Trama:
Non era facile vivere l’omosessualità negli anni ’70. Nonostante iniziassero ad esserci già i primi movimenti omosessuali, uscire allo scoperto non era consigliabile per nessuno, ritrovandosi molto spesso a vivere storie d’amore nell’ombra, all’insaputa del resto del mondo. Per Jacopo scoprirsi gay fu un grosso problema. Si sentiva diverso dagli altri, ed ogni volta che si prendeva una cotta per qualche suo coetaneo, mille domande affollavano la sua mente. Per questo pensò che parlarne con qualcuno, suo cugino Amedeo, lo avrebbe aiutato a capire il perché gli stava succedendo tutto quello. Ma, invece che essere d’aiuto, Amedeo non faceva altro che farlo sentire sbagliato, sporco, provando a cambiarlo. Per questo aveva accettato di portarlo con sé ad una festa sulla spiaggia, dove ragazze e alcool regnavano sovrani. Ed è proprio lì che incontrerà lui, Lorenzo, un giovane musicista con la passione per il canto che lo porterà a vivere la sua prima grande storia d’amore. Era l’estate dei suoi vent’anni.
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Se guardiamo alla situazione attuale degli omosessuali, ci rendiamo subito conto che ci sono ancora tantissimi passi da fare, perché il mondo capisca che non esiste nessuna differenza tra gli individui, qualsiasi orientamento essi abbiano.
Ma se guardiamo al passato, ci rendiamo conto di quanti passi sono stati fatti.
Questa storia, ambientata negli anni ’70, ci trasporta indietro nel tempo, ad un periodo in cui era ancora più difficile confidarsi con gli altri.
È ciò che fa Jacopo, il protagonista, pensando di ricevere aiuto, mentre invece il cugino Amedeo non fa che giudicarlo e tentare di cambiarlo.
Jacopo è un personaggio molto tenero, che fin dalle prime righe mi ha conquistato per la sua ingenuità e i suoi modi di fare. Sta attraversando una fase difficile della sua vita, quella di accettarsi, e non ha alcun aiuto esterno.
Questo finché non incontra Lorenzo, personaggio che io personalmente ho amato in modo viscerale. Sarò di parte, ma datemi un musicista con una chitarra in mano e non ragiono!
Tornando alla storia, Lorenzo apre una breccia nel cuore di Jacopo, e i due insieme sono la cosa più dolce di questo mondo.
La loro storia d’amore, dolce e malinconica, non può che commuovere il lettore.
Nonostante tutto, Lorenzo ha però un amore forse ancora più grande, che è quello per la musica e il canto. Lo ama in modo così viscerale che non riesce a rendersi conto che la cosa potrebbe distruggerlo.
Il paragone con le cicale, che cantano tutta la vita per poi spegnersi, è quantomai calzante. Tuttavia, trovo molto romantico il modo in cui questo personaggio ama la musica. Quasi fosse una parte della sua stessa anima e se la lascia andare non sarà mai più completo.
Da questo, è evidente che l’autrice ha eseguito un lavoro veramente egregio di caratterizzazione dei suoi personaggi, conferendo a ognuno di loro più strati e più livelli e rendendoli veri e reali. Questo lavoro è doppiamente da premiare, visto che questo è un racconto: l’autrice è riuscita nel suo intento avendo a disposizione meno pagine di quelle che occorrono per un romanzo, e questo è degno di lode.
Quello che più ho adorato di questa storia è stata l’ambientazione: l’autrice ha saputo gestire bene i riferimenti che ha inserito, e quasi mi sembrava di essere davvero negli anni ’70 tanto mi ero immedesimata.
Anche se questo è un racconto, bastano poche righe per immergersi in questo mondo che ci sembra così lontano nel tempo.
Come per la caratterizzazione dei personaggi, anche per l’ambientazione è stato certamente fatto un ottimo lavoro da parte dell’autrice.
Per questo mi sento di dare la piena votazione a quest’opera; non ho trovato nulla che non mi piacesse. La trama, i personaggi e gli ambienti sono perfettamente in armonia tra loro, le scene sono ben gestite e il ritmo è perfetto.
È una storia dolce e romantica, ma anche triste e malinconica, che consiglio di leggere veramente a tutti perché, secondo me, è una piccola perla.
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