Olga di carta. Jum fatto di buio di Elisabetta Gnone



«Il protagonista si chiama Jum e non è proprio un tipo allegro. Tanto per cominciare, cammina trascinando il suo peso, lento e molliccio come una lumaca.
«Lui ha un abbozzo di testa, un abbozzo di mani, né gambe né piedi. Ê flaccido e informe. Viaggia per mare e per monti a caccia di prede. E qualche volta parla. La sua voce è l’eco di un burrone profondo, che porta con sé parole crudeli. Seppure non sia udibili da orecchio umano, angoscia e sgomento si accompagnano a esse, assalendo la vittima a cui sono destinate: “Piangi! Disperati!”
«Jum è invisibile!
«Jum è inudibile!
«E tuttavia è percepibile.
«Nel proprio silenzio, intimo e assoluto, l’animo umano può sentirlo muoversi, esistere e respirare. Lo troverebbe addirittura rumoroso, se solo sapesse distinguere il sibilo del vento dal suo respiro, lo spolverio di un panno dal suo passare, il ronzio monotono di un frigorifero dal suo pensare, una porta che sbatte dal suo imitare una porta che sbatte.
«Jum è solitario!
«Jum è triste!»

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Trama:
Tutti sapevano che Olga amava raccontare bene le sue storie oppure non le raccontava affatto, e quando la giovane Papel attaccava un nuovo racconto la gente si metteva ad ascoltare...
È inverno a Balicò, il villaggio è ammantato di neve e si avvicina il Natale. Gli abitanti affrontano il gelo che attanaglia la valle e Olga li riscalda con le sue storie. Ne ha in serbo una nuova, che nasce dal vuoto lasciato dal bosco che è stato abbattuto. Quel vuoto le fa tornare in mente qualcuno che anche Valdo, il cane fidato, ricorda, perché quando conosci Jum fatto di Buio non lo dimentichi più. È un essere informe, lento e molliccio, senza mani né piedi. La sua voce è l’eco di un pozzo che porta con sé parole crudeli e tutto il suo essere è fatto del buio e del vuoto che abbiamo dentro quando perdiamo qualcuno o qualcosa che ci è caro. Jum porta con sé molte storie, che fanno arricciare il naso e increspare la fronte, e tutte sono un dono che Olga porge a chi ne ha bisogno. Perché le storie consolano, alleviano, salvano e soprattutto, queste, fanno ridere. Dopo Olga di carta - Il viaggio straordinario, ritorna la vita del villaggio di Balicò con una storia che ne contiene tante, come in un gioco di scatole cinesi, come in una farmacia d’altri tempi piena di cassetti da aprire per tirare fuori la medicina giusta per ciascuno di noi.


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Doveva essere la prima recensione di quest’anno, ma si è accavallata con le altre, tanto che alla fine ho deciso di attendere per iniziarla in modo da scriverne una decente.
Jum fatto di Buio è stato uno dei libri migliori di questo 2018: una lettura dolce e delicata, con tocchi drammatici, ma allo stesso tempo carico di insegnamenti. Un libro adattissimo per i bambini, ma anche per gli adulti, tanto da far riflettere sia i grandi che i più piccini.
Ho sempre pensato che un libro fosse un libro, al dispetto della storia contenuta al suo interno, fosse adatto per tutti. Ma riflettendo, devo ammettere che c’è una sorta di differenza tra i libri di narrativa, fantasy, thriller e la letteratura per bambini/ragazzi. Ovviamente nessuna è inferiore alle altre, ma per un verso anche se io bambina e adolescente non lo sono più da tanto tempo, continuo a essere attirata da questi libri.
L’autrice di questo libro è famosissima, ma nella mia ignoranza io l’ho scoperta solo con Olga di Carta; la sua serie precedente Fairy Oak non mi attirava troppo, sono per fantasy più cupi, ma prima o poi cercherò di recuperarla, i disegni delle copertine sono qualcosa di meraviglioso e dovrebbero essere comprati anche solo per quelle.

Ho scoperto questa autrice con Olga di carta - un viaggio straordinario, un libro che ruota attorno alla protagonista, al suo viaggio per il mondo cercando di scoprire come diventare una bambina vera e non più di carta, ma, dalle fantastiche storie che racconta agli altri, si capisce che il suo viaggio descrive più il modo di come è cresciuta e si è resa conto che lei era così e mai e poi mai avrebbe voluto cambiare.
I libri di Elisabetta Gnone, questi con protagonista la giovane Olga Papel, mi fanno pensare molto alle favole, alla storie e agli insegnamenti che ci sono dietro esse, ma soprattutto a quella morale che ognuna ha. Questo pensiero l’ho avuto leggendo Olga di carta, pensiero confermato anche dal secondo romanzo con la giovane raccontastorie, dove la bambina non racconta della sue avventure, ma di quelle di Jum.
Jum è una creatura fatta di buio, e tutti i suoi concittadini credono essere un essere cattivo e spaventoso, quando invece quello che cerca di raccontare Olga con le sue storie non è la cattiveria di Jum, ma la sua solitudine, il desiderio inconscio di questa creatura di essere visto dagli altri, quando invece il suo unico modo di interagire di avvicinarsi agli altri è tramite il loro dolore.
Le persone del paese di Balicò però travisano i racconti di Olga, ma soprattutto la figura di Jum: lo considerano un mostro, una creatura malvagia pronta ad aggredirli non appena ne ha la possibilità, quando invece Jum segue solo la sua natura, ovvero si avvicina alle persone sofferenti, nutrendosi delle loro lacrime, ma il fatto che si nutra di dolore, non lo fa automaticamente una creatura malvagia.
Le storie di Olga in questo nuovo romanzo sono racconti con protagonista Jum, ma non solo lui; con le sue parole e la presenza della creatura fatta di buio la bambina cerca di aprire gli occhi dei suoi compaesani, soprattutto di quegli adulti che sembrano ancorati al passato e alla paura. Persone che non riescono a vedere al di là del loro naso e dove la vita è solo bianca o nera. Ma la piccola Olga cerca anche di aiutarli, di tirarli fuori dal loro buio, dalla solitudine e da quel senso di inadeguatezza che di tanto in tanto colpisce tutti.
Delle volte, con le sue parole, raggiunge i loro cuori, in altri momenti al contrario le travisano, carpendone solo quello che fa loro più comodo e ignorando i velati rimproveri, gli insegnamenti che la bambina dona loro. Ignorando di proposito o anche per stupidità quei difetti che sono propri di ogni abitante.

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«La sua amicizia ha colmato il vuoto che mi portavo dentro. Quasi del tutto».
«Ne rimane sempre um po', vero?» disse Olga.
Gibòd annuì.
«Forse è per non farci dimenticare» disse.
«Già».

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Jum fatto di buio è una storia che mi ha colpito tantissimo; in questo nuovo romanzo non ci sono le avventure di Olga, il suo desiderio di scoprire il mondi, la sua curiosità, ma è un romanzo più introspettivo, dove sono le emozioni a farla da padrone. Non solo le emozioni della protagonista, nonché voce narrante, ma anche quelle di Jum, colui che dà il nome al libro, e di tutti quelli che Olga cerca di aiutare con le sue storie. Sì, perché è quello che fa la bambina, aiuta gli altri con i suoi racconti.

Arrivata alla fine del romanzo ho riflettuto tantissimo. Dalla copertina, allo stile dell’autrice, dai disegni al suo interno, tutto farebbe pensare a un libro per bambini. Una bambina che racconta delle favole, storie con una morale, eppure soprattutto perchè c’è questa morale ho trovato il libro molto profondo. Alcune scene, alcuni comportamenti dei personaggi del libro i bambini potranno comprenderli solo crescendo. La suggestione, una sorta di isterismo di massa, la caccia alle streghe, in questo caso la caccia a Jum, sono tutti atteggiamenti degli adulti, cose che un ragazzino non farebbe mai. Sono gli adulti con il loro atteggiamento e l’educazione che spingono i loro figli a provare le stesse paure, a non aprire la loro mente a tutto quello che è differente.
Nel romanzo tutti sono terrorizzati da Jum perché è differente, perché si muove nell’oscurità e loro lo possono solo percepire. Pensano che sia lui la causa del loro dolore, quando invece ne è solo un effetto.
Non comprendono che tutti soffrono ed è solo il tempo a curare le ferite e a far tornare un po’ di luce in quel buio che sembra essersi impadronito della loro anima.

Il romanzo di Elisabetta Gnone è un libro per ragazzi di ogni età, ma è anche una storia che a parer mio dovrebbe essere letta soprattutto dagli adulti, perché insegna, apre la mente e fa crescere. Spiega come le persone hanno paura di tutto ciò che è differente, ma al tempo stesso come invece non bisognerebbe aver paura. Spiega anche come i bambini, anche a discapito degli insegnamenti ricevuti, sono quelli più aperti mentalmente, predisposti al cambiamento e pronti ad accettare ogni forma di persona e di pensiero.
Di libri come questo dovrebbero essercene di più, molti di più.

La storia è scorrevole, nulla da dire allo stile dell’autrice, sempre dolce e impeccabile, come il modo in cui questa volta è stata impostata la storia, questa alternanza di realtà e i racconti di Olga che servono ad aiutare le persone, a descriverle, a raccontare la loro storia, ma anche per farle riflettere.
Veramente un libro particolare, con una protagonista interessante, perché Olga è una bambina, una sognatrice, eppure dentro quell’esile corpo sembra esserci la saggezza di una persona anziana, come quella della nonna di Olga.
Jum fatto di buio è un romanzo complesso nella sua semplicità, un libro che mi ha conquistato sin dalle prime battute e che ho veramente adorato, lo consiglio tantissimo a tutti, grandi e piccini.

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