RECENSIONE L'ultima barriera (Harrisburg Railers #5) di RJ Scott e V.L. Locey



 Trama:


Due uomini spaventati dai sentimenti devono fare scelte che potrebbero abbattere le loro barriere e riportarli ad amare.


Ogni volta che Max Van Hellren scende sul ghiaccio sa che potrebbe essere l’ultima. Con le sue trenta primavere, non è più nel fiore della giovinezza – sportivamente parlando – e nasconde una malattia che, secondo i medici privati a cui si è rivolto, potrebbe persino arrivare a ucciderlo. Non ci saranno più stagioni dopo quella che sta giocando: è la sua unica possibilità, dopo quattordici anni nella NHL, di alzare la Stanley Cup. Deve solo stare attento a non farsi male. Cosa non facile quando sei conosciuto per la facilità con cui getti a terra i guanti, picchi duro e ti metti sulla traiettoria del disco pur di proteggere i tuoi compagni di squadra.


Una notte di sesso con un uomo bello e sexy è proprio quello che ci vuole per scaricare la tensione, ma cosa succede quando una toccata e fuga si trasforma in qualcosa di più? È davvero disposto a condividere con qualcun altro il segreto che si dà tanta pena per nascondere?


Ben Worthington aveva tutto: un lavoro appagante come direttore del rifugio per cani abbandonati Crossroads, due adorabili ziette e un marito che condivideva il suo amore per gli animali. Poi, l’amore della sua vita è scomparso senza preavviso, sconfitto da una malattia tanto improvvisa quanto violenta che non gli ha lasciato neanche il tempo di dire addio. Ben è uscito da quell’esperienza con il cuore ammaccato.


Incapace di superare le sue paure, passa da un incontro occasionale all’altro, ignorando il bisogno disperato che lo tormenta ed evitando ogni rapporto che potrebbe trasformarsi in qualcosa di più. La notte trascorsa con Max gli fa desiderare di abbandonarsi, ma cosa succederebbe se cedere alla tentazione significasse aprire la porta a sentimenti che poi non sarebbe più capace di controllare?


Saranno capaci questi due uomini spezzati di trovare un modo per stare insieme?



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Sto riprendendo un ritmo quasi decente con le letture e le recensioni, mi scuso immensamente per i vari ritardi, ma gli ultimi mesi sono stati pieni di impegni, non faccio che ripeterlo, ma è la verità. Ora credo che maggio invece di semplificare le cose, le peggiorerà, quindi in questo fine settimana sto cercando di recuperare il recuperabile.

Pensavo che sarei riuscita a gestire tutto, ma sembra che non sia così semplice.


Detto questo, passiamo al quinto volume della serie Harrisburg Railers: amo questa serie, amo l’hockey di cui non conosco una regola che una, ma che mi diverto a guardare pur non capendo cosa stia succedendo e soprattutto adoro il modo in cui le autrici intersecano lo sport ai vari problemi personali dei vari protagonisti. Problemi che spaziano molto da libro ai libro, ma che non sono mai banali.


In questo quinto volume abbiamo Ben e Max.

Ben e Max sono due uomini spaventati dalla vita, dall’amare ancora, ma soprattutto dal loro futuro.

Ben vive nel dolore per la perdita del marito, due anni dalla sua morte improvvisa, una malattia veloce che lo ha portato via in poco tempo, lasciando un baratro di dolore nel cuore di Ben e oltre al dolore un rifugio di cui occuparsi. Un luogo creato insieme, che speravano di portare avanti per il resto della loro vita e invece Ben si ritrova a gestire da solo.

E aggrappato ancora al passato, Ben non vuole una nuova relazione, anche se sente mancargli qualcuno con cui condividere la vita e il letto, allo stesso tempo però ha paura della perdita, di vedersi portare via un nuovo amore come l’amato marito. E così va avanti, come se vivesse alla deriva, in balia degli eventi.


Max è un nuovo difensore degli Harrisburg Railers, è vicino a ritirarsi, ma spera in quell’ultima stagione per poter vincere con quella squadra che dopotutto gli piace, sia per i giocatori, sia per il suo allenatore, ma anche per il modo in cui non si arrendono mai e cercano la vittoria a tutti i costi.

Ma Max si porta dentro un segreto e una paura, quel problema che potrebbe farlo collassare in qualsiasi momento, eppure non vuole lasciare l'hockey, non ancora, perché se lascia, cosa ne farà della sua vita.

E così, ogni settimana scende in campo, per una nuova partita, con quel timore nella testa che un giorno qualcosa potrebbe andare storto.


Ed è proprio in questo arco narrativo, in momenti difficili per entrambi i protagonisti che i due si incontrano, Che sia caso, il destino a metterli uno sulla strada dell’altro non è dato saperlo, ma superando diversi ostacoli i due si trovano, come se fossero anime destinate a stare insieme.


L’ho letto in un soffio, mi ha tenuta attaccata alle sue pagine e ho amato l’ambientazione e i personaggi come in tutti i libri di questa serie.

Lo consiglio vivamente, per la bravura delle autrici, di gestire sia lo sport, ma anche i problemi e la caratterizzazione dei personaggi.


Quattro piume






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