L’ascesa di Senlin di Josiah Bancroft




LA TORRE DI BABELE è la più grande meraviglia del mondo conosciuto. Grande come una montagna, l’immensa Torre ospita innumerevoli Regni Circolari, alcuni pacifici, altri bellicosi, appoggiati l’uno sull’altro come gli strati di una torta. È un mondo popolato di geni e tiranni, aeronavi e motori a vapore, animali insoliti e macchine misteriose.

Attirato dalla curiosità scientifica e dalle mirabolanti promesse di una guida turistica, Thomas Senlin, mite preside di una scuola di provincia, decide di visitarla. Anzi, gli sembra che, con i suoi lussuosi Bagni, sia proprio la meta ideale per la sua luna di miele con Marya. Solo che, appena arrivati, i due sposi si perdono tra la folla di abitanti, turisti e furfanti.

Determinato a ritrovare la moglie, Senlin inizia una lunga ricerca tra bassifondi, sale da ballo e teatri di burlesque. Dovrà sopravvivere a tradimenti, assassini, e ai lunghi cannoni di una fortezza volante. Ma se vuole riavere Marya, sopravvivere non basterà: dovrà sapersi trasformare da uomo di lettere in uomo d’azione.



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Buongiorno, lettori. Era da un po’ che volevo parlarvi di questo libro, ma le letture si sono accumulate, nel mezzo mi sono laureata online in questo strano anno, per cui non era ancora venuto il momento di recensire quest’opera. Oggi, finalmente, sono qui per raccontarvi le mie impressioni dopo la lettura de L’Ascesa di Senlin di Josiah Bancroft, edito in Italia da Oscar Vault che ci ha gentilmente inviato l’ebook.

Questo romanzo è stata una vera e propria rivelazione: dai riferimenti biblici, al clima surreale, L’Ascesa di Senlin racchiude molti elementi che io personalmente amo tantissimo.

La struttura del racconto è a livelli: infatti, dopo l’arrivo e l’inizio della storia, il protagonista sale sempre più su e scopre, assieme a noi lettori, come funziona questa incredibile torre, come è la vita al suo interno, mentre cerca disperatamente la moglie perduta.

Più che un viaggio fisico, mi è sembrato un viaggio mentale: un po’ per la narrazione surreale, un po’ perché simboleggia anche una crescita personale dello stesso Senlin, un suo cambiamento. L’uomo è disposto a tutto pur di ritrovare la moglie, ma per farlo dovrà cambiare, dovrà modificare il suo essere.

Senlin, infatti, non è per nulla un uomo d’azione: è un uomo impostato, il preside di una piccola scuola, vive in campagna, non ha mai vissuto grandi avventure, non è un temerario.

Eppure, non può fare a meno di trovare dentro di sé quel coraggio per spingersi a compiere un viaggio assurdo in un luogo molto più pericoloso di quel che credeva, scalando la torre, percorrendo i suoi cerchi, alla ricerca della moglie perduta.

Sono contenta di aver letto questo libro, sebbene non conoscessi l’autore: a volte ho paura di cimentarmi in autori che non conosco, ma ultimamente sto rischiando parecchio per ampliare i miei orizzonti, e devo dire che in questo caso ha ripagato.

Questo non è che il primo volume di una serie ed è sicuramente uno di quei volumi che ti fanno subito entrare nel mood giusto, che ti danno una grande anteprima della grandiosità di questo romanzo e che ti fanno venire voglia di leggere la storia tutta di fila.

Per cui vi consiglio vivamente di recuperarlo, prima dell’arrivo dei seguiti. Io penso che comprerò per collezione anche la copia cartacea, perché la Oscar Vault sta facendo un lavoro davvero grandioso con le sue uscite, con edizioni veramente meravigliose che meritano di essere possedute per la loro bellezza, oltre che per il contenuto.

E poi, personalmente, non riesco a resistere quando un romanzo tratta elementi mistici come La Torre di Babele, sebbene in una chiave tutta sua, del tutto originale.

E voi, avete letto questo romanzo? Fatemi sapere se vi è piaciuto quanto è piaciuto a me e se anche voi aspettate con ansia il prossimo volume.

Io vi do appuntamento alla prossima recensione.




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