#Giovedìfilm: Il cardellino (2019)



Nel corso di una visita al Metropolitan Museum la vita del tredicenne Theo Decker prende una piega tragica: una bomba esplode all'interno del museo e la madre del ragazzino muore. Per Theo, il cui padre è sparito qualche tempo prima, comincia un'odissea di espiazione che ha come centro tangibile un quadro, il ritratto di un cardellino ad opera di un pittore fiammingo del 1654. Un'odissea che comporta, per il ragazzino e per il giovane uomo che Theo diventerà, incontri fatali, ritorni inaspettati e la costruzione di un'esistenza in fuga dalla realtà, dall'autenticità artistica e soprattutto da se stesso.


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Lo so, mi voglio male. Non dovevo vedere questo film, era un disastro annunciato, eppure sentivo che dovevo parlarne in una recensione, per capire cosa non avesse funzionato in questa trasposizione.
Il cardellino è un film del 2019, diretto da John Crowley con Ansel Elgort, Oakes Fegley, Aneurin Barnard, Finn Wolfhard, Sarah Paulson, Luke Wilson, Jeffrey Wright, Nicole Kidman, Ashleigh Cumming, Willa Fitzgerald, Luke Kleintank, Denis O'Hare, Peter Jacobson.
Il film è la trasposizione de Il cardellino di Donna Tartt, premio Pulitzer nel 2014: non era un romanzo facile da trasporre, una sfida ardua in partenza, ma una serie di scelte discutibili ha reso questo film la peggior trasposizione possibile.
La storia non è lineare, ma salta dal presente al futuro, rendendo confusa la narrazione. Il focus è l'elaborazione del lutto, e pertanto avrebbe avuto più senso raccontare la storia in ordine cronologico, per capire le varie tappe della vita di Theo. Così facendo, invece, siamo costantemente sballottati tra presente e passato, senza capire bene qual è il punto.
Nonostante i circa 140 minuti, il film non riesce ad approfondire i personaggi, che risultano piatti, monotematici. Pippa, che dovrebbe essere il grande amore del protagonista, la bambina e la donna a cui ruota intorno tutta la storia, diventa quasi una comparsa: le scene con lei sono risicate, e quando non c'è non si avverte la sua presenza. Il film cerca di dirti che lei è importante, ma a conti fatti non riesce a dimostrartelo.
Il cast è stellare, gli attori sono bravissimi, ma non bastano a contrastare una scrittura pessima. Sembra che per realizzare il film si sia puntato tutto sull'estetica, sulle ambientazioni, senza aggiungere la sostanza, snaturando completamente una storia che è tutta sostanza.
Il personaggio che mi è piaciuto tanto è stato Boris, soprattutto da adulto, ma come dicevo questo non basta a rivalutare tutto il resto.
E se il mio problema poteva essere l'attaccamento al libro, lo stesso non è stato per il mio compagno che ha visto il film con me.
Lui non ha letto il romanzo, per cui gli ho chiesto la sua opinione, libera da preconcetti.
Mi ha confermato che per tutta la prima parte non si capisce dove il film voglia andare a parare: pensava che fosse un thriller e che la trama principale fosse scoprire chi aveva compiuto l'attentato che dà l'avvio alla storia. Dopo, quando ha realizzato che non era il focus, si è perso, non riuscendo a capire cosa il film volesse comunicargli.
Per questo, il mio voto sarà davvero basso. Non perdono a questo film il fatto di aver avuto tutte le carte vincenti e averle sprecate così.
Fatemi sapere la vostra opinione con un commento qui sotto: avete visto questo film? Cosa ne pensate? 
Io vi do appuntamento a giovedì prossimo con un nuovo film da recensire.


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