La Rifondazione di Dune di Frank P. Herbert



Dopo la distruzione di Dune, l'equilibrio del vecchio Impero è sconvolto dalla violenza delle Matres Onorate, che hanno ormai conquistato decine di pianeti della Sorellanza, distruggendo l'unico luogo dove esisteva il melange allo stato naturale e sterminando i Tleilaxu che lo creavano artificialmente. Soltanto la Sorellanza Bene Gesserit è ancora in grado di opporsi alla distruzione. Alla Casa Capitolare si ricrea tramite la desertificazione il ciclo dei vermi della sabbia e del melange e prosegue l'addestramento del ghola bambino Teg, il vecchio Bashar, nell'ipotesi sempre più certa di un attacco. Il piano della Madre Superiora è semplice: attirare in trappola la Regina Ragno su Junction e distruggere le Matres Onorate. Il Bashar, ripristinato, organizza la forza d'attacco mentre l'ex Matre Onorata Murbella si sottopone all'Agonia diventando il primo ibrido che unisce i poteri di entrambe le Sorellanze. Il volume conclusivo del capolavoro epico di Frank Herbert: inizia lo scontro tra i due ordini, l'universo sta per cambiare una volta per sempre.


E arriviamo alla fine di un ciclo!
Infatti, oggi parleremo qui su PiumeDiCarta dell’ultimo romanzo di una saga che personalmente mi è piaciuta tantissimo.
Quando ho iniziato a leggere Dune, sapevo che era una saga conosciuta e amata, ma non avevo idea di quanto avrebbe avuto impatto su di me, di quanto mi sarebbe piaciuta.
Devo ammettere che quest’ultimo capitolo non mi ha convinta appieno, non perché sia brutto o scritto male, tutt’altro. Perde un po’ il confronto con i primi volumi, che secondo me erano di una bellezza disarmante.
Come lettrice, infatti, mi sono trovata spesso spiazzata dalla bellezza dello stile e della tecnica scrittoria dell’autore, oltre che dai temi trattati.
In parte, negli ultimi due libri ho sentito meno questo spiazzamento, ma di certo non posso dire che siano libri brutti.
So che questo libro non sarebbe dovuto essere l’ultimo della saga, in quanto ci sono ancora questioni aperte alla fine del romanzo.
Tuttavia, io invece trovo che sia perfetto così: anche se effettivamente l’autore aveva in programma di scrivere altri libri e non è mai riuscito a farlo, lasciare un finale parzialmente aperto per una saga di queste dimensioni non è così sbagliato.
Lascia presagire nuove avventure, nuovi mondi, nuove storie. Non serve che noi le leggiamo, possiamo crearle nella nostra testa, lasciare che sia la nostra fantasia a colmare i vuoti.
Per questo devo ammettere che la fine di Dune, inteso come saga, mi ha soddisfatta appieno, mi ha lasciato un bellissimo ricordo di romanzi che porterò con me per il resto della vita, che rileggerò sempre volentieri.
Questa, più che la recensione all’ultimo capitolo, è il mio personale addio alla saga e il mio consiglio, per voi. Se non l’avete mai letta, se avete sempre voluto farlo ma vi ha spaventato il fatto che fosse composta da sei libri, prendete l’iniziativa e leggete la Saga di Dune.
Non avete idea del meraviglioso viaggio che vi aspetta, come non ne avevo idea io.
Per chi, invece, questo viaggio l’ha già compiuto, mi piacerebbe sapere cosa ne pensa, con un commentino qui sotto.
Orfana di Dune, cerco consigli per una prossima lettura fantascientifica, per cui sbizzarritevi!

Alla prossima recensione.



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