Trama:
Le tracce dell’assassino…
Finalmente guarita dalle ferite riportate durante l’ultima indagine, la detective Claire Morgan non vede l’ora di tornare in servizio, ma il caso di persona scomparsa di cui si deve occupare si rivela ben presto più intricato e infido delle ghiacciate strade di montagna al lago degli Ozark.
Possono condurre soltanto a…
Nei pressi di una scuola locale, viene rinvenuto il corpo di un uomo appeso a un albero. È ancora vivo, ma non per molto. Qualcuno voleva che il professor Simon Classon soffrisse il più possibile prima di esalare l’ultimo respiro, assicurandosi che riuscisse a vedere l’andirivieni di colleghi e studenti prima di soccombere al veleno che gli scorreva nelle vene.
Luoghi oscuri…
Le temperature glaciali e le nevicate abbondanti rendono le indagini ancora più complicate. Per non parlare delle minacce di morte, incidenti terrificanti orchestrati per recapitare a Claire un messaggio letale. Man mano che si avvicina alla verità, Claire rischierà di rimanere intrappolata nella ragnatela di un maniaco. E nei suoi incubi peggiori.
***
Buongiorno a tutti. Avrei dovuto scrivere questa recensione alcuni giorni fa e farla uscire in anteprima e invece mi ritrovo a scriverla in giorno di uscita del libro, che per chi non lo sapesse è il 7 di marzo.
Lo so, sono una pessima persona, ma non posso farci nulla; per quanto mi sia piaciuto, lo abbia adorato e letto fino alla fine, ho dovuto superarlo un po’. Riesco a leggere e scrivere di molte cose: squartamenti, vivisezione, autopsie e tutto quello che volete, ma anche io ho i miei punti deboli per quanto riguarda le letture. In questo caso è qualcosa che si rispecchia anche nella realtà; ero indecisa se prendere o meno il libro dopo aver visto la copertina con quelle terrificanti zampette e le ragnatele, brr. Insomma, i ragni, più di ogni altra cosa, ma anche tutti gli insetti, farfalle comprese, mi fanno ribrezzo e mi terrorizzano. Mi sono sentita camminare addosso per giorni dopo aver letto il romanzo e in comune accordo con mia sorella abbiamo depennato anche il Missouri come luogo di una possibile vacanza: penso che ci rimarrà solo l'Artide, l'Antartide e qualche luogo gelido.
Di solito quando leggo un racconto, per sapere se quel che vi trovo è vero, per soddisfare la mia curiosità faccio anche delle ricerche; questa volta per saperne di più ho chiesto a un amico: io non sarei stata capace di fare approfondimenti, pertanto vi risparmierò anche una piccola lezione sugli aracnidi, vivremo tutti più felici rimanendone all’oscuro, fidatevi di me.
Spero di riuscire a mantenere questa recensione coerente, visto che ci sto mettendo giorni a scriverla, ma quella terribile sensazione ogni volta che ripenso al libro mi torna in mente.
Tornando a noi, sono sincera: il primo romanzo della serie mi ha stupito e lasciato a bocca aperta; tutto l’intreccio, quanto è avvenuto, gli omicidi, il modo in cui ogni cosa era legata e al tempo misteriosa, scoprendola pian piano è molto molto originale. Mi sarei aspettata di tutto tranne come è andato a finire e soprattutto chi era il colpevole.
Per quanto riguarda questo secondo romanzo, andando avanti con la lettura sapere chi era il colpevole era un tantino scontato. Credo che descrivere e far agire l’assassino fosse voluto dall'autrice e la cosa che doveva lasciare a bocca aperta era lo scoprire chi fosse; anche in questo caso ci è riuscita, soprattutto perché la cosa che mi stupisce sempre di Linda Ladd è il modo in cui inserisce un elemento disturbante che devia l’attenzione e porta fuori strada chi indaga, che sia un avvenimento o un personaggio.
Linda Ladd è un’autrice che ritengo molto particolare, questo perché ha ambientato i suoi romanzi, almeno i due che ho letto, in una zona decisamente isolata degli Stati Uniti, un luogo di campagna, una piccola città e degli agglomerati intorno al lago degli Ozarks nel Missouri, un luogo che dalle descrizioni è circondato dai boschi e le case, non tutte ovviamente sul lago; una zona dove si dovrebbe avere pace e tranquillità, ma nei periodi autunnali e invernali, in mezzo a tutta quella solitudine, è anche il luogo adatto per ambientarci romanzi cupi, paurosi, il luogo adatto dove far muovere dei pericolosi assassini.
Ed è proprio durante l’inizio di un freddo inverno, proprio a qualche giorno di Natale che ha inizio la storia, gli avvenimenti che catapulteranno il lettore in una storia terrificante, paurosa, che potrebbe essere troppo per i deboli di stomaco, e al tempo stesso in un passato malinconico e doloroso, dove si scoprirà quanto la solitudine possa portare chi è fragile a farsi manipolare e non solo.
Recensire i Thriller senza fare spoiler è decisamente difficile, me ne sto accorgendo con questo romanzo: vorrei parlare di tante cose della protagonista, dei suoi pensieri, ma al tempo stesso mi blocco perché potrei dire veramente troppo e rovinarvi tutte le sorprese e anche la paura.
I personaggi sono stupendi, molto più approfonditi rispetto al primo; Claire e Black hanno fatto un passo in avanti, non dico nella loro relazione, ma sono cresciuti anche a livello di comportamento, mentre anche tutti coloro che li circondano sono descritti meglio, più approfonditi, tutti con un ruolo prestabilito, ma allo stesso tempo non sono lì solo perché servono. Il rapporto tra i personaggi, anche solo quelli che appaiono per dare informazioni, è molto più armonioso rispetto al primo romanzo: sarà che, in questo caso, molti già li conoscevamo, però mi è piaciuto.
Decisamente è un libro che consiglio; anche se ci ho messo tantissimo a scrivere questa recensione e forse non è nemmeno una delle migliori che abbia scritto, ho veramente apprezzato Luoghi oscuri, anche con gli insetti. Mi sono fatta coraggio e sono andata avanti con la lettura e si merita quattro piume.
Consigliatissimo.
Commenti
Posta un commento