prossima recensione!


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