RECENSIONE La regina degli scacchi di Walter Tevis



Finita in orfanotrofio all’età di otto anni, Beth Harmon sembra destinata a un’esistenza grigia come le sottane che è costretta a indossare. Ma scopre presto due vie di fuga: le pillole verdi, distribuite a lei e alle altre ragazzine dell’istituto, e gli scacchi. Il suo talento prodigioso è subito lampante; una nuova famiglia e tornei sempre più glamour e avvincenti le permettono di intravedere una nuova vita. Se solo riuscisse a resistere alla tentazione di autodistruggersi…

 

Perdere, vincere, cedere, combattere: imparare, grazie al gioco più solitario che ci sia, a chiedere aiuto, e a lasciarselo dare.

 

 

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Buongiorno, lettori. Sebbene io sia un po’ in ritardo rispetto al resto del mondo, oggi vi parlerò di un romanzo edito da Oscar Mondadori: La regina degli scacchi di Walter Tevis.

Mesi fa, la serie tratta da questo romanzo (disponibile su Netflix) aveva creato molto scalpore, era stata osannata ed acclamata. Visto che sono la solita, non sono ancora riuscita a vederla, ma ho deciso di recuperare prima il romanzo.

Non sono mai stata un’abile giocatrice di scacchi, anche se ho imparato nei primi anni di liceo e mi sono divertita molto a farlo. Non pensavo mi sarei appassionata ad un romanzo su questo tema, pensavo fosse molto difficile rendere avvincente una partita a scacchi, sebbene consapevole del livello mentale che serve per sostenere una tale sfida.

Tuttavia, mi sono dovuta ricredere.

Tutto ruota intorno a Beth Harmon, la protagonista. La conosciamo da bambina e seguiamo la sua crescita, non soltanto per quanto riguarda l’età, ma anche la sua evoluzione come giocatrice di scacchi.

Ho trovato molto umano e reale il modo in cui viene raccontata Beth: nonostante la sua bravura, o meglio la sua genialità, non viene mai idealizzata. Anzi, sono proprio le sue fragilità quelle che catturano il lettore, che lo fanno appassionare e sentire vicino a questa ragazza così giovane.

Non è un romanzo che cerca di insegnare qualcosa, che vuole inculcare un certo tipo di morale, ma si limita a raccontare una storia con le sue luci e le sue ombre, i momenti di gloria di Beth ma anche le sue cadute. Certo, si parla anche di riscatto, del tentativo di Beth di sconfiggere i propri demoni anche grazie agli scacchi, alla sua dedizione, alla sua bravura.

Tuttavia l’autore non fa mai di Beth un esempio o un’eroina, ma semplicemente una ragazza che alla fine, tra mille peripezie, ha trovato una strada che va bene per lei.

Ve lo consiglio? Assolutamente sì; vi affezionerete subito a Beth e la vedrete crescere pagina dopo pagina, preoccupandovi per lei come una madre con la propria figlia. Beth non è perfetta e proprio per questo sono sicura che l’amerete come l’ho amata io.

È un romanzo che va letto proprio per il modo meraviglioso in cui la protagonista viene caratterizzata.

Ora, non mi resta che recuperare la serie e vedere se regge il confronto con la sua controparte cartacea. Rimanete sintonizzati, perché poi uscirà una recensione anche di quella.

E voi, avete letto La regina degli scacchi? Cosa ne avete pensato? Fatemelo sapere con un commento qui sotto.

Alla prossima recensione.








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