Tucker Springs #4: Desidera il prossimo tuo di L.A. Witt (Anteprima)



Trama:
Gli opposti si attraggono, ma che il Cielo aiuti questi due.

Il tatuatore Seth Wheeler pensa di aver fatto centro quando Darren Romero affitta l’appartamento di fronte al suo. Il nuovo inquilino è bellissimo, spiritoso e single; in più è un mix perfetto di audacia e civetteria. Perfetto.
Non fosse per il fatto che Darren gli rivela di essersi trasferito a Tucker Springs per assumere il ruolo di pastore per la congregazione giovanile della New Light Church. Seth è un ateo e inoltre è stato cacciato di casa dalla sua famiglia ultra-religiosa quando ha fatto coming out. Tende a evitare i credenti, non tanto a causa di un pregiudizio, quanto piuttosto per auto-conservazione.
Darren tuttavia non si arrende facilmente, e piano piano riesce a minare le difese di Seth. Darren è tutto ciò che Seth desidera in un uomo… tranne per quell’enorme dettaglio che proprio non riesce a ignorare. È la religione di Darren il vero problema, oppure si tratta solo di una comoda cortina di fumo che impedisce a Seth di affrontare paure più profonde? Si tratta di vedere la luce o rischiare di allontanare Darren per sempre.

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Credevo che fossero solo tre i libri di questa serie, ma a quanto pare mi sono sbagliata; con l’uscita del quarto alla fine sono andata a fare una ricerca su Internet e sembra che ce ne saranno altri. Il mio preferito rimane sempre il terzo, quello scritto dalla Cullinan.
Quest’ultimo letto invece mi ha lasciato delusa, tantissimo. Ha delle potenzialità, eppure l’ho trovato sotto tono, con troppe scene di sesso, la trama fatica a decollare e anche gli argomenti di cui tratta sono buttati lì come se l’autrice volesse solo dare un tono alla trama, come se dovessero esserci argomenti importanti che però vengono solo accennati. Come ho detto ci sono degli spunti, argomenti che si sarebbero potuti e dovuti approfondire, vedi l’omosessualità, il coming out dei ragazzi molto giovani e che vengono cacciati di casa da famiglie che non li comprendono e pensano che siano dei mostri, degli abomini. Il rapporto che c’è tra chiesa e omosessualità, come anche il pensiero che un uomo gay che lavora con i ragazzi sia pericoloso per loro, pronto ad abusare di questi, e infine quel ramo fondamentalista e arretrato che c’è anche nella chiesa cristiana, sono argomenti che l’autrice avrebbe potuto approfondire, parlarne di più.
Nel libro ci sono solo degli accenni, ricordi di quanto accaduto ai protagonisti, eppure non mi sono arrivate le emozioni, il loro dolore. Seth nei suoi pensieri è ripetitivo, molto vago su quanto gli è accaduto in passato, di quanto è accaduto con la sua famiglia e anche quando lo descrive al lettore arriva piatto, distaccato, per nulla drammatico. Persino i suoi pensieri sul fatto che Darren sia un sacerdote sono piatti, poco approfonditi; nel libro vengono spacciate come scuse, ma anche qui a mio parere sono solo parole messe lì per aumentare un po’ le pagine.
Anche Darren, il sacerdote, è poco caratterizzato; per tutte le 120 pagine di libro sembra sicuro di sé, un personaggio fuori dagli schemi, ma solo verso la fine si notano le sue debolezze, i momenti drammatici che ha passato, eppure per tutta la lettura non è trapelato nulla, come se il suo dolore fosse stato messo lì per rendere più credibile la sua indignazione e il perché era rimasto male nel momento in cui Seth lo ha rifiutato.


Lo stile dell’autrice mi piace, si legge bene, eppure non ho apprezzato come è impostato il libro: troppa prima persona, solamente il punto di vista di Seth, lasciando completamente oscurato quello di Darren. Per quanto poi io non sia credente e abbia le mie opinioni sulla chiesa, sacerdoti, preti o quel che è, credo che il libro spinga molto a pensarla molto come Seth. Troppo. Per alcuni argomenti penso sia molto meglio la terza persona: descrive, fa arrivare i sentimenti e l’introspezione dei personaggi e, al tempo stesso, rende più distaccati su determinati argomenti in modo che il lettore si possa fare una sua idea, una sua opinione senza essere fuorviato a pensarla in un determinato modo.
Per questo libro penso che sarebbe stato molto meglio, soprattutto perché il distacco e l’odio, la diffidenza che Seth ha per la chiesa, per l’ambiente ecclesiastico in genere è dovuto a un fatto personale, a quanto gli è accaduto anche per colpa dell’educazione estremista della sua famiglia, al tempo stesso però non approfondisce gli avvenimenti, cosa è successo quando era un ragazzo. Ha fatto coming out con la sua famiglia con una telefonata, nel momento in cui le richieste e le domande di questa sono divenute insostenibili, ma soprattutto quando si era stufato di mentire a se stesso e agli altri. Afferma che sono arrivati in blocco per farlo ragionare e poi gli hanno tolto tutto, interrompendo ogni tipo di rapporto. Comprendo il dolore, quanto possa esserci rimasto male. Capisco anche quanto possa essere stato difficile per lui, soprattutto la solitudine, eppure lui non era un adolescente impaurito, non era stato picchiato. Molte volte parole e atteggiamenti feriscono molto di più di uno schiaffo, ma nel libro quanto gli è accaduto è rimasto molto vago, anche nel momento in cui si confida con Darren sembra più una cronaca, un qualcosa accaduto a un conoscente piuttosto che a lui.

Personalmente avrei messo un flashback, un ricordo per descrivere i fatti e per far arrivare al lettore il dolore provato da Seth. Io non sono riuscita a provare empatia per lui, probabilmente per il modo distaccato in cui tutto è stato scritto e descritto e mi spiace.


Tutta la storia, oltre a ruotare fra l’attrazione che c’è fra i protagonisti, è un susseguirsi di ripetersi su quanto l’essere un sacerdote di Darren sia un problema, su quanto non si fidi della chiesa e di tutti i dubbi che ha, il continuare ripetersi del passato, dell’essere cristiano e di come tutti gli hanno voltato le spalle e si alternano a quanto afferma di come sia sexy e attratto da Darren. Insomma il tutto è decisamente ripetitivo e scontato.
Un libro banale, con accenni a quelli che potrebbero essere argomenti interessanti, ma che vengono solo accennati per lasciare posto a scene di sesso messe un po’ a caso e che non hanno motivo di esserci, veramente troppe. Accenni alla chiesa, al comportamento dei sacerdoti messo lì in maniera molto banale e per nulla approfondito, tanto da sembrare più un attacco personale a questa istituzione che una descrizione reale di quello che accade a molti giovani e al pensiero che hanno molti religiosi.

Veramente una grande delusione.






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