Flatlandia. Racconto fantastico a più dimensioni di Edwin A. Abbott



"Il mondo è una superficie piana come quella di una carta geografica, sulla quale i flatlandesi scivolano senza sovrapporsi. La loro è una società rigidamente gerarchica: la casta più vile è quella delle donne".


Buongiorno, cari lettori. Oggi vi parlo di un libro un po’ particolare. La curiosità di leggerlo era davvero tanta, anche se in alcuni punti è stato un po’ difficile non perdere il filo del discorso.
Sto parlando di Flatlandia.
L’ambientazione di questo romanzo è un po’ particolare: ci troviamo in un mondo bidimensionale, dove i suoi abitanti sono figure geometriche divise per classi sociali (più lati si hanno, più la classe sociale è alta).
A Flatlandia non esiste il concetto di altezza, la terza dimensione che invece è presente nel nostro mondo. Per loro è qualcosa di totalmente inconcepibile, come per noi l’esistenza di una quarta dimensione (che non sia il tempo).
Tuttavia, il nostro narratore viene a contatto con il nostro mondo e non solo, ma anche mondi che hanno quattro, cinque o sei dimensioni.
Il racconto è tutta un’enorme metafora che punta ad una critica sociale dell’età vittoriana, delle sue classi sociali e dell’impossibilità pratica di scavalcarle.
Il romanzo mi è piaciuto molto, nonostante, come dicevo più su, è difficile concentrarsi. Tuttavia, ho trovato la narrazione molto divertente, con un umorismo sottile ma tagliente allo stesso tempo.
La critica alla società del tempo è mascherata con abilità dall’ironia del racconto.
Flatlandia è un opera che mi ha colpita per diversi motivi, comunque. A parte la critica sociale, mi ha spinta a riflettere su come sarebbe un mondo bidimensionale, e come per loro l’esistenza di una terza dimensione sia inconcepibile.
Persino il protagonista, che ha visto con i suoi stessi occhi l’altezza, non riesce ad afferrarne pienamente il concetto.
Così, per noi è difficile anche solo immaginare l’esistenza di più di tre dimensioni, per il nostro cervello è totalmente inconcepibile. Ma, secondo il romanzo, questo non prova che non esistano, perché il protagonista stesso ha dovuto ricredersi una volta scoperto che l’universo era pieno di mondi diversi dal suo.
Per questo vi invito a leggerlo; sono convinta che in qualche modo vi aprirà la mente come l’ha aperta a me.
Se l’avete già letto, invece, fatemi sapere cosa ne pensate con un commento qui sotto.

Alla prossima recensione!


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