Nemico di se stesso di SJD Peterson (Anteprima)


Trama:


L’agente Thomas Webber ha fatto tre voti: a sua moglie un voto nuziale, a Dio di resistere alla tentazione e alla polizia di far rispettare la legge. Ma quando un tornado colpisce il suo paesino e Tom è costretto a mettersi al riparo con uno sconosciuto, i desideri a lungo repressi tornano a galla e gli è impossibile resistere.
Ben Parker ha nascosto la sua vera natura per tutta la vita. Nel 1952 le leggi sono chiare e farsi scoprire significherebbe marcire in galera, emarginato o, peggio, condannato a morte. Conclusa la guerra non riesce a trovare lavoro e decide di darsi alla macchia. Sette anni dopo è ancora arrabbiato e stanco di nascondere al mondo chi è davvero. Dopo aver incontrato Thomas, Ben riesce per la prima volta a immaginare di sistemarsi. C’è solo un problema: ha già costretto Thomas a infrangere la legge e a fargli da alibi. E poi c’è il piccolo ostacolo della moglie di Tom, la sua famiglia e il suo impegno con la cittadina di Ramer.


Link acquisto: Nemico di se stesso


***


SJD Peterson è stata una vera scoperta; non avevo mai letto nulla di suo e questo primo romanzo che ho affrontato è stato sorprendente, nonché una lettura devastante emotivamente. Forse sono io che sono troppo sensibile in alcuni momenti, ma ci sono degli argomenti, come ci sono degli stili di scrittura che mi fanno versare un mare di lacrime, se poi questi sono abbinati assieme tra di loro mi distruggono proprio.
La trama mi ha incuriosito sin da subito, anche se in uno dei miei attacchi di analfabetismo funzionale devo aver rimosso il periodo in cui è ambientato il libro, pertanto sin dalle prime battute ne sono rimasta sorpresa e affascinata. Ambientare una storia con personaggi omosessuali in zone rurali degli Stati Uniti e negli anni cinquanta credo sia stata una vera sfida. Una sfida sia per le ambientazioni e le descrizioni, che per il comportamento delle persone, eppure l’autrice è riuscita a gestire tutto estremamente bene, trasportando il lettore nel passato. Con le sue parole, le sue descrizioni e questo stile fluido, veramente spettacolare, mi ha portato in questa cittadina in mezzo al nulla, dove distese di terre incolte e campi vengono attraversati da una strada solitaria.
Quella di Ramer è una comunità piccola, isolata e dalla mentalità chiusa. Tom, poliziotto della cittadina, è un uomo che affronta la vita di tutti i giorni reprimendo il suo vero io, pensando che se lasciasse che i suoi gusti, quello che desidera, prendessero il sopravvento, lui finirebbe all’inferno; ma non è solo l’inferno a spaventarlo, forse sono di più gli uomini, i suoi compaesani e la mentalità dell’epoca a mettergli paura.
Altro protagonista del libro è Ben, un altro uomo con tanti demoni nel suo passato, ma che almeno con la sua identità sessuale è venuto a patti molti anni addietro.
Ben è uno straniero che arriva a Ramer assieme a un uragano e sconvolge la vita di Tom, che fino a quel momento è stato, agli occhi di tutti, compresa la sua famiglia, un uomo e un padre modello.
Tutto cambia nel momento in cui i due si incontrano e in un’umida cantina consumano una passione bruciante, con morsi, in maniera forte e rude, mentre sopra di loro l’uragano infuria portandosi via gran parte della cittadina e le vecchie vite di entrambi.
Per Tom quello è l’inizio della fine; vorrebbe dimenticare quello straniero, quell’uomo solo di passaggio, ma Ben, con il suo carattere e il suo corpo, si è inciso nella sua mente e non vuole andarsene. Ben ha risvegliato quella parte di lui che per lungo, troppo tempo ha represso.
Da questo punto inizia la vera storia, l’introspezione, i dubbi di Tom, il pensiero di desiderare quello sconosciuto, ma anche la consapevolezza che lui ha una moglie e un figlio di cui occuparsi, e poi continua a credere che sia sbagliato quello che prova, quello che ha fatto lo porterà all’inferno. Parole, un monito di dannazione, che si porta dietro da quando, ancora ragazzino, il reverendo del suo paese ha fatto una predica su coloro che amano coloro dello stesso sesso. Su quanto questa cosa sia contro natura, un peccato. Parole che per tutta la vita gli rimbombano in testa, lo convincono che veramente quello che prova, le sue pulsioni, sono un errore e così lo portano a seguire un percorso, quello di ogni uomo etero: sposarsi e avere dei figli. Solo che, se prima riusciva a fingere, anche se non provava amore per sua moglie, dopo Ben la mente di Tom è altrove: alla notte trascorsa assieme, alle emozioni e alle sensazioni provate.
Sembra che la vita di Tom, anche se con i ricordi legati a quell’unica notte, debba proseguire normalmente; l’uomo ha lasciato il paesino dove era giunto per caso e il poliziotto ha ripreso la sua vita, cercando di ricostruire la sua esistenza assieme alle macerie che l’uragano ha lasciato dietro di sé.
Ed ecco, come ho detto, che la storia sembra andare avanti su due piani differenti: i pensieri, le emozioni e i sensi di colpa da parte di Tom e poi la storia vera e propria, dove il destino si mette di mezzo e i due si incontrano nuovamente.
Da qui inizia una sorta di tira e molla, il desiderio di Ben di avere qualcuno che non può avere, il cercare in tutti i modi di tirarsi indietro di Tom. Una sorta di storia romantica, con tanto di segretezza, perché nessuno può sapere cosa fanno. Eppure non è tutto rosa e fiori, non può scorrere in maniera tanto semplice, già dal modo in cui si sono incontrati di nuovo: Tom testimonia che Ben non è un ladro e non può avere fatto una rapina, ma lo sceriffo che lo ha arrestato non la prende troppo bene, tanto da mettersi in testa di voler rovinare i due. Questa parte e lo stesso sceriffo sono un po’ nebulosi, non si capisce bene come mai quest’uomo odi tanto Ben, ma anche il come mai si incaponisce a voler rovinare entrambi. Inizialmente sembrano solo vane minacce, ma non è così. Non dico nulla perché non voglio fare troppo spoiler.


Tutto questo riassunto, con alcuni sprazzi di commenti, serve per spiegare come la storia si intreccia con tantissima introspezione, avvenimenti, ma soprattutto con i pensieri e il comportamento delle persone. Il periodo è particolare e sembra che, anche se sono nel 1952, così vicino a livello temporale, chi è omosessuale viene picchiato e ucciso in molti casi, soprattutto in zone rurali come quella dove è ambientato il racconto, ma potevano anche essere arrestati e messi in prigione.
Sinceramente non avevo idea che in quel periodo, in uno stato occidentale, potessero fare così, ma obiettivamente, ragionandoci su, la mentalità delle persone è limitata in tutte le epoche della storia e in ogni paese.
Ecco il motivo per cui gli omosessuali dovevano nascondersi, reprimere i loro impulsi.
Il modo in cui l’autrice ha descritto tutto quanto mi ha colpito e, come ho accennato, devastato emotivamente. Mi sono rattristata tantissimo per i pensieri di Tom, il modo in cui cerca di negare quello che prova, chi è. Il suo senso di colpa è quasi opprimente, soprattutto verso sua moglie, verso quella donna per cui non riesce ad avere un gesto gentile, protettivo, di amore. L’ha sposata, le ha dato una vita sicura, eppure sa che non saranno mai felici, nessuno dei due.
Altro punto che mi ha straziato è il finale della storia, quando le persone che fino a poco prima lo hanno stimato, lo consideravano uno di famiglia, lo avrebbero protetto, gli si sono rivoltate contro e solo perché gay.
Amici, parenti, conoscenti, a un certo punto è morto per tutti, la stima e l’ammirazione si è trasformata in disgusto e in odio.
Come si può cambiare opinione su una persona solo perché preferisce stare con un uomo invece che con una donna? Come si può non considerarlo un amico, rivoltarglisi contro, voltargli le spalle nel momento del bisogno?
Sorvoliamo sul fatto che potevano essere messi in prigione, ma l’omosessualità non è una malattia, eppure nel libro si vede bene la paura di Tom che possano scoprirlo.


Il libro, anche se molto breve e con dei punti che non sono stati approfonditi troppo bene, è complesso, profondo e fa decisamente riflettere. Fa pensare a come la mentalità di quel lontano 1952 non è poi troppo cambiata anche nel mondo occidentale, e che quella stessa mentalità c’è ancora in molti paesi in tutto il mondo.
Nemico di se stesso è veramente un romanzo toccante, un libro che fa riflettere e che è anche difficile da recensire. L’ho adorato, mi ha straziato, ma non ho potuto fare a meno di leggerlo fino alla fine e l’unico consiglio che posso dare è di leggerlo, per farvene un’idea vostra.
Quattro piume.



Commenti