La Famiglia Addams (Film 2019)


Trama:
La Famiglia Addams, film diretto da Greg Tiernan e Conrad Vernon, vede come protagonista lo strano e grottesco nucleo familiare creato da Charles Addams e formato dai coniugi Gomez e Morticia, i figli Mercoledì e Pugsley, lo zio Fester, il maggiordomo Lurch, il cugino Itt, la nonna e...Mano. Siamo nel XXI secolo, la famiglia, da poco trasferitasi nella coloratissima New Jersey, deve fronteggiare una minaccia, l'infida conduttrice di reality televisivi di nome Margaux Needler, consumata dal desiderio dell'assoluta perfezione color pastello della vita suburbana.
Nella città Mercoledì inizia a frequentare una nuova scuola, dove stringerà amicizia con una sua coetanea e si ritroverà ad affrontare quel periodo ribelle che è l'adolescenza, manifestando comportamenti opposti a quelli a cui i suoi genitori erano abituati. Il film racconta anche di come Gomez e Morticia si siano conosciuti e innamorati.
Tutto ciò accade proprio mentre gli Addams si apprestano a ricevere il resto dei loro parenti per una riunione familiare che coinvolge l'intero clan.


Difficile parlare degli Addams senza sprofondare nella nostalgia più sfrenata: ho visto e rivisto i due film degli anni '90 moltissime volte, per cui era abbastanza ovvio provare interesse per questo progetto. Ancora più interessante se si pensa che, di fatto, questo è il primo film d'animazione dedicato alla famiglia più lugubre d'America. L'hype da parte mia era ovviamente alle stelle, e posso dire che le attese sono state decisamente ripagate.
Visti i tempi che corrono, i registi hanno pensato bene di giocarsi la carta della Origin Story che tanto piace al pubblico: ecco quindi pronto un prologo che mostra il matrimonio di Gomez e Morticia, l'incontro con Lurch e il trasferimento nel manicomio che diventerà la casa di famiglia. Ben costruito, tempi comici azzeccati, e se vogliamo si nota più di una similitudine con i vampiri di Hotel Transylvania (e non solo). Da lì in poi l'azione si sposta in tempi moderni: a parere mio un'ottima scelta in quanto ha permesso ai registi di lasciarsi andare ad una sottile critica sociale. In una società come la nostra, governata da Internet e dai social network, elementi come gli Addams che non solo non si conformano ma addirittura vanno orgogliosi della loro diversità vengono additati e considerati mostri (anche se poi alla fine di veramente mostruoso hanno ben poco). In questa ottica l'antagonista del film, la conduttrice Margaux (che praticamente è la presa in giro di Extreme Takeover: Home Edition) diventa un po' il simbolo di quell'ossessione per l'apparenza che purtroppo domina la nostra società.

Ottima inoltre la decisione di traslare il ruolo di figure centrali del film su Mercoledì e Pugsley, creando quindi due sottotrame interne: da una parte Mercoledì si ritrova a fare i conti con la voglia di sperimentare ed il senso di ribellione tipici dell'adolescenza (andando quindi in contrasto con Morticia); dall'altra Pugsley rischia di non incontrare le aspettative del padre, andando quindi in crisi e facendo pasticci. Abbastanza prevedibilmente la storia si evolve verso l'unica morale possibile, ovvero che non si può pretendere che i figli siano uguali ai genitori, ma lasciarli liberi di prendere le loro decisioni sperando che facciano la cosa giusta.

Mi sembra poi giusto spendere qualche parola sull'altissimo livello di citazionismo presente nella pellicola. Il mito degli Addams negli anni ha ispirato moltissime altre opere (da Beetlejuice alla Sposa Cadavere, per citarne alcuni), ed il film ne riprende alcune della caratteristiche più amate, inserendo elementi presi inoltre dalla stragrande maggioranza dell'horror contemporaneo e passato. Riuscire a trovarli tutti non è cosa semplice (tra i migliori forse, il palloncino rosso di IT e l'albero di Sleepy Hollow), ma lo spettatore smaliziato e curioso troverà pane per i propri denti.

Unica pecca del film è forse la scarsa durata: appena un'ora e mezza, paragonata alla quasi totalità delle pellicole animate attuali (che ormai si assestano quasi tutte sulle due ore). Probabilmente questo è dovuto alla chiara intenzione di ispirarsi più alle vignette originali che ai film del passato: momenti fatti di gag e situazioni surreali, ma poco adattabili ad una trama lunga.

Tutto questo fortunatamente non distrugge le intenzioni narrative del lungometraggio: strambi, orgogliosi di esserlo, che proprio nell'epoca dell'integrazione via social fanno della loro diversità il loro cavallo di battaglia. Un risultato non da poco, a parere mio.


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