Salve a tutti, a fine settembre è uscito per al Centauria libri, nella collana Talent un libro soprannaturale intitolato Clover: qui la nostra recensione del libro, dell'autrice Francesca Bufera, oggi vi proponiamo un'intervista fatta proprio all'autrice. Un grande grazie a lei per averci dedicato del tempo.
1
- Ho comprato il libro, l’ho sfogliato e la prima cosa dove mi è caduto l’occhio
è stata la dedica, come mai proprio quella?
Quella per Heath? Mi ero ripromessa che, se avessi
mai pubblicato un libro, l’avrei dedicato a Heath Ledger e ho dovuto rispettare
il giuramento. Ero una sua grande fan quando era in vita - ovviamente lo sono
rimasta anche dopo - e speravo che avesse una carriera lunga e, soprattutto,
una vita felice. È stato come un lutto familiare, perderlo. Credo che il
fandom, al meglio delle sue manifestazioni, sia questo: una forma di amore per
qualcuno che, anche se non si sovrappone a quello degli affetti reali, ha una
sua dignità, delle sue ripercussioni anche profonde sulla psiche. Lui è una
persona a cui penso ancora molto spesso, era un attore eccezionale, e siccome
ha anche impersonato il mio personaggio LGBT preferito - Ennis Del Mar -, ho
pensato che la dedica fosse anche appropriata.
2
- Quando è nata l’idea di Clover, o meglio quando i personaggi hanno preso
forma nella tua mente?
Quando avevo quindici anni e andavo alle superiori.
Mi avevano ispirato molto in particolare i fumetti delle CLAMP che spesso
avevano situazioni di amori tra persone dello stesso sesso presentate secondo
canoni diversi da quelli a cui siamo abituati, e pensavo che sarebbe stata una
bella idea unire quel tipo di tematica a un contesto invece da “telefilm
americano”. Avevo inventato un po’ di storie su tale falsariga, ma questa in
particolare mi venne in mente guardando “Ultime dal cielo” e restò per molto
tempo la mia preferita, la ripercorrevo molto spesso aggiungendo di volta in
volta qualcosa - ma iniziai a scriverla su EFP dopo molti anni, perché la
struttura a puntate si prestava. Non credo che mi capiterà mai più di scrivere
qualcosa che sia già così definito fin dal principio nella mia testa.
3
- Come sai noi abbiamo letto la versione sul web, ma nel tempo tu hai rivisto
la storia fino a un editing definitivo con la CE, cosa è cambiato a ogni
revisione?
Il primo passo è stato una sorta di “storyboard”
delle scene che era essenziale tenere e quelle che invece erano rinunciabili.
Siccome i personaggi erano molti, la decisione facile è stata di eliminare
tutti quelli che, comunque, non avrebbero avuto sviluppo successivo, quella
difficile invece è stata rinunciare a quelli che portavano a una serie di
“trame parallele” che allungavano ulteriormente la narrazione - quella di Joel
o Kerry, ad esempio. Quindi si è raccolto tutto sui personaggi principali, mantenendo
la quasi totalità delle loro scene, con poche modifiche, che però saltano
subito all’occhio, come il finale più d’azione.
La CE mi ha infatti incoraggiato a fare qualcosa che
effettivamente sapevo necessaria ma, finché ero self, avevo trascurato: migliorare
la parte action. Tra l’altro, trasformandosi da una storia a puntate a una
“saga” a volumi, era necessario che il primo libro avesse un climax interno.
Per tutte queste ragioni, il finale è molto più denso, drammatico e
scoppiettante. Credo.
Sono state tagliate delle scene di sesso tra pairing
secondari, sia perché la casa editrice esigeva un tono meno “esplicito” della
storia, sia perché Clover si presta moltissimo all’UST, anzi: credo che l’UST
sia uno degli aspetti più importanti. Per questo diventava interessante
concentrarsi su quello, lasciando perdere gli intrallazzi delle “coppie in
secondo piano”.
4
- Il libro ha una trama soprannaturale, ma non è l’unico punto della storia. Il
suo punto forte è sempre stata oltre a una trama avvincente anche la
caratterizzazione dei personaggi, dei protagonisti, come di quelli secondari.
Nessuno è mai stato messo lì a caso. Questi sono cambiati con il tempo, a ogni
revisione. Sono maturati e cresciuti con te?
Dunque, sebbene credo che i caratteri dei personaggi
siano abbastanza simili a com’erano nella stesura precedente, qualche
micro-differenza c’è. Will è più somigliante all’idea che, tutto sommato, ci si
fa immediatamente di lui: un uomo molto più grande di Christian, dal carattere
forte e rigido. Harry è più ironico, più misterioso, più sensuale di quanto non
fosse prima - traspare meno la sua rabbia, che probabilmente verrà più in luce
successivamente. Tyler sicuramente è quello che mi ha dato maggiori
soddisfazioni: i personaggi positivi con poche macchie sono i più difficili da
scrivere e quando pubblicavo online, spesso avevo l’impressione di averlo reso
antipatico, specie in questa prima fase della storia. Mentre, nella nuova
stesura, assomiglia più all’idea che di lui volevo dare sin dal principio.
Mi dispiace che Cooper abbia meno spazio, però per
lui si può sempre tirar fuori una saga a parte XD Christian, infine, è un poco
meno pauroso, indeciso e imbranato, tira fuori una qualche specie di grinta
qui. Non so se siano “maturati”, sicuramente sono maturata io nel frattempo,
per forza di cose.
5
- Come ho detto sopra il punto forte della storia è una trama ben costruita e i
personaggi, ma nel tuo libro almeno nella versione per il web c’era anche una
grande componente erotica, scene di sesso veramente ben descritte. Pensi che
eliminandole il libro abbia perso qualcosa?
Pur essendo io una che difende molto le scene di
sesso delle storie a rating rosso, penso che possiedano una loro estetica a
parte, che in un libro è meno efficace. Hanno di sicuro il merito, se usate
bene, di aggiungere un qualcosa alla psicologia dei personaggi. Il problema è
che se in un racconto a puntate ci sta che ci sia l’episodio dedicato a quello,
è quasi un “virtuosismo artistico” a se stante, è più difficile invece sospendere
la narrazione per diverse pagine di un libro nel caso di una storia come Clover
in cui la carne al fuoco è altra, e parecchia.
Inoltre, in questa prima parte le scene di sesso
coinvolgevano sempre e solo un personaggio principale e un personaggio secondario
(Tyler e Mark; Harry e Raphael; Harry e Jeffrey), il che le rendeva, posto il
discorso di prima di concentrarsi sugli aspetti principali che facevano
progredire la trama, non particolarmente essenziali da mostrare - come sarebbe
invece stata un’eventuale scena di sesso tra due protagonisti.
Ammetto che ho tenuto conto di un ulteriore fattore:
la casa editrice voleva che questo libro non fosse potenzialmente letto solo da
persone già “rodate” al genere, ma facesse un po’ da apripista a lettori che
potenzialmente sono ancora digiuni di romance M/M, e che dunque vanno
accompagnati più gradualmente. Penso che, su questo aspetto, Clover sia
perfetto perché, ripeto, il suo lato sensuale è sempre stato costruito più
sull’UST che non sulle scene di sesso vero e proprio, a differenza di altre mie
storie. Mi piace che possa funzionare da quel punto di vista: appassionare
persino quel tipo di lettrici che fino al giorno prima magari dicono “vedere
due uomini baciarsi fa senso”, e poi leggendo piano piano arrivano persino a
TIFARE che accada XD La trovo un’idea spassosissima.
6
- L’ambientazione: Cardenal. Da quando ho letto la storia anche sul web, mi ha
fatto pensare a una San Francisco in miniatura, un luogo dove la comunità LGBT è molto grande, e dove c’è
meno discriminazione. La tua scelta è stata casuale, oppure l’hai ponderata per
bene?
Quando ho iniziato a scrivere la storia, volevo che
fosse ambientata in California perché avevo fatto un viaggio nella West Coast
da pochi anni e quindi avevo un’idea fresca del contesto. Volevo fosse una
città inventata, per darmi libertà anche di “inventare” la topografia. Infine,
volevo che fosse una ipotetica città con una comunità gay forte per un motivo
molto pratico: la tipica accusa a cui va incontro Clover è che “non è possibile
che ci siano così tanti uomini gay in giro nello stesso posto”, e questa
spiegazione tagliava la testa al toro XD Ci sono perché è un polo d’attrazione
gay-friendly, sessualmente aperto e libero - e piace ai Raspidi anche per
questo.
Rispetto a San Francisco, ahimé, manca il mare.
7
- I primi libri della collana Talent sono racconti, anch’essi che prima si
trovavano su EFP. Ho letto le recensioni di vari lettori e per ognuno in molti
si lamentavano per i cambiamenti riportati alla storia. I lettori affermavano
che il riscrivere e togliere e modificare alcune parti li abbia rovinati. Pensi
che possa essere accaduto anche con Clover? Le modifiche sono state così
drastiche?
Nel mio caso è capitato più spesso che vecchi
lettori avessero “paura” di approcciarsi al libro a causa delle modifiche,
mentre alla fine non ce ne sono stati molti post-lettura che mi abbiano
espresso apertamente delusione, almeno fino a ora.
Non so se un editing possa “rovinare” qualcosa: mi
sembra strano perché stiamo comunque parlando di persone che per necessità di
cose prima facevano tutto da sole, che invece si rapportano a professionisti
del settore. Perché dovrebbero fare un intervento peggiorativo? Se gli editori
volessero vendere e basta, prenderebbero la storia così com’è, senza modificare
neanche le virgole: risparmierebbero tempo e denaro.
Detto questo: Clover ha una struttura nuova, è un
libro con una circolarità interna ed eventi molto più compatti tra loro, ma la
storia che racconto è la stessa.
Resta legittimo che un lettore possa dirmi
“preferivo FOUR a Clover”: credo che in queste cose (un po’ come la diatriba
libro-adattamento cinematografico) viga anche una sorta di imprinting, che ci
porta ad amare la prima versione che abbiamo conosciuto di qualcosa. Specie se,
come in questo caso, ci ha accompagnato per lungo periodo, come può fare un
racconto a puntate.
8
- La copertina è magnifica, ma la domanda è:
cosa pensi del nuovo titolo, è appropriato o preferivi quello che gli avevi
dato tu?
Qua la questione ha dell’incredibile: ho sempre
preferito il titolo “Clover”! So che è assurdo pensarlo XD Ma in origine era il
titolo che avrei voluto per la storia. Perché non l’ho usato? Per due ragioni:
la prima era che in inglese il riferimento al numero quattro era meno evidente,
essendo che per dire “quadrifoglio” ci vogliono due parole in più, in teoria.
Il secondo motivo era che, essendo io fan delle CLAMP e avendo loro un fumetto
con questo titolo, l’omonimia a quel tempo mi pareva eccessiva. Così decisi di
rendere comunque loro omaggio, chiamando Clover soltanto il locale dove si
svolgevano le vicende.
Non trovavo proprio un titolo che mi piacesse di
più, così optai per un neutralissimo “FOUR”. Il numero quattro, semplicemente.
Titolo che, in quel momento, non era omonimo a nessuno XD Poi la sfiga ha
voluto che invece, quando la Centauria mi ha chiamato, non solo esistesse un
libro con quel titolo (anche altri Talent hanno degli omonimi, in fondo), ma
soprattutto che il libro FOUR appartenesse a una saga young adult, e fantasy, e
recente, e molto popolare. Oltre il danno, la beffa: sebbene il nome del
personaggio di Divergent venisse tradotto in italiano nei libri come “Quattro”,
nel titolo hanno preferito invece lasciare l’inglese -_- . Maledetta Legge di
Murphy! Quindi ecco, tra le due omonimie, alla fine dei giochi era meglio
“Clover”, che almeno è tutt’altro medium.
L’unico rimpianto è non avere la macchina del tempo
così da intitolare la storia “Clover” fin dal web, col senno di poi.
9
- Quali sono i personaggi di cui è stato più facile scrivere? E riprendendo in
mano il libro è sempre stato così, oppure hai scoperto che con il tempo eri più
affine a qualcun altro?
Allora, Will è un personaggio che mi viene molto
naturale scrivere, visto che è caratterizzato in quel modo particolare. Harry è
quello che sento più affine a livello profondo, ed è rimasto tale. Poi mi trovo
molto bene in generale con i personaggi solari, vivaci e assurdi come Cooper o
Robert (che ancora si è visto poco). Di questo gruppo fa parte pure Sky, che ha
pure una personalità molto particolare.
In generale, la questione non è molto cambiata;
diciamo che nel prosieguo della storia succedono cose che, adesso, mi
influenzano di più, riscrivendo i quattro protagonisti in questa prima fase. E
a volte devo obbligarmi a non farmi sopraffare dalla rabbia - o altri
sentimenti - per ciò che faranno dopo XD
10
- Il personaggio che ami di più? Può essere un protagonista o non esserlo.
Harry Spades. Forse a volte lo amo al punto da non scriverlo
al meglio delle mie possibilità (mi è stato rimproverato, occasionalmente, un
eccesso dello stereotipo del “bad boy” per quanto lo riguarda), non riesco a
essere oggettiva con lui quanto con gli altri. Però di sicuro è sempre il primo
che mi viene in mente, quando penso a questa storia, tanto da avergli dato
molti attributi che mi riguardano (tra le tante cose, ho un tatuaggio con delle
picche XD ).
11
- Quello invece cui fatichi più a muovere e a parlare di lui.
River, perché mi occorreva che avesse
caratteristiche da cattivo molto standard e assoluto e quindi le sfumature da
esplorare non erano molte. In generale quando i personaggi sono mossi dal
sentimento dell’ambizione che prevarica su tutto il resto, è difficile aver
qualcosa da dire in più XD
12
- Da quanto hai detto la prima versione di Clover è nata diversi anni fa,
crescendo e maturando; se avessi scritto il libro ora i personaggi si sarebbero
comportati allo stesso modo, oppure avresti visto le loro azioni con un’ottica
differente?
Non saprei dire O__o Penso che essendo che già la
prima volta è stata la stesura di qualcosa che avevo già in mente da tempo, in
realtà cambierebbe anche oggi molto poco, riguardo le questioni salienti.
Inoltre, Clover non ambisce a essere un romanzo “realista”: i personaggi sono
archetipi, tipi umani definiti, e questo li rende molto “fissi” da dirigere
nella mia mente, nelle loro varie fasi. L’unica differenza probabilmente è che
avrei le idee più chiare ancora, non introdurrei personaggi che poi non ho voglia
di gestire (quelli che in questa versione ho finalmente tagliato).
13
- Cosa diresti per convincere le persone a leggere il tuo libro? (Corruzione e
avances non valgono xP)
“Devi assolutamente leggerlo perché voglio sapere
per quale dei tre farai il tifo”.
14
- Domanda da un milione di dollari: uscirà il seguito?
Speriamo! Devo dire che, a prescindere da come andrà
l’intera saga, pubblicare il secondo mi renderebbe di per sé una persona
appagata e senza quasi più niente da chiedere alla vita XD Il resto
eventualmente verrà di conseguenza, ma almeno il secondo, in cui vengono
introdotte cose che ancora non esistono qui, per me è un obiettivo
imprescindibile. Poi posso anche rilassarmi e lasciare che le cose facciano il
loro corso.
15
- Da SNeptune84: quando ci siamo incontrate mi hai detto che la cosa più difficile è stata fare coming out
ai tuoi genitori sul fatto che scrivi storie a tematica omosessuale. Mi hai
detto che tua madre ha voluto leggere Clover. Puoi dirci qual è stato il suo
commento quando l’ha finito?
Che Will non doveva chiudere il gatto fuori dalla
porta.
Scherzi a parte, i miei sono molto aperti di testa,
ma un conto è accettare nella nostra società che le persone dello stesso sesso
possano stare insieme, sposarsi e adottare figli (che già non è scontato),
diritti su cui i miei genitori sono d’accordissimo; un conto è assimilare che
esista un’intera letteratura - il cui pubblico è a maggioranza femminile - su
questo tema, eventualità che penso ancora non moltissimi fuori dal giro contemplino.
In ogni caso, mia mamma è stata molto felice e fiera della pubblicazione e
tutto il resto è venuto di conseguenza: mi ha detto che le piace sempre molto
come scrivo e che dei tre pretendenti anche lei ha il suo preferito: Will.
16
- Da Serelily: Come ti sei sentita quando ti hanno contattata per pubblicare il
tuo romanzo?
Al settimo cielo, anche perché ricevere un messaggio
di quel genere sulla casella di posta EFP che non sia una bufala appartiene
quasi alla sfera di quelle cose che magari sogni pure, ma che non ti sembrano
sogni realistici. Credo che equivalga a una dichiarazione d’amore da parte
dell’uomo dei propri sogni, o a sollevare la cornetta del telefono e ricevere
la proposta di lavoro della vita. Inoltre, è un gran bel riconoscimento nei
confronti di un duro lavoro che ti sembra già tanto venga letto online. Poi,
ovviamente, avendo io un carattere pessimista, da lì in poi ho viaggiato sulle
montagne russe, alternando momenti di euforia a fasi di sconforto in cui vengo
presa dalla certezza che andrà tutto a catafascio. Però ecco: sono quei momenti
per cui varrebbe la pena ricominciare da capo la propria vita, accettandone
pure i risvolti negativi, pur di poterli ripercorrere ancora, e ancora.
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