Hell-Ion di Luciano Pellegrini

Salve, questo è il pensiero di una collaboratrice del blog, di un libro
di un giovane autore italiano.
L'impressione non è stata delle più positive, ma forse con l'andare avanti
della lettura magari migliorerà.




Hell-Ion
La leggenda del Prescelto
Di Luciano Pellegrini



LA TRAMA:


Il mondo conosciuto era chiamato da tutti i suoi popoli: Hell-Ion. Esso era un unico e vasto continente prospero e ricco di vita. Un giorno tutto cambiò! La guerra si abbatté su di esso, coinvolgendo i suoi abitanti. Il regno degli uomini era difatti minacciato dagli oscuri e mostruosi Madrow, popolo discendente dagli antichi Throll. Esso fu esposto ai maligni influssi di un portale non rinchiuso, mutando così aspetto e mente in orride creature della notte. Solo un’antica leggenda avrebbe potuto sbaragliare questa minaccia piombata sul continente. Nel bel mezzo di tutto quel caos, un nome iniziò a echeggiare: Elion.

***

Parto subito col dire che non sarà una recensione positiva. Il libro presenta un errore fin dalla quarta di copertina, nella presentazione dell’autore: “[…] al di fuori del mondo “normale” e di tufarsi nella magia”. Visto il costo (€19,60) non è molto rassicurante. Mi domando cosa gli costasse leggerlo una volta di più o usare il fantastico correttore ortografico di word che, per questi errori, è utilissimo.




Il PROLOGO

Fin da subito si nota che l’autore tende a “raccontare” senza “mostrare” nulla - personalmente preferisco lo stile “show, don’t tell”, anche se, so bene, può essere molto complicato da utilizzare - , e passa da un discorso all’altro scordandosi la consecutio temporis. “Dalmos, perfido adoratore di Zender, il signore del mondo oscuro, non posò il ventitreesimo sigillo…” segue “Il saggio Allamore […] incaricò il suo apprendista Dalmos a spiare tutte le mosse dei Madrow.[…] Purtroppo, Dalmos tradì la fiducia del suo maestro e di tutti i suoi compagni […]” non era già corrotto prima? Il grande e potente Allamore non aveva percepito il male che albergava in lui? Mah….

Per cercare di darsi un tono aulico e forbito ha deciso di adottare la tecnica “infiliamo parole a caso che non c’entrano nulla con la frase”, un esempio: “Il regno degli uomini era infatti minacciosamente sconvolto da una terrificante e sanguinosa battaglia […]”.
Oppure alterna termini come “siffatti” o “un regno ormai revoluto” (confesso di essere ignorante, non sapevo dell’esistenza di questa parola, immaginavo qualcosa di altisonante. Ho cercato il significato sulla Treccani: “In botanica, si dice di organo vegetale arrotolato su sé stesso” oppure “Compiuto nel suo giro, che torna sui propri passi, avendo fatto un giro completo”, vi lascio anche il link http://www.treccani.it/vocabolario/revoluto/ Quindi sarebbe “un regno ormai arrotolato su sé stesso”?), con “E guarda un po’ ” e “che si erano stufati”. Suggerirei di mantenere almeno un livello costante del vocabolario durante la narrazione, anche perché non sono parole inserite nei dialoghi dei personaggi - dove un linguaggio simile non creerebbe problemi -, ma è sempre l’autore che “racconta”. Dei dialoghi parlerò più avanti, anche quelli meritano attenzione.

Si nota una ripetizione continua di concetti, parole e sinonimi. Qualche esempio:
·         “privi di sentimenti e di amore”, l’amore non è forse un sentimento?;
·         “Ormai sembravano ombre di angeli caduti negli inferi del mondo oscuro, esseri spietati con forma quasi umana, ma solo in apparenza”. Dubito che gli angeli cadano negli inferi del mondo luminoso;
·         “[…] e i maghi più potenti deposero ciascuno un sigillo per un totale di ventitré sigilli.”

Le sue frasi raggiungono l’apoteosi qui: “Questa particolare Stone era, infatti, un portale usato dai maghi per spostarsi in differenti punti di Hell-Ion […]”, (una pietra è un portale? Come vi entrano?) e continua con “Ci sono tre tipi di Stone: una è la Darkstone, portale diretto per il mondo oscuro; segue la Celian Stone, portale per tutto il mondo conosciuto; e infine esiste una Stone che fu persa molto tempo fa: la Fay Stone, una pietra che permetteva di far viaggiare nel tempo il suo utilizzatore, ma nessuno su questa terra non ha ancora avuto modo di assistere personalmente al suo funzionamento. Si dice però che ha il potere di portare il suo padrone attraverso tutti i portali conosciuti di questo e l’altro.” Sorvoliamo sulla punteggiatura (anche se a mio avviso converrebbe togliere un po’ di “;” per sostituirli con “.”), pensiamo alla ripetizione di “stone” fatta ben 6 volte, e alla doppia negazione “nessuno… non ha”, quindi tutti hanno avuto il privilegio di assistere al viaggio prodigioso tra questo e l’altro… mondo? Tempo? Credo manchi una parola.
Ma proseguiamo, non soffermiamoci troppo su simili dettagli!

Prima parla di misteriosi esperimenti fatti dai maghi: “Là si misero a fare pericolosi esperimenti incrociando magie antiche, elfiche e perfino oscure!” (devo commentare quel “Là”?), per scacciare gli invasori, creando “soldati quasi invulnerabili”. Però, “I guerrieri creati erano poco affidabili e non totalmente controllabili. Quando fu chiaro che gli esperimenti non avrebbero dato i frutti così sperati, il mago Allamore, custode dell’incantesimo supremo, decise che non si poteva vincere la guerra con simili progetti maligni.” Qualche pagina dopo nomina la pietra del destino (che sia una nova stone? Ma non erano solo di tre tipologie?), scrivendo “la pietra del destino era una realtà!”; credo di essermi persa un pezzo, ma non stavano creando dei soldati?

Avevo già parlato dell’uso improprio della terminologia oltre a “revoluto”?  Non vorrei ripetermi. “[…] appoggiandosi sul suo maestoso bastone bianco di legno scolpito[…]”, ok, sarò una pignola rompicazzo ma l’ho immaginato appoggiato ad una colonna di marmo simil legno, poco pratica da portarsi dietro a mio avviso. Il legno non si scolpisce, s’intaglia e quel “maestoso” mi sembra un aggettivo un po’ esagerato: maestose possono essere delle volte, delle colonne, delle navate, una catena montuosa, non un bastone!

Adesso a cosa tocca? I dialoghi! Per quanto riguarda i dialoghi mi sono messa più volte le mani nei capelli. L’autore, non solo si scorda di andare a capo quando cambia il personaggio che “parla”, ma inserisce pure la risata! “Ormai assisterai alla mia magnificenza più assoluta… ah ah ah!” cos’è? Un manga? (poi si riscontra sempre l’utilizzo di parole messe un po’ a caso che appesantiscono la lettura). Mi sono chiesta se abbia mai letto un libro in vita sua…

Dulcis in fundo l’autore sbaglia addirittura a scrivere i nomi del mondo da lui creato (Hell-Ion diventa Hellion a pagina 13) e i nomi dei personaggi (Dalmos diventa per un attimo Dalmo a pagina 16). Posso capire che abbia cambiato i nomi, magari più volte durante le riletture, ma esiste una fantastica opzione su word che si chiama “trova e sostituisci”; basta scrivere il nome vecchio, cliccare su “trova” e se ce ne sono ancora sparsi per il file “sostituirli” con la nuova versione, non è difficile.

Mancano completamente le descrizioni ambientali e dei personaggi (che appaiono a caso) durante il corso della narrazione; sembra che le azioni fluttuino nel vuoto. Magari io, da lettrice compulsiva di fantasy quale sono, sono un po’ fissata con le descrizioni, ma mi piacerebbe sapere dove si sono verificati i fatti narrati.

Altre frasi che mi hanno lasciato a bocca aperta:
·         “si unirono con gli esseri umani”;
·         “che ebbe dentro di sé”;
·         “… e in quel momento nessuno ebbe più notizie dei due scomparsi.” (che volesse dire “da quel momento”?);
·         “Anche i vari terremoti che seguirono furono d’aiuto ad ampliare il dramma”;
·         “Gli anni passarono e nessuno si ricordò dell’accaduto” (dimenticarono?);
·         e per finire il prologo termina con “le cose sembravano appartenere alla normalità, almeno in apparenza!”.
·         Questo è solo il prologo e, da quel che ho capito, il libro è stato anche editato!

Ah, dimenticavo! Le mappe e i disegni sono molto belli, complimenti a Davide Lezza.
Comunque, obbiettivamente parlando, la storia c’è, e sembra anche interessante, ma la resa non è esattamente ben riuscita. Io consiglierei all’autore di farlo revisionare da un bravo editor. Sfatiamo il mito secondo cui l’editor ti stravolge la storia, non è vero, lui corregge, revisiona e  migliora, ma non cambia la trama! (al massimo può dare suggerimenti per lo sviluppo della storia).
Se fossi nei panni dell’autore mi incazzerei come una iena con “l’editor” che avrebbe “revisionato”(parolone!) la storia e magari anche con gli amici, che non mi hanno fatto sapere cosa non andava per paura di offendermi.

Consiglio spassionato a Luciano se mai leggerà e se arriverà fino alla fine: invece di scrivere il secondo volume, riprendi in mano questo e revisionalo da zero con l’aiuto di qualcuno di molto bravo e sincero.

Devo continuare? Magari migliora…



Nelith

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