Breakdown! di Gianfranco Sorge


Trama:

Breakdown, ovvero "crollo psicofisico". Un evento che i protagonisti di questo romanzo vivono a più riprese e che, ogni volta, genera una dolorosa rinascita. Alberta vive in un limbo: ambiziosa anestesista in un'azienda ospedaliera ma vessata da una famiglia opprimente, a quarant'anni non ha ancora trovato una dimensione sentimentale e sessuale. Lori è l'opposto: un vivace e squattrinato pittore dedito a stupire la sua "corte" di amici fuori dagli schemi. Ama introdurre i suoi conoscenti ai piaceri della libertà, inducendoli ad annientare preconcetti e inibizioni, in un infinito show che - in apparenza - straborda della sua serenità d'animo. L'incontro tra Alberta e Lori sfocia in un'amicizia particolare, un legame quasi disperato, dove finiscono per rievocare e combattere gli spettri delle loro drammatiche infanzie scoprendo che l'amore può essere declinato in forme inaspettate.


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Dispiace iniziare una recensione in questa maniera un po' brutale, ma a volte diventa necessario: Breakdown! non è un buon libro. Personalmente ho fatto fatica ad arrivare in fondo alla lettura, ma ho resistito sperando in un miglioramento che purtroppo non c'è stato quasi fin verso la fine.
Partiamo dalla trama: l'idea di base era interessante, due mondi diametralmente opposti che si incontrano per caso, quelli di Alberta e Lori (la prima anestesista, il secondo pittore), ma che sulla carta risulta essere raffazionata e sviluppata malino. Si riesce ad intuire dove andrà a parare il racconto abbastanza velocemente, i (pochi) colpi di scena non colpiscono, e anche i famigerati "crolli psicofisici" promossi dalla trama del libro in fondo vengono accantonati abbastanza velocemente. Quella che doveva essere probabilmente una sorta di "firma" del romanzo stesso, ovvero l'occasionale discesa nel dialetto siciliano di uno dei protagonisti, finisce per rendere la lettura ancora più pesante di quello che già è. Si notano in molte occasioni le ingerenze del lavoro dell'autore, medico chirurgo specializzato in psichiatria, che purtroppo tendono a rendere il libro più un manuale medico che un racconto vero e proprio. 
Un'occasione mancata, se vogliamo, che neanche il finale (buono, a parer mio) riesce a risollevare del tutto.






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