Man in an Orange Shirt


Cosa unisce due coppie di innamorati a distanza di sessant’anni? 
L’amore di Thomas e Michael e quello di Adam e Steve sono legati a doppio filo dal destino, da un cottage in campagna e da un misterioso quadro che nasconde più di quel che si pensi.

Man in Orange Shirt è una miniserie della BBC divisa in due parti: la prima ha per protagonista la coppia Michael/Thomas ed è ambientata negli anni ’40, mentre la seconda è ambientata ai giorni nostri e i protagonisti sono Adam e Steve.



Questa miniserie, o film per la tv se preferite, mi ha particolarmente colpita, per diversi motivi.
Uno tra i principali è che racconta l’amore omosessuale da punti di vista differenti: prima ci mostra gli ostacoli che si paravano davanti ad una coppia gay che viveva in un momento storico in cui si veniva pesantemente perseguitati. Poi ci racconta di Adam che, nonostante viva la sua omosessualità apertamente, è in qualche modo infelice, alla continua ricerca di qualcosa o qualcuno che lo appaghi, senza mai riuscirci.
Due diverse storie d’amore, due diversi modi di amare che però sono collegati: Adam è infatti il nipote di Michael, e da lui ha ereditato il cottage che era il nido d’amore di Michael e Thomas.



Man in Orange Shirt è un film struggente, che racconta le sue storie in maniera delicata, ma allo stesso tempo scavando un buco nel cuore degli spettatori.
Mi è molto piaciuto il fatto che non ci fosse un vero antagonista: anche i personaggi che sembrano creati per essere i “nemici” della storia sono pieni di sfumature e non agiscono in tal modo solo per pura cattiveria.
Soprattutto la prima parte mostra chiaramente come il fatto che i gay fossero ancora perseguitati, incarcerati e condannati non portasse sofferenza solo ai due protagonisti, ma anche a chi stava loro intorno.



Il fatto che fossero costretti a nascondersi, a mantenere un matrimonio di facciata, è un elemento chiave.
Tuttavia, credo che il personaggio più riuscito di questa storia sia Adam: è un giovane tormentato, che passa da una storia di una notte ad un’altra, finché non decide di ristrutturare il cottage di suo nonno e chiede aiuto ad un architetto, con cui si avvicinerà sempre di più.



Infatti, Adam incarna l’idea che a volte la libertà non basta per essere felici, che a volte manca qualcosa nelle nostre vite, oppure che siamo semplicemente noi stessi che non vogliamo vivere serenamente.
Lui non deve sopportare il peso che ha avuto suo nonno, eppure non riesce comunque a vivere sereno, almeno finché non troverà ciò che inconsciamente cerca.
A legare le due storie, oltre alla parentela tra Adam e Michael e al cottage, ci sono altri due elementi: la prima è Flora, moglie di Michael e nonna di Adam, presente in entrambi gli episodi, l’altro è il quadro del cottage dipinto da Thomas, che nasconde un segreto.



Il cast è formato da: Oliver Jackson-Cohen, Julian Morris, James McArdle, David Gyasi, Vanessa Redgrave e Joanna Vanderham.
Se avete visto il film, fatemi sapere qui sotto con un commento se vi è piaciuto o se non vi è piaciuto!

Alla prossima recensione.


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