RECENSIONE Mia inquieta Vanessa di Kate Elizabeth Russell



 2000. Delusa dalla fine di un’amicizia e alle prese con le prime difficoltà della vita ma ambiziosa e impaziente di diventare adulta, Vanessa Wye ha quindici anni quando affronta il secondo anno di liceo alla prestigiosa Browich School e inizia una travolgente relazione con Jacob Strane, il suo magnetico insegnante di letteratura di quarantadue anni.

 

2017. Quasi vent’anni dopo, quando iniziano il movimento #MeToo e l’ondata crescente di accuse verso uomini potenti, arriva infine la resa dei conti. Strane viene accusato di abusi sessuali da un’altra ex allieva, che contatta Vanessa chiedendole di fare lo stesso e denunciare il professore. Vanessa è inorridita, perché è sicura che la relazione che ha avuto con Strane non sia stata un abuso. Era amore. Di questo è certa. Costretta a ripensare il suo passato, a ripercorrere tutto ciò che è accaduto, Vanessa deve ridefinire la storia d’amore mai davvero finita che ha segnato la sua esistenza, e deve affrontare la possibilità di essere una vittima, e solo una delle tante. Si ritrova improvvisamente di fronte a una scelta impossibile: rimanere in silenzio, ferma nella convinzione di avere agito volontariamente quando ha iniziato la relazione da adolescente, o guardare con altri occhi se stessa e gli eventi del suo passato. Ma come può rinnegare il suo primo amore, l’uomo che l’ha trasformata radicalmente ed è stato una presenza costante nella sua vita? È davvero possibile che colui che tanto ha amato da ragazzina e che ha sempre professato di adorare solo lei possa essere così diverso dall’uomo in cui ha sempre creduto?



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Buongiorno, lettori. La recensione di oggi è un argomento non facile, non solo per me ma anche per tante persone. Oggi vi parlo di Mia inquieta Vanessa di Kate Elizabeth Russell, uscito il 25 Agosto 2020 per Mondadori.

Ho letto questo romanzo per il quinto punto della challenge #iraccontidelledonne ideata dalla mia collega Erika Tamburini. Potete trovare tutte le info qui.

Come avrete capito dalla trama, il fulcro del romanzo riguarda il rapporto tra un professore e una studentessa minorenne. Vanessa, la protagonista, ha soltanto quindici anni quando intraprende una relazione sessuale con il suo professore di letteratura, che ne ha quasi trenta più di lei.

Fin dalle primissime pagine è evidente che Vanessa non riesce a credere che ci siano altre studentesse che hanno accusato Strane, il professore, di molestie. Ciò che è avvenuto tra loro è stato sempre consensuale, a detta sua.

Però, da subito è chiaro al lettore che Vanessa è una narratrice inaffidabile e Strane è un manipolatore. Non è soltanto la differenza di età o il fatto che Strane fosse un professore, ma è il modo in cui Strane si approccia a Vanessa che mette subito il lettore sull’attenti.

Spesso Vanessa non si rende conto di essere manipolata, spesso invece sembra che la sua sia una tattica difensiva. La convinzione che ha di avere il controllo la fa sentire al sicuro, come se niente di brutto le stia accadendo, eppure è evidente al lettore che per lei sia stato un trauma.

Mia inquieta Vanessa non è un romanzo facile, non soltanto da recensire ma anche da leggere: mi sono arrabbiata molto durante la lettura, non perché sia scritto male. Anzi, il personaggio di Strane è così realistico e ben caratterizzato che mi faceva venire voglia di prenderlo a pugni un capitolo sì e l’altro pure.

Se siete sensibili al tema, o se anche avete qualche dubbio, forse non è il caso di leggere questo romanzo. Tuttavia, è una lettura davvero illuminante, che cerca di illustrare quali sono gli effetti che una giovane mente manipolata si porta dietro anche per anni.

Se riuscite a leggerlo, oppure se lo avete già letto, o se conoscete libri che trattano argomenti simili, scrivete un commento qui sotto. Il tema è quanto mai attuale, per cui sarei curiosa di conoscere la vostra opinione in merito.

Alla prossima recensione.




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