I testamenti di Magaret Atwood




«Il nostro tempo insieme sta per cominciare, mio lettore. Può darsi che vedrai queste pagine come un fragile scrigno da aprire con la massima cura. Può darsi che le strapperai o le brucerai: con le parole accade spesso». Hai fra le mani un'arma pericolosa, caricata con i segreti di tre donne di Gilead. Stanno rischiando la vita per te. Per tutti noi. Prima di entrare nel loro mondo, forse vorrai armarti anche di questi pensieri: «La conoscenza è potere». «La Storia non si ripete, ma fa rima con sé stessa».



Finalmente sono riuscita a leggere questo romanzo. Volevo farlo da quando è uscito, eppure l’ho lasciato lì, perché non ero sicura di sentirmi pronta.
Quando ho letto Il racconto dell’ancella (qui la recensione: Il racconto dell'ancella - Recensione) mi ci è voluto un po’ per metabolizzarlo, perché non ero preparata all'ondata di nervosismo che mi  ha provocato la lettura.
Non perché il romanzo non mi fosse piaciuto, ma proprio per la bravura dell’autrice, che aveva reso la sua storia talmente veritiera da suscitare in me sentimenti molto forti.
I Testamenti forse non regge il confronto con l’opera principale, ma di base rimaniamo sulla stessa lunghezza d’onda.
Le protagoniste sono tre, e si alternano i loro punti di vista.
Questo romanzo riprende i punti del primo, ma non raggiunge del tutto la sua grandezza. Il punto di vista di Zia Lydia è forse il più interessante di tutti, perché è un personaggio difficile da decifrare in un primo momento.
Il punto di vista delle due ragazze, una cresciuta a Gilead e una cresciuta in Canada, territorio libero dal regime teocratico, sono un po’ scontati, e molte delle cose che avvengono durante la loro narrazione sono state davvero prevedibili.
Sicuramente, questo romanzo mi è piaciuto, però devo ammettere che non ha la stessa grinta del primo, e non so quanto aggiunga alla narrazione.
Nonostante io l’abbia apprezzato, potrei quasi dire che sia un seguito inutile, perché non aggiunge molto alla storia. Non dà una soluzione, forse qualche dettaglio in più, ma niente di eclatante.
Per me, che leggerei anche la lista della spesa di Margaret Atwood, è sicuramente un must have, ma non direi che è il romanzo dell’anno.
Ve lo consiglio?
Sì, se siete appassionati dell’autrice e avete amato alla follia Il racconto dell’ancella. Se invece non siete grandi appassionati, sappiate che I testamenti non è un qualcosa di risolutivo, che ci dà una qualche risposta alle domande rimaste insolute del primo romanzo.
La lettura non è indispensabile, non è fondamentale… insomma, non è un romanzo imperdibile come avrei immaginato.
E voi, lo avete già letto?
Fatemelo sapere con un commento qui sotto, e soprattutto fatemi sapere cosa ne avete pensato voi, se siete o meno d’accordo con me.

Buona lettura e alla prossima recensione.


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