Sogni di Sangue

Sogni di  Sangue
di Lorenza Ghinelli




Enoch ha tredici anni e le guance roventi, un occhio pesto e troppe ombre addosso.
Dovrebbe sentire freddo mentre cammina, solo, lungo il retro di un capannone industriale
a duecento metri da casa. È passata l’ora di cena e sua madre lo aspetta, una mano sulla cornetta del telefono e l’altra sul cuore. Il vento di marzo puzza ancora d’inverno, i rami sono secchi e il cielo è grigio nebbia, verticale; gli nasconde il supermercato in lontananza e persino i cassonetti, più vicini, in cui l’anno prima aveva trovato cinque gattini morti.



Trama presa dal libro:

Enoch ha tredici anni ed è costretto a portare dei tutori di metallo che lo rendono facile bersaglio delle prepotenze dei suoi coetanei. Eppure, quando si addormenta, diventa più letale di una legione di demoni.
Cosa accade mentre dorme? C’è forse un legame tra i sogni di Enoch, la sparizione del suo peggiore aguzzino e il ritrovamento di uno strano ciondolo risalente all’antico Egitto? Chissà se Dorotea, la madre di Enoch, donna algida e imperturbabile, con una passione viscerale e morbosa per le scienze occulte, conosce il suo segreto. Persino la loro casa nasconde un mistero, mentre tanti altri brulicano e strisciano lungo le fogne della città…


Lorenza Ghinelli: è nata a Cesena nel 1981. Laureata in Scienze della Formazione, ha conseguito presso la scuola Holden di Torino un master in tecniche della narrazione.




Enoch si odia, in quel silenzio ovattato riesce a darsi fastidio persino da solo. Clang clang. È il suono dei suoi passi infangati, passi di subumano, scherzo della natura, sgorbio.




Raramente leggo libri di autori italiani, soprattutto di nuovi autori, sono legata a grandi nomi come Umberto Eco e Dacia Maraini, ma non mi sono mai avvicinata sino ad ora ai nuovi autori, soprattutto nel genere thriller, ho avuto decisamente delle brutte esperienze con il fantasy e questo mi ha scoraggiato nell’avvicinarmi ad altri generi.
La mia mania compulsava di comprare libri però, mi ha portato a prendere quasi tutti quelli usciti a 0.99 cent e così mi sono ritrovata fra le mani alcuni titoli di autori nostrani. Spinta un po’ dalla curiosità ho iniziato questo libro e terminato un altro. Nessuno dei due è stato una brutta lettura, tutt’altro, però non mi hanno lasciato completamente soddisfatta.
In Sogni di sangue di certo non mi aspettavo un libro horror, non del tutto, però non so, leggendolo è come se mancasse qualcosa. Non parlo di descrizioni, ma non so, mi è sembrato troppo veloce come libro. Penso ci siano dei vuoti, la mamma di Enoch è ambigua, ha una passione per le arti occulte e una biblioteca segreta, ma tutto questo si scopre alla fine del libro, non prima. Non si sa come ci si avvicina a queste arti, a questa passione. Per non parlare del rapporto che ha con Enoch. Sembra che voglia impedire al figlio di allontanarsi, di scappare da lei, eppure tutte queste sono intuizioni, o meglio pensieri che formulavo man mano mi avvicinavo alla fine del libro.
Altra parte che penso sia abbastanza lacunosa è la scomparsa di Alex, posso capire che non sia un ragazzo simpatico, anche un tantino psicopatico, ma possibile che nessuno si sia preoccupato della sua scomparsa? L’unico che ha avuto dei dubbi è stato Enoch, e solo per via dei suoi sogni, né i suoi amici né la sua famiglia si sono domandati dove potesse essere finito.

Mi piace come l’autrice abbia sviluppato l’idea dei sogni, è un modo per Enoch di evadere dalla realtà, da quei tutori che lo imprigionano. Ino sogno è in grado di difendersi, di misurarsi alla pari da coloro che lo perseguitano, Alex in primis e dopo anche dai suoi due compari Gino e Francesca.
In sogno è forte, si può muovere e correre, ma al tempo stesso quei sogni sono così strani, vividi e reali. Talmente reali, che ogni volta al suo risveglio la paura lo perseguita. Pensa che sia accaduto qualcosa, e l’unica che sembra sapere se sono reali o meno è sua madre, come è l’unica che potrebbe dirgli cosa gli sta accadendo, peccato che non vuole farlo.
Un personaggio che ho trovato interessante è Rebecca, e penso che l’autrice avrebbe dovuto svilupparlo meglio, approfondirlo come personaggio. In alcuni frangenti quando parla di collaboratrice della polizia, penso a come nei film si fanno chiamare in questo modo i medium. E forse Rebecca lo è, ma sembra molte più cose, dice di essere una zingara, si interessa di arti occulte, ma al tempo stesso è a conoscenza di leggende e miti dell’antico Egitto, come di furti da parte dei tombaroli in diversi siti archeologici.

Come libro mi ha incuriosito molto, ma penso che l’autrice abbia messo molti elementi che attirano l’attenzione in un grande calderone occulto, magia, sogni, thriller, miti e leggende dell’antico Egitto, ma senza sviluppare bene nessuno di loro. In alcuni frangenti mi è sembrato che avesse fretta di giungere alla fine, per poi regalarci quello che è un finale dal retrogusto amarognolo. Non un lieto fine, ma nemmeno la risposta a tutte le domande, o meglio lasciandoci con delle risposte vaghe e un ragazzo che a stento ricorda quanto accaduto.
Forse legando e allungando un po’ di più il racconto, approfondendo di più tutti i personaggi, una lettura che di per sé è risultata molto gradevole a parer mio sarebbe potuta essere una delle migliori in assoluto.




Sarà bello togliere i tutori, e pestare a sangue quei maledetti bastardi che lo chiamano Wall .E



Commenti

  1. Mi è piaciuto parecchio. Per essere un romanzo breve, è notevolissimo davvero :)

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    1. Hai ragione, per essere un romanzo breve è molto carino, ma forse proprio perchè così corto a parer mio ha lasciato un sacco di domande, molti vuoti soprattutto sui personaggi. Lo avrei trovato più piacevole un pochino più approfondito.

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