La scatola a forma di cuore di Joe Hill



L'annuncio su Internet di una ragazza che vuole liberarsi del fantasma del suo patrigno attira l'attenzione di Judas Coyne, rockstar miliardaria con un debole per il macabro. Il musicista - che annovera nella sua collezione il cranio di un indemoniato, la confessione di una strega, un cappio consunto dall'uso - si aggiudica l'articolo e una mattina gli viene recapitata una scatola a forma di cuore al cui interno si trova un abito scuro. Da quel momento una presenza misteriosa si manifesta nella casa e incomincia a perseguitarlo. Un silenzioso vecchio signore vestito di nero, con un piccolo rasoio che gli pende dal polso, costringe il suo segretario a impiccarsi, cerca di far marcire viva la sua giovanissima amante, ma soprattutto vuole infilarsi nella testa di Jude per indurlo a suicidarsi.


Joe Hill, all'anagrafe Joseph Hillstrom King, porta una pesante eredità sul suo capo: come si evince dal cognome, infatti, è il figlio del maestro dell'orrore Stephen King.
Devo ammetterlo, mi sono approcciata a lui per questo motivo, spinta dalla curiosità e dai pareri positivi che ho sentito in giro su di lui.
Ho scelto a caso uno dei suoi romanzi e l'ho iniziato.
Devo ammettere che sono rimasta sorpresa in modo piacevole. Joe Hill non è suo padre e non cerca nemmeno di esserlo, sebbene in alcuni punti la sua scrittura lo ricordi tanto.
Tuttavia, il genio deve essere ereditario, perché Joe scrive divinamente: la sua storia mi ha prima terrorizzata, spaventata e fatta stare in ansia, per poi arrivare a commuovermi.
Se l'influenza di suo padre è ben visibile, tuttavia si nota uno stile personale molto forte, molto acceso.
I personaggi mi sono piaciuti tantissimo: all'inizio il protagonista mi sembrava un po' piatto, ma andando a fondo con la sua psicologia si sono aggiunte mille sfaccettature alla sua caratterizzazione che l'hanno reso sempre più complesso e profondo. Lo stesso vale per Georgia, quella che possiamo considerare la protagonista femminile della storia.
Una sola cosa mi ha davvero poco convinto del protagonista, Jude: Hill lo descrive come un uomo di cinquantaquattro anni, eppure dalla sua caratterizzazione sembra un uomo molto più giovane. Non parlo tanto di aspetto fisico, quanto di una sensazione generale. Il romanzo è in prima persona, e prima che Jude dicesse la sua età avrei giurato che fosse un uomo molto più giovane di quel che poi è in realtà.
Certo, è un po' un Peter Pan, un uomo che non è mai completamente cresciuto, eppure ho la sensazione che qualcosa stoni quando penso ai suoi anni.
Tuttavia, per il resto, ho trovato tutti i personaggi perfetti, complessi e interessanti.
La storia mi è piaciuta tantissimo e mi ha davvero spaventata, soprattutto all'inizio. Sarei rimasta sveglia fino a tardi per poter arrivare all'ultima pagina, ma avevo troppa paura a leggerlo di notte.
Hill è molto bravo a trasmettere le emozioni che provano i suoi personaggi; c'è un momento, una scena in particolare dove si percepisce benissimo l'orrore e lo sconcerto di Jude mentre sta realizzando qualcosa, una verità che aleggiava ma che nessuno voleva ammettere. In quel momento ho sentito letteralmente un brivido gelido lungo la schiena che ha contribuito a cambiare del tutto il mio approccio alla lettura. Mi sono sentito completamente coinvolta dalla narrazione, ed è stato davvero intenso.
Ve lo consiglio? Sì, anche se, ovviamente, se siete dei fifoni come me, sappiate che fa paura. Tuttavia, credo che una scrittura come quella di Hill vale la pena, anche prendendosi qualche spavento lungo la strada.
Ovviamente, il voto che mi sento di dargli è il massimo!

Alla prossima recensione.


Commenti